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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Il governo degli onesti? Un’utopia per imbecilli Le riflessioni dell'avv. Cardona sulla speranza di rinascita politica della tormentata democrazia italiana

Il governo degli onesti? Un’utopia per imbecilli Le riflessioni dell'avv. Cardona sulla speranza di rinascita politica della tormentata democrazia italiana
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La realtà etico-politica contemporanea ci presenta un mondo inquieto, in fermento, troppo spesso in stato di guerra aperta.

Un mondo che, anche a causa dell’enorme influsso mass-mediale, è divenuto troppo piccolo per consentirci un rifugio in spazi di respiro pacifico.

Al contempo è un mondo troppo grande perché l’impegno dei singoli e dei gruppi possa contare sulla possibilità di conseguire successi adeguatamente sufficienti a rendere vivibile la nostra contemporaneità.

Si grida troppo e si propone poco e quanto mai forse, come in questa stagione si avverte la necessità di progetti, di proposte: prioritaria è l’esigenza di darsi un metodo!

Dovremmo considerare la valenza effettiva e concettuale del termine di stato democratico, comparandolo analiticamente con oltre 2.500 anni di interpretazioni filosofiche, politiche, giuridiche e sociologiche, ma sarebbe un compito immane che, cozzerebbe con la sinteticità richiesta in questa sede.

La storia recente dimostra quanto sia equivoco il termine “democrazia”; ma la questione non è nominalistica è precipuamente ontologica: significa interrogarsi sul contenuto che può e deve assegnarsi a questo termine.

La democrazia è una tipologia di regime statale in cui la libertà trova la sua massima espressione portando ad affermare che, lo sviluppo della democrazia è strettamente collegato alla capacità di libertà e portando a considerare fuorvianti le recidivanti polemiche che si riscontrano ciclicamente tra i sostenitori dello stato autoritario e dello stato democratico, basantesi sulla contrapposizione manichea tra bontà e cattiveria umana: buoni sono i democratici, cattivi sono gli autoritari.

In realtà lo stato democratico e lo stato autoritario misurano la loro effettiva consistenza e sopravvivenza sulla capacità di rendere libero un popolo.

Quanto più si è capaci di essere liberi tanto più si può essere democratici ed avere strutture democratiche che colloquiano con la ragionevolezza della parola e non con la prepotenza autoritaria del manganello.

Ma in fondo la libertà è l’area nella quale si incontrano, completandosi nella loro complementarietà, diritti e doveri: non si contraddice, pertanto, all’autonomia del processo di sviluppo della libertà, se si afferma che per determinare questo armonico coagulo è essenziale il supporto della legge.

Il collegamento fra legge, libertà e democrazia giustifica il primato del diritto e della legalità dello stato democratico: la crisi del diritto e della legalità attenta alla stessa esistenza della democrazia.

Bisogna arricchire le nostre conoscenze bandendo l’ignoranza e gli errori che la stessa determina convincendosi che, il problema culturale è anche e soprattutto un problema di libertà di scelte democratiche espunte del tutto dai processi di acquisizione culturale basica commista a condizionamenti derivanti da vari idola e soprattutto dai sentimenti, passioni o pressioni non ortodosse o democratiche: occorre avere il coraggio della libertà tacciando questi condizionamenti e relegandoli nell’alveo della loro illiberale natura.

Ragione e sentimento segnano il continuo avanzamento dell’uomo dando corpo anche a quelle che sembravano utopie od illusioni.

Anche se la salvezza del nostro paese e della nostra Calabria dovesse sembrare a molti un’utopia, non arretriamo, che ci lascino coltivare questa utopia nella quale celebriamo la nostra fede e la nostra speranza, ossia la nostra dignità di uomini liberi.