Inchiesta. La polemica sulla nomina dei presidenti di seggio e degli scrutatori
redazione | Il 30, Mag 2014
Giangrande: “E’ solo una guerra tra poveri”
Inchiesta. La polemica sulla nomina dei presidenti di seggio e degli scrutatori
Giangrande: “E’ solo una guerra tra poveri”
Ogni anno, dappertutto in Italia ad ogni tornata elettorale, vi sono
aspettative e delusioni e si scatena la tradizionale bagarre sulla nomina
degli scrutatori e dei presidenti di seggio, col corollario di polemiche ed
accuse contro i nominati.
L’accusa più ricorrente è che a svolgere le funzioni di scrutatore e
presidente di seggio siano più o meno sempre gli stessi raccomandati.
Dichiarazione di Antonio Giangrande, presidente della “Associazione contro
tutte le mafie”, noto autore di saggi pubblicati su Amazon, che raccontano
questa Italia alla rovescia. «E’ come se l’ufficio di collocamento fosse
gestito dai partiti politici, e ogni partito potesse fare assumere un certo
numero di lavoratori, in base alla percentuale di voti ottenuti. Sarebbe
ovviamente uno scandalo: ma è proprio questo che avviene con le attuali
modalità di nomina. La differenza risiede solo nella durata
dell’occupazione, ma la sostanza dell’ingiustizia è la stessa. Ma ci sono
altri aspetti importanti da valutare. Facciamo chiarezza. Cominciamo dagli
scrutatori che dal 2005 vengono scelti non più tramite sorteggio ma per
nomina diretta da un comitato elettorale costituito da soggetti politici, i
cui criteri di scelta sono discrezionali. Quindi per farsi scegliere bisogna
presentare a loro le proprie referenze. Qualcuno, per orgoglio, non si
abbasserà a tanto, ma è anche vero che la conoscenza conta, anche solo dei
motivi della scelta necessaria rispetto ad altri candidati. Cosa diversa è
per la nomina dei presidenti di Seggio-Sezione. In questo caso la scelta
spetta al presidente della Corte d’Appello competente per territorio. In più
vi è una circolare del 2009 del Ministero dell’Interno che, per limitare il
verificarsi di problemi in un ruolo comunque delicato, di fatto invita a
favorire chi, in passato, ha già svolto bene l’incarico, senza commettere
errori o irregolarità. Per questo salta all’occhio la periodica nomina di
alcuni presidenti di Seggio, evidentemente capaci, e questo unito al fatto
che ai suddetti presidenti sono aggregati i soliti segretari da loro
nominati (molte volte loro parenti). Spesso gli incarichi di segretario e
presidente si alternano tra loro, ma da fuori sembra che sia sempre uguale
ed ecco spiegato come mai, sopratutto nei piccoli comuni, vengano percepiti
come “sempre gli stessi”. Quello che la gente dovrebbe sapere, però, prima
di incorrere in qualunquistici luoghi comuni è che le elezioni sono una cosa
seria e gli adempimenti burocratici sono onerosi e dispendiosi. Il collegio
deve essere formato da gente capace e dedita all’incarico. A volte ci si
trova a dover coordinare persone svogliate, o che non sanno, o non possono,
per handicap, o non vogliono scrivere. In questo modo l’ingranaggio si
inceppa e la gente fuori fa la fila, impedita a votare. Gente che guarda
caso si da appuntamento all’orario dello struscio e si accalca sempre negli
orari di punta che sono sempre gli stessi: il pomeriggio tardi e la prima
sera. E poi c’è che il sabato molti dei nominati non si presentano ed allora
bisogna che il presidente chiami il primo soggetto disponibile che ha di
fronte, la cui capacità è tutta da dimostrare. Per gli assenti della
domenica, poi, non vi è sostituzione ed allora il collegio è monco. Ancora
una cosa la gente non sa. Non è il far votare che stanca, ma l’aspetto
burocratico con la redazione dei doppi verbali ed il bilanciamento dei
numeri e la formazione dei pacchi. Inoltre vi è l’incognita dei
rappresentanti di lista. Situazione da monitorare. Molti rappresentanti di
lista sono nominati apposta per falsare od intralciare il regolare andamento
della votazione. Ecco perché, spesso, le polemiche sono montate ad arte,
specie se a presiedere il seggio vi è qualcuno non propenso ad agevolarli.
Comunque le strumentali o fondate diatribe circa la nomina è solo una guerra
tra poveri. Un solo dato attinente le ultime elezioni. Preparazione seggio
al sabato dalle ore 16,00. Un paio di ore, se non tre, per autenticare le
schede elettorali (bollatura e firmatura) e tutti gli altri adempimenti. La
domenica apertura alle ore 07,00, ma con rientro almeno mezzora prima per
istruire gli scrutatori. Cosa che nessun comune fa nei giorni precedenti al
voto. Termine votazione alle ore 23,00. Spoglio e chiusura dopo almeno 3
ore. Ricapitolando: 3 ore al sabato ed una ventina la domenica. Sono 23 ore
di lavoro impegnativo e di responsabilità, ricoprendo la qualità di pubblico
ufficiale. Si percepisce 96 euro (un decina in più per il presidente). Fate
i conti: 4 euro circa ad ora. La dignità e l’orgoglio imporrebbe a questo
punto rendersi conto che è inutile alimentare una guerra tra poveri e
favorire il clientelismo sostenuto dalle nomine, ma ribellarsi al fatto che
ci hanno ridotto ad anelare quei 4 euro l’ora per una sola e misera
giornata.»