Santo Stefano di Rogliano, Magarò partecipa al convegno “Vecchie e nuove resistenze”
redazione | Il 30, Mar 2014
Il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio Regionale della Calabria: “«La lotta alla ‘ndrangheta è la Resistenza del 21mo secolo, C’è bisogno di un nuovo “fronte di liberazione” perché i tentacoli delle mafie creano un coltre opprimente, invisibile ma pervicace, alla quale è imputabile gran parte del mancato sviluppo del Sud e dell’arretratezza economico-sociale della nostra regione”
Santo Stefano di Rogliano, Magarò partecipa al convegno “Vecchie e nuove resistenze”
presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio Regionale della Calabria: “«La lotta alla ‘ndrangheta è la Resistenza del 21mo secolo, C’è bisogno di un nuovo “fronte di liberazione” perché i tentacoli delle mafie creano un coltre opprimente, invisibile ma pervicace, alla quale è imputabile gran parte del mancato sviluppo del Sud e dell’arretratezza economico-sociale della nostra regione”
Salvatore Magarò, presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio Regionale della Calabria, ha partecipato questa sera a Santo Stefano di Rogliano, all’iniziativa “Vecchie e nuove resistenze”, promossa dalla Pro Loco, durante la quale è stato reso omaggio alla figura ed all’opera del Patriota partigiano combattente per la libertà d’Italia, Eugenio Garofalo.
Alla manifestazione sono intervenuti tra gli altri l’esponente dell’associazione Libera di Don Ciotti, Sabrina Garofalo, ed il caporedattore della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati.
«La lotta alla ‘ndrangheta è la Resistenza del 21mo secolo – ha detto Salvatore Magarò nel corso del suo intervento – C’è bisogno di un nuovo “fronte di liberazione” perché i tentacoli delle mafie creano un coltre opprimente, invisibile ma pervicace, alla quale è imputabile gran parte del mancato sviluppo del Sud e dell’arretratezza economico-sociale della nostra regione.
Avvertiamo forte la necessità – ha aggiunto il consigliere regionale – di diventare il fronte “combattente” di una resistenza culturale, contro la corruzione, la collusione, l’omertà.
Servono, pertanto, istituzioni che facciano il loro dovere, in cui si applichino buone pratiche di governo, azioni corrette e comportamenti esemplari, in cui la politica venga vissuta come servizio e non come vantaggio, in cui prevalgano le regole e non il favore, il merito e non la raccomandazione, l’equità e non l’arbitrio.
Allo stesso modo serve una società consapevole che con senso civico e sentimento di appartenenza rifugga dalle scorciatoie, rinneghi i “comparaggi” e scelga soluzioni improntate alla giustizia e all’equità. Lo dobbiamo ai nostri figli per lasciare loro una società migliore, come i nostri padri e i nostri nonni, combattendo eroicamente da partigiani, hanno fatto per noi».