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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Soverato, al centro clinico “La casa di don Bosco” iniziativa per la prevenzione del tumore al seno

Soverato, al centro clinico “La casa di don Bosco” iniziativa per la prevenzione del tumore al seno

| Il 05, Mag 2014

Il dottor Domenico Garieri, coadiuvato da un gruppo di lavoro formato da medici specialisti dedicati ai vari settori della senologia, da infermieri e semplici volontari, organizzeranno quattro giornate di volontariato per la diffusione della cultura del Nastro Rosa

Soverato, al centro clinico “La casa di don Bosco” iniziativa per la prevenzione del tumore al seno 

Il dottor Domenico Garieri, coadiuvato da un gruppo di lavoro formato da medici specialisti dedicati ai vari settori della senologia, da infermieri e semplici volontari, organizzeranno quattro giornate di volontariato per la diffusione della cultura del Nastro Rosa

 

 tumori

A Soverato dallo scorso sabato, per ogni sabato del mese, negli ambulatori messi a disposizione gratuitamente dal Centro Clinico d’Eccellenza “La casa di Don Bosco”- Fondazione Marincola Politi, Complesso Salesiano, si terrà un’importante iniziativa di sensibilizzazione delle coscienze sulla tematica della prevenzione del tumore al seno, diretta dal Dr. Domenico Garieri coadiuvato da un gruppo di lavoro formato da medici specialisti dedicati ai vari settori della Senologia, da infermieri e semplici volontari, iscritti all’Associazione “Benvenuti in Calabria”; “Lions Soverato”; “Leo Club Delle Serre”con l’intento di promuovere una vera e propria campagna di diffusione del concetto di prevenzione e di informazione sanitaria su un tema così delicato e di ampio respiro come appunto quello simboleggiato dal Nastro Rosa.
Ogni anno in Italia vengono diagnosticati 48.000 nuovi casi; infatti il tumore al seno è il più diffuso tra le neoplasie femminili. L’aumento di incidenza è stato pari infatti al 14% negli ultimi 5 anni con un aumento particolare del 30% quasi, tra le giovani donne di età compresa tra 25-45 anni.
La prevenzione del tumore del seno deve cominciare a partire dai 20 anni con l’autopalpazione eseguita con regolarità ogni mese. E’ indispensabile, poi, proseguire con controlli annuali del seno eseguiti da uno specialista senologo, affiancato da una equipe multidisciplinare, e effettuare indagini strumentali come la mammografia iniziando dai 40 anni, l’ecografia, nei casi richiesti,a supporto della mammografia o come prima indagine nelle donne giovani e ancora altre indagini superiori nei casi più complessi o sospetti.
La nostra realtà sanitaria regionale ha iniziato negli anni scorsi una campagna programmatica di screening mammografico, che nell’ASP di Catanzaro è iniziata nel 2006, ma attualmente vive un momento di stallo per una serie di problematiche connesse alla situazione economico-finanziaria chiamata “piano di rientro” che impedisce l’assunzione di radiologi anche per sostituire quelli andati in pensione ed altri problemi di organizzazione sanitaria e gestionale. Tutto questo si traduce ad esempio nelle lunghe liste di attesa per la programmazione di un esame importante come la mammografia.
L’iniziativa, attuata in seguito alla disponibilità di diverse figure di volontari, è stata realizzata grazie alla tenace volontà del Dr. D. Garieri, fermamente convinto della necessità di un progetto di diffusione della giusta cultura della prevenzione di un tumore che colpisce una larga fetta della popolazione femminile, iniziativa dal doppio intento , cioè sensibilizzare il destinatario di tale evento ma in special modo le istituzioni, onde poter aprire un ampio dibattito sulla tematica.
La prima impressione sulla giornata del 3 Maggio evidenzia la presenza di un numero cospicuo di donne non correttamente informate sulla tematica ma disposte a sottoporsi ai controlli mammografici ed ecografici periodici, come previsto dai protocolli internazionali. Chiedono un centro di riferimento senologico di diagnosi in quanto si sentono smarrite e disorientate nel clima di incertezze organizzative che allo stato regolano i percorsi diagnostico-senologici nella nostra provincia. Le stesse donne presenti hanno manifestato il bisogno di essere guidate e consigliate, ed hanno approvato l’iniziativa che ha permesso loro di usufruire delle prestazioni sanitarie gratuite e delle informazioni sulla tematica durante la prima delle quattro giornate.
La prima giornata apre il dibattito su alcuni punti salienti come la riattivazione dei centri di riferimento regionali per lo screening senologico, la scarsa diffusione di campagne di sensibilizzazione e di informazione sanitaria, le difficoltà pratiche delle donne a prenotare una prestazione specialistica o la mammografia nelle strutture ospedaliere già collassate dalla crescente domanda (si parla in quest’ultimo caso di un periodo variabile da sei mesi ad un anno). Tutte queste difficoltà si traducono in un disorientamento delle pazienti e in ritardi diagnostici che potrebbero evitarsi con una più precisa organizzazione e gestione anche già delle risorse esistenti o affiancando a queste altre strutture di rinforzo allo scopo di abbattere gli ostacoli alla diagnosi precoce. Se si pensa infatti che la Mammografia raccomandata ogni due anni dopo i 40 anni di età nelle donne non a rischio, solo per le dinamiche di programmazione dei centri di prenotazioni, subisce spesso un prolungamento effettivo a 3 anni, si può già intuire quanto tempo si guadagnerebbe accorciando questi tempi di attesa.
Incentiva e anima lo sforzo delle giornate il desiderio di poter almeno discutere sulla urgenza di realizzare in modo razionale un protocollo di prevenzione adattato alla situazione regionale , poter creare ad esempio un Call-Center Senologico o una Agenda Senologica per ogni provincia o anche una rete di collegamento tra medici di base, specialisti dedicati e le varie strutture sanitarie, allo scopo di migliorare la performance sanitaria , creando in ogni realtà provinciale dei gruppi di lavoro multidisciplinari e ad alta specializzazione interfacciati nell’ iter diagnostico- terapeutico del tumore al seno, così come già esistono nella realtà sanitaria settentrionale. Solo così di potrà pensare di poter diffondere su ampia scala le giuste informazioni della cultura sanitaria della prevenzione alla utenza femminile e ,magari, buttare le fondamenta per le tanto auspicabili “Breast Unit”.