A Milano una donna denuncia: ‘Ho perso bimbo per una manganellata’ Accusa polizia dopo scontri di martedì. Indaga la Procura, ma per i medici la causa non è quella
(ANSA) Non si placa la tensione che da giorni ormai si respira a Milano tra occupazioni abusive di case popolari, sgomberi e azioni violente da parte degli antagonisti che si sono schierati a fianco degli occupanti. E in questo clima oggi una donna, che era incinta di 6 mesi, ha perso il bambino, spiegando ai medici di essere stata colpita martedì scorso da una manganellata mentre stava manifestando nel quartiere Corvetto, dove le forze dell’ordine avevano appena sgomberato due centri sociali.
La Procura di Milano, con il pm di turno Gianluca Prisco e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, sta seguendo direttamente il caso e, come è stato chiarito, “sono in corso accertamenti che saranno seri, rigorosi e scrupolosi”. Intanto, fonti ospedaliere spiegano che non ci sarebbe un nesso di causalità tra la presunta manganellata ricevuta e l’aborto. I medici che hanno visitato la donna, infatti, non avrebbero riscontrato lesioni o ematomi compatibili con un colpo di manganello e tali da determinare la perdita del bambino. Sull’episodio, in ogni caso, indaga la magistratura. La donna, 37 anni, di origine romena e assistita dall’ avvocato Eugenio Losco, è stata ascoltata oggi dal pm Prisco nell’ambito del fascicolo che è stato aperto sulla vicenda. La donna, occupante abusiva di una casa in zona Corvetto, ha raccontato di aver perso il bimbo che portava in grembo a causa di un colpo con un manganello che avrebbe subito nel corso dei tafferugli che si sono verificati martedì nella zona di via Ravenna, dopo lo sgombero dei centri sociali ‘Corvaccio’ e ‘Rosanera’. Già quella mattina, tra l’altro, la donna, davanti alla telecamere, aveva detto “mi hanno dato col bastone e sono incinta, mi hanno preso la pancia”, sostenendo di aver subito una manganellata, piangendo e mostrando la pancia. “Non lavoro da tre mesi”, aveva aggiunto, raccontando anche di avere altri figli, tra cui una bimba di 9 anni e un ragazzo di 19 anni. L’aborto spontaneo si è verificato la scorsa notte e l’ospedale Mangiagalli, anche sulla base di quanto affermato dalla paziente, ha inviato subito il referto medico alla Procura. Una denuncia formale da parte della donna, invece, a quanto risulta, non è stata presentata. In serata, intanto, anarchici e comitati per la casa hanno manifestato in via Gola con una fiaccolata sul tema delle occupazioni abusive e contro gli sgomberi. Una manifestazione che, da quanto si è saputo, non è stata organizzata a seguito della notizia relativa all’aborto della donna. Nel frattempo, proseguono le indagini degli investigatori, coordinati dal procuratore aggiunto Romanelli, sui diversi episodi che si sono verificati in questi giorni. Si indaga sull’incendio doloso che nella notte tra martedì e mercoledì scorso, verso le 2.30, ha danneggiato la sede Aler (l’azienda lombarda di edilizia residenziale) di via Inganni. Tra le ipotesi di reato c’è la fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, ossia la molotov che sarebbe servita per appiccare il fuoco. E si cerca di capire se ci siano collegamenti con una serie di altri danneggiamenti che si sono verificati in varie zone di Milano quella stessa sera, quando un corteo di antagonisti partendo da via Ravenna ha cercato di arrivare fino al carcere di San Vittore, sfasciando le vetrine di alcuni negozi e banche lungo il percorso. Tra le azioni violente di questi giorni anche l’assalto a un circolo del Pd e poi pietre ed estintori lanciati contro le forze dell’ordine in uno dei tanti cortei. Il fronte caldo su cui si stanno concentrando le analisi degli investigatori è quello di un gruppo ampio di antagonisti-anarchici che gravitano anche attorno ad altri movimenti, come i ‘No Tav’.