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TAURIANOVA (RC), VENERDì 01 NOVEMBRE 2024

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Vibo Valentia, Nesci (M5s) tuona contro Renzi sulla vendita di Saipem La parlamentare Cinque stelle ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan

Vibo Valentia, Nesci (M5s) tuona contro Renzi sulla vendita di Saipem La parlamentare Cinque stelle ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan
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«Il territorio vibonese non può subire, a causa delle politiche
liberistiche del governo Renzi, l’ennesima, gravissima privazione, che
nuocerebbe all’intero tessuto economico e sociale favorendo l’avanzata
della ‘ndrangheta». Lo dice la deputata M5s Dalila Nesci in relazione alla
possibile vendita di Saipem, società di progettazione del gruppo Eni, che
metterebbe in pericolo la sede di Vibo Valentia, presso cui lavorano circa
duecento addetti escluso l’indotto.

Preoccupata per la sorte della sua provincia di provenienza, la
parlamentare Cinque stelle ha presentato un’interrogazione al ministro
dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, chiedendo, in nome del
popolo, azionista principale di Eni, di non cedere Saipem. «Questo –
prosegue la deputata M5s – è il governo delle bugie, che rappresenta gli
interessi dei gruppi finanziari ed è disposto a massacrare il Sud, in primo
luogo la Calabria, pur di proiettare illusioni elettorali e consentire ai
potentati industriali di seppellire anzitutto la provincia di Vibo
Valentia, affamando i lavoratori». «Anche sulla vicenda Italcementi il
governo è rimasto immobile e muto, producendo una tragedia sociale
ampiamente prevista dal Movimento cinque stelle, che ha sempre agito,
scritto, preteso, lottato in ambito parlamentare».

Nesci conclude: «Nel grande silenzio il governo sta svendendo i beni dello
Stato, da Rai Way a Saipem, tacitando molti italiani con il contentino
degli 80 euro. Per il territorio vibonese, poi, non c’è futuro, fintanto
che Renzi sarà presidente del Consiglio, dal momento che egli non sa
affatto che cosa sia la Calabria, come dimostra la contrarietà che con
forza gli manifestano i sindacati».