Ancora polemiche sulla chiusura del centro trasfusionale di Lamezia Documento di Nicolino Panedigrano per sottolineare le anomalie del caso
Diamo atto al consigliere regionale Magno di aver mantenuto l’impegno preso durante la conferenza stampa di Sabato 18. Siamo venuti in possesso del Rapporto sulla visita ispettiva fatta dalla commissione per l’accreditamento presso il Servizio Trasfusionale del nostro Ospedale.
Come avevamo previsto, le dr.sse Rizzo e Brescia e gli altri hanno preparato una relazione della visita ispettiva mirata a far in modo che il Commissario Gen. Pezzi si sentisse costretto a chiedere sulla base dei loro infondatissimi allarmi una “possibile chiusura preventiva” del nostro Servizio Trasfusionale. E però, ne deduciamo che il vocabolario delle due dottoresse, evidentemente, non conosce il termine “conflitto di interesse” e probabilmente neanche quello di “abuso di potere”.
La dr.ssa Rizzo, come responsabile del Centro Regionale Sangue, è quella che ha materialmente stilato il Decreto 58/2014, stabilendo che il Servizio Trasfusionale di Lamezia era da chiudere. Dopo, cambiando casacca e nelle vesti di coordinatrice della commissione per l’accreditamento, è quella che nomina di volta in volta i membri della commissione con criteri sconosciuti, ma intuibili. In tali vesti è anche quella che ha stilato il calendario delle visite ispettive. Sapeva bene che nel nostro Servizio Trasfusionale erano in corso, perché iniziati dall’ex DG Mancuso con colpevole ritardo, i lavori di adeguamento prescritti per l’accreditamento e, invece di aspettare la fine dei lavori, come ha fatto con altri Centri Trasfusionali fra cui quello di Catanzaro, ha calendarizzato la visita al nostro Servizio Trasfusionale il 2 Settembre, cioè la prima di tutte le visite ai Centri Trasfusionali. Le è stato chiesto un rinvio, ma non ha dato scampo. E, con i lavori in corso, con un reparto che per metà era chiuso e per l’altra metà era sovraccarico di strumenti, documenti, campioni di quella enorme mole di lavoro quotidiano che il nostro Servizio Trasfusionale è costretto a svolgere con soli tre medici, non solo per il settore trasfusionale, ma anche per il settore di coagulazione e per quello di sorveglianza degli oltre 1500 pazienti in trattamento con anti-coagulati orali, è andata a “scovare” che, guarda caso, in questo momento la gestione corrente non è ai massimi livelli. Un vero esempio di terzietà rispetto agli interessi in campo. E, visti gli esiti, anche la tranquillizzante certezza che non abbia minimamente abusato del cumulo di queste sue cariche! Ora potrà finalmente dire: missione compiuta, perché alla dr.ssa Rizzo, come dice lo slogan, piace vincere facile.
Ancor meglio (o peggio, a seconda dei gusti) è per la dr.ssa Brescia. Come facente funzioni di Primaria del Servizio Trasfusionale di Catanzaro dovrà sottostare ad una prossima visita ispettiva (guarda caso l’ultima della serie, cioè il 2 Dicembre e, quindi, tre mesi dopo quella di Lamezia). In veste di Primaria di Catanzaro ha tutto da guadagnare se il Servizio Trasfusionale di Lamezia viene chiuso e trasferito presso il suo, come prevede il Decreto 58/2014. È stata però tranquillamente inserita nella commissione di verifica. E’ diventata, cioè, controllore di quel Servizio Trasfusionale, il nostro, che dovrà finire ad ingrossare il suo.
Ora questa bell’esempio di terzietà ed imparzialità ha relazionato al gen. Pezzi che, per qualche manciata di insufficienze, alcune false e altre dovute ai lavori in corso o al mancato rinnovo da parte dell’ex Direttore Generale ASP dr. Mancuso della convenzione con AVIS, vi sarebbero dei pericoli nell’attività del nostro Servizio Trasfusionale.
Solo che la dottoressa Brescia ha finora chiesto e ricevuto dal servizio Trasfusionale di Lamezia migliaia di unitò trasfusionali e non si era accorta del pericolo. Ma, non per caso, finora non ha corso nessun pericolo.
E la dr.ssa Rizzo, come responsabile del Centro Regionale Sangue, non s’è accorta che dal mese di maggio l’AVIS senza la necessaria e concordata programmazione trasporta a Catanzaro parte delle unità di sangue raccolte a Lamezia Terme. Ma, venuta a fare l’ispezione, guarda un po’, è stata illuminata sulla via di Damasco ed ha rilevato che manca la programmazione con l’AVIS!
Le mire sono fin troppo chiare. Appena i lavori saranno, e a breve, terminati il Servizio Trasfusionale sarà completamente in regola, come e forse più di quegli altri Servizi Trasfusionali della Regione che Rizzo & C. hanno giudicato idonei. E quindi il Gen. Pezzi, invece di chiedere la chiusura del Servizio Trasfusionale di Lamezia, deve fermare immediatamente i vari conflitti di interessi che ammorbano questa vicenda, impedendo che proseguano le dannose attività di certi controllori un po’ troppo interessati.