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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 23 GENNAIO 2025

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Padre Fedele dopo la condanna accusa pm e giudice di abuso d’ufficio, indagati

Padre Fedele dopo la condanna accusa pm e giudice di abuso d’ufficio, indagati

| Il 16, Set 2014

Procede la Procura di Salerno. Al centro della nuova inchiesta che ruota intorno alle presunte violenze subite da una suora, c’è una corposa relazione della difesa che non sarebbe stata tenuta in considerazione

Padre Fedele dopo la condanna accusa pm e giudice di abuso d’ufficio, indagati

Procede la Procura di Salerno. Al centro della nuova inchiesta che ruota intorno alle presunte violenze subite da una suora, c’è una corposa relazione della difesa che non sarebbe stata tenuta in debita considerazione

 

COSENZA – Il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza Claudio Curreli ed il giudice delle indagini preliminari dello stesso Tribunale Francesco Branda, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Salerno dopo una denuncia presentata da padre Fedele Bisceglia, l’ex frate condannato in primo e secondo grado a 9 anni e 3 mesi per violenza sessuale ai danni di una suora. Mercoledì è prevista l’udienza a carico dell’ex frate davanti ai giudici della Corte di Cassazione. Lo stesso Padre Fedele, dopo le sentenze, aveva espresso dure critiche, sfidando anche la suora ad un confronto pubblico.

I due magistrati, secondo quanto si è appreso a Cosenza, sarebbero indagati per abuso d’ufficio. La vicenda riguarda un’indagine avviata dopo la denuncia della suora che aveva riferito di essere stata violentata anche a Roma da quattro persone. Indagine condotta dalla squadra mobile di Roma e coordinata dal pm Curreli – adesso sostituto procuratore a Pistoia – in quanto connessa a quella di padre Fedele. L’inchiesta era stata poi archiviata. A firmare l’archiviazione, secondo padre Fedele, era stato, nel 2010, Branda che, nello stesso periodo, era giudice nel collegio che stava processando in primo grado l’ex sacerdote.

Padre Fedele, che nel 2012, dopo il processo d’appello, aveva inviato il suo esposto anche al Csm, al Presidente della Repubblica ed al Ministro della Giustizia, lamentava il fatto che gli atti di quella archiviazione non erano confluiti nel processo a suo carico. La vicenda era stata oggetto anche di una memoria presentata ai giudici d’appello dai legali di padre Fedele, gli avvocati Eugenio Bisceglia e Franz Caruso.

«Duole ravvisare – avevano scritto i legali – che è stata disposta l’archiviazione di un procedimento aperto, comprensivo di più sottofascicoli, in chiara, evidente e dichiarata connessione a quello per cui è parola, ma mai acquisiti a quest’ultimo. D’altro canto, non ci meraviglia che ciò sia nella realtà accaduto, posto che le risultanze istruttorie esperite hanno dato tutte esito negativo, conseguendone una provata inattendibilità delle dichiarazioni della suora che palesemente ha deposto il falso». La stessa memoria è stata allegata da padre Fedele alla sua denuncia. Dell’iscrizione del magistrato e del giudice nel registro degli indagati è stata formalmente informata anche la Cassazione.