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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Presto in libreria “Mafia e cultura mafiosa” Il nuovo libro di Alberto Rosati è il diciannovesimo volume della prestigiosa collana "Mafie", diretta da Antonio Nicaso

Presto in libreria “Mafia e cultura mafiosa” Il nuovo libro di Alberto Rosati è il diciannovesimo volume della prestigiosa collana "Mafie", diretta da Antonio Nicaso
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“Mafia e cultura mafiosa” di Alberto Rosati è il diciannovesimo volume della prestigiosa
Collana ” Mafie”, diretta da Antonio Nicaso, storico ed
esperto delle mafie internazionali, edita dalla case editrice Pellegrini.
La mafia è potente, onnivora, onnicomprensiva, pervasiva , camaleontica , totale.
Se fosse un fenomeno senza radici nel sociale, avrebbe i giorni
contati: al pari delle Brigate rosse che, prive di legami col tessuto della società,
furono isolate e vinte. Ma un sistema di potere come quello
mafioso, capace di conformarsi al mutare dei regimi e delle istituzioni, di entrare
in simbiosi con lo sviluppo delle forze produttive, di imporre
rapporti di produzione funzionali ai propri interessi, dotato di abilità mimetiche
tali da indurre ancora oggi intellettuali e opinione pubblica a
ignorarne la natura e a sottovalutarne la pericolosità o, appena ieri, a negarne
l’esistenza , non si spiega se non collegandolo a radici culturali
diffuse e profonde.
È questo il fil rouge che si snoda nelle pagine del volume “Mafia e cultura mafiosa”
e che indaga in profondità il fenomeno e focalizza
l’attenzione, con lente scientifica, su una cultura mafiosa che è sempre più radicata
nella sua perniciosa impalpabilità. Nelle pagine l’Autore
spiega che il mito della sua invincibilità, il suo imporsi all’ immaginario collettivo
come idra dalle cento teste, piovra dai mille tentacoli, araba
fenice sempre in grado di risorgere dalle ceneri per adattarsi in modo proteiforme
alle mutazioni economiche e politiche, deriva proprio dalla
incomprensione della natura egemonica della cultura mafiosa: che rilascia, a mo’
di precipitato, la mafia come sistema di potere.
Se quindi, come sostiene Gramsci, è un complesso sistema di mediazioni e di rapporti
a stabilire un’ egemonia, cioè una compiuta capacità
direttiva e, per la mafia, tale sistema si risolve nei legami organici con la politica,
le istituzioni, la burocrazia, il mondo del lavoro , la
società civile , che si radicano in una osmosi culturale con l’ambiente pressoché
perfetta, la fine del contropotere mafioso è destinata a
coincidere con la fine di questa osmosi: quando cioè sarà ridotto a delinquenza
comune estranea al corpo sociale, e perciò suscettibile di essere
emarginato e sconfitto mediante l’uso degli ordinari mezzi repressivi.

L’Autore

Alberto Rosati nasce a Porto Empedocle (Ag). Si laurea cum laude in Giurisprudenza
all’Università Federico II e lavora un paio d’anni
all’ufficio legale (p.a.s.) del Monte dei Paschi di Siena, filiale di Napoli, ma,
folgorato dalla passione per la filosofia, getta alle ortiche le
prospettive di carriera, pianta baracca e burattini, sostiene il concorso nazionale
a cattedre per titoli ed esami, lo vince e si ritrova a insegnare
filosofia e storia al Liceo scientifico “Leonardo” di Agrigento. Questa esperienza
– ultraventennale – è decisiva nel portare a maturazione
il suo interesse per l’argomento di questo volume. Si trasferisce in Toscana e
prosegue l’attività di insegnante in provincia di Siena, nella
sezione sperimentale linguistica dell’Istituto magistrale “S. Giovanni Bosco”
di Colle Val d’Elsa.
Ha curato la pubblicazione di: Epitteto, Manuale, traduzione di G. Leopardi, Introduzione
e commento di Alberto Rosati, Palermo 1976; D. Hume, La
conoscenza filosofico-scientifica, antologia dalle opere, Palermo 1978.
Ha pubblicato: Nei labirinti della memoria, raccolta di poesie, Palermo 1984; La
città del diavolo (osservazioni sul potere), Palermo-S. Paolo 1984;
Rette parallele, raccolta di poesie, Formia1986; Articoli su settimanali e riviste.
Si è classificato fra i vincitori dei concorsi nazionali letterari “Elimo” (1984)
e “Barrese” (1984; 1986).
Targa d’argento al “Premio Telamone” 1987.
Recensioni e citazioni delle sue opere sono sul “Giornale di Sicilia”, “La
Sicilia”, “L’Ora” e “Cronache parlamentari siciliane”
negli anni dal 1982 al 1990.