Libertà
redazione | Il 05, Lug 2014
Editoriale di Caterina Sorbara
Libertà
Editoriale di Caterina Sorbara
Ieri a Reggio Calabria sono sbarcati più di 800 immigrati e, mentre alla tv scorrevano le immagini dello sbarco, sono rimasta colpita da uno di loro che mormorava stanco, la parola “libertà”.
Mi sono fermata un attimo a pensare, a riflettere su questa parola così importante e preziosa per l’umanità.
Pur essendo un’esigenza importantissima e prioritaria per l’essere umano, solo nel settecento, nell’età dell’illuminismo, accanto all’uguaglianza, venne posta la libertà in tutte le sue espressioni: di pensiero, di parole, di coscienza, di stampa e di commercio.
Nell’ottocento la libertà fu la grande meta di individui e nazioni e l’indipendenza fu il tema fondamentale del Risorgimento italiano come lo è stato, lo è e lo sarà per tutti quei popoli oppressi dalla dominazione straniera o da un dittatore. Ma la libertà nazionale non può essere disgiunta dalla libertà politica, ossia dalla partecipazione di tutti i cittadini alle decisioni riguardanti la cosa pubblica. Così a poco a poco lo Stato liberale si avviò a trasformarsi in uno Stato democratico, nel quale l’esercizio dei diritti politici è appannaggio di tutti i cittadini.
L’epoca moderna vede il trionfo della democrazia, come il sistema più rispettoso della libertà e della dignità dell’uomo, anche se con questo termine, vengono indicate realtà diverse e, talvolta purtroppo non propriamente democratiche.
Alla base delle forme democratiche di governo vi è un concetto di libertà che già Rousseau nel “Contratto sociale” definì “l’obbedienza alla legge che ci siamo prescritti”. Libertà non significa quindi anarchia o arbitrarietà, ma la possibilità di partecipare e decidere in una società regolata a misura d’uomo, che garantisca a tutti i suoi componenti le stesse opportunità. Deve essere offerta a tutti gli uomini la possibilità di usufruire dei diritti civili.
Perché la libertà non sia una parola vuota, essa deve essere innanzitutto la liberazione dal bisogno, dalla miseria, dalla fatica e dall’ignoranza.
Uno Stato fondato sulla libertà deve occuparsi dei diritti e dei bisogni dei cittadini, garantendo un lavoro, condizioni dignitose di esistenza, partecipazione ai momenti decisionali, libertà di espressione, comunicazione e istruzione, al fine di permettere uno sviluppo integrale delle facoltà spirituali e intellettuali.
Libertà è soprattutto, anche, indipendenza del pensiero, dai pregiudizi e dal conformismo e, questo non è facile in una società come la nostra in cui le coscienze vengono quotidianamente manipolate dai mass-media e da chi detiene il potere.
Il popolo viene manipolato dai media, plasmato come la “creta nelle mani del vasaio”.
Così la parola libertà viene cancellata da altre parole quali:appiattimento, massificazione e conformismo.
E se è vero che il dolce vento della libertà muove i popoli del Mediterraneo , spingendoli alla rivolta e alla fuga e anche vero che questo vento, dovremmo invocarlo sulle nostre coscienze, che venga a scuoterci, prima che sia troppo tardi, se no alla fine, un giorno saremo noi al posto degli immigrati e di altri a dover gridare: Libertà, libertà.