Nessuna analogia tra il “caso Calabria” e quello Abruzzese
redazione | Il 28, Ago 2014
Le riflessioni di Demetrio Naccari Carlizzi sulla vicenda
Nessuna analogia tra il “caso Calabria” e quello Abruzzese
Le riflessioni di Demetrio Naccari Carlizzi sulla vicenda
Riceviamo e pubblichiamo
E’ errato e fuorviante il parere alla base dell’articolato che stabilisce l’immediata
decadenza del Collegio dei revisori dei
Conti sulla scorta di quanto avvenuto in Abruzzo. Non esiste alcuna analogia tra
il caso Calabria e quello Abruzzese.
Presa a pretesto l’ordinanza del Tar Calabria e grazie all’illuminante parere del
segretario generale, a cui fa anche
riferimento il Presidente del Consiglio nel dibattito in aula per motivare le scelte
compiute, la maggioranza in Consiglio Regionale
si libera in un batter d’occhio di uno scomodo collegio dei revisori dei conti, lasciando
pericolosamente l’Ente senza l’organo
di controllo sugli atti di spesa di Giunta e Consiglio.
” Sul caso specifico della immediata decadenza di diritto dei componenti del collegio
dei revisori già nominati ed in carica ha
già legiferato la regione Abruzzo con legge regionale n.68 del 2012 (art.33,comma4).
La norma non è stato oggetto da parte del Governo di impugnativa per vizio di legittimità
costituzionale”.
Con questo parere il segretario generale della Regione Calabria liquida il Collegio
dei revisori dei Conti. La Calabria come
l’Abruzzo ? Ma nemmeno per sogno!
Dagli atti della Regione Abruzzo traspare che a cessare sia il collegio dei revisori
dei conti per la sola certificazione dei
rendiconti dei gruppi consiliari nominato dall’Ufficio di Presidenza abruzzese in
base a quanto previsto dalle norme precedenti al decreto Monti. E il su citato articolo
33 comma 4 della legge regionale abruzzese non stabilisce l’immediata decadenza dell’organo
di controllo come invece accade nella legge regionale calabrese ma che i revisori
rimangono in carica fino
alla scadenza della nomina opportunamente normata tenendo conto dei tempi tecnici
necessari all’adeguamento alla nuova normativa.
Una cosa è normare una scadenza contrattuale della durata di un incarico per consentire
un adeguamento legislativo altra cosa è dichiarare decaduto per legge un fondamentale
Organo di Controllo.
In Abruzzo ben sanno che è illegittima la vacazio dell’organo di controllo, in Calabria
no.
Vorremmo capire se come per i manager prosciolti siamo di fronte ad un nuovo caso
di “ignoranza e superficialità” o se si è voluto far fuori un Collegio dei Revisori,
reo di aver fornito molteplici pareri bloccanti su delibere e determinazioni che
recavano danno all’Ente ed in particolare per aver bloccato variazioni di bilancio
tese a spostare importanti somme verso i capitoli di spesa per consulenze dell’Ufficio
di Presidenza.
Già nel mese di giugno, come segnalato dal Collegio dei revisori decaduto per legge,
sulle spese per consulenze si era registrato
uno sforamento di circa 500 mila euro e sembrerebbe che in questi giorni si stia
correndo ai ripari annullando con determina del
segretario generale un ulteriore spostamento di 100 mila euro sul capitolo delle
consulenze, tutti aspetti che la dicono lunga su
questa a dir poco scandalosa questione.
L’arte del tutto è possibile si è materializzata in questa legislatura come non mai,
ma coltiviamo la speranza che prima o poi
si torni ad essere una Regione normale.