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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 DICEMBRE 2024

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Scoperti gli usurai della ‘ndrangheta: 4 finiscono in manette nel Reggino Secondo le indagini condotte dalla polizia si tratta di un gruppo contiguo ad una cosca. Con minacce e violenza si imponeva il pagamento di quote ingenti per risanare debiti pregressi - I NOMI DEGLI ARRESTATI

Scoperti gli usurai della ‘ndrangheta: 4 finiscono in manette nel Reggino Secondo le indagini condotte dalla polizia si tratta di un gruppo contiguo ad una cosca. Con minacce e violenza si imponeva il pagamento di quote ingenti per risanare debiti pregressi - I NOMI DEGLI ARRESTATI
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Nelle prime ore della odierna mattinata, al termine di una complessa attività investigativa, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, personale della Squadra Mobile di  Reggio  Calabria e dei Commissariati della Polizia di Stato di Villa San Giovanni e Palmi,  ha tratto in arresto, in esecuzione del decreto di fermo di indiziato del delitto, emesso dalla   Procura della Repubblica di Reggio Calabria, le sottonotate persone, ritenute responsabili, in concorso, del reato di usura,  estorsione e violenza privata, quest’ultimi delitti aggravati dall’art 7 l.152/91:

  1. FRANCO Angelo Renato cl. 52 residente in Villa San Giovanni
  2. APICE Giancarlo cl.80 residente in Villa San Giovanni.
  3. APICE Cosimo William cl.71
  4. ALVARO Antonino cl.88 residente in Sinopoli (RC).

L’indagine in argomento, supportata da attività tecnica e sviluppatasi per oltre un anno, ha accertato l’operatività nel territorio di Villa San Giovanni e comuni limitrofi di persone dedite a condotte usurarie, capaci di stringere in una morsa asfissiante imprenditori e professionisti.

Nello specifico l’odierna operazione ha permesso di stabilire che i fratelli  APICE, in concorso tra loro, in corrispettivo di un prestito di 30.000,00 euro elargito ad una dello loro vittime,  dapprima si facevano  promettere  e dare interessi usurai pari a 1.500,00 mensili e poi concordare con lo stesso la consegna, a garanzia del residuo debito pari a 29.000,00 euro, derivante dalla parziale restituzione del capitale, di sei assegni dell’importo di euro 5.500 ciascuno per un totale di euro 33.000,00, con l’accordo che gli APICE li avrebbero dovuto trattenerli per poi riconsegnarli alle rispettive scadenze dietro pagamento del corrispondente importo in contanti.

I fratelli APICE, constatata la contrarietà della vittima al pagamento di determinati assegni, consegnavano i suddetti titoli di credito ad ALVARO Antonino, legato alla cosca di ‘ndrangheta degli ALVARO di Sinopoli. Quindi, gli indagati, confidando che la forza intimidatrice derivante dalla figura di quest’ultimo potesse indurre l’ imprenditore a pagare gli interi importi veicolati dai titoli di credito rimanenti, lo minacciavano riferendogli di aver consegnato i tre titoli di credito a <<persone alle quali non avrebbe potuto dire “no”>>, così sfruttando intenzionalmente la forza intimidatrice della cosca mafiosa degli ALVARO.

Pertanto, ai suddetti germani viene contestata la tentata estorsione aggravata dall’art. 7 della Legge 203/91, mentre all’ALVARO il reato di violenza privata aggravata modalità mafiose, atteso che egli compiva atti idonei ed univocamente diretti a costringere la vittima a  ritirare la denuncia di smarrimento di assegni da lui sporta il 20.06.2014, facendo leva sulla forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva

L’indagine ha permesso, altresì,  di scoprire il reato di usura praticato anche da FRANCO Angelo Renato che, nella fattispecie, in corrispettivo di un prestito di 15.000 euro, elargito ad un imprenditore locale, si faceva promettere e dare interessi usurari pari a 1.100,00 mensili  dal novembre 2012 all’ottobre del 2014.

Lo stesso è accusato, altresì, di estorsione per aver minacciato il suddetto imprenditore a presentare all’incasso i tre assegni da quest’ultimo emessi a garanzia del prestito usurario, costringendolo ripetutamente a corrispondere mensilmente l’interesse usurario sopra indicato, così da procurarsi un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa.

In ambito della stessa operazione, condotta con l’impiego di un notevole numero di operatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria, del Commissariato di P.S. di Villa San Giovanni e del Reparto Anticrimine di Siderno ,  sono state eseguite – in ottemperanza a quanto disposto dall’A.G. – complessivamente sette perquisizione domiciliari rivolte a diversi soggetti interessati alla vicenda in questione.

Tutti i destinatari di fermo sono stati assicurati alla giustizia e condotti presso le competenti case Circondariale.

usurai reggio arrestati 5 novembre 2014