Gela, la raffineria del petrolchimico tra gli impianti più inquinanti d’Europa Un triste primato quello di Gela ottenuto dai veleni emessi che hanno causato danni irreversibili agli operai dell'Eni
di Roberta Strano
Un studio recente ha piazzato la Raffineria di Gela Spa al cinquantesimo posto tra gli impianti in Europa più inquinanti.
A confermarlo sono i dati forniti dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea).
Preceduta dall’Ilva di Taranto, la più grande acciaieria d’Europa appartenente al Gruppo Riva e la centrale termoelettrica Federico II di Brindisi Sud, rispettivamente al ventinovesimo e trentatreesimo posto in Europa.
Il fanalino di coda spetta invece alla raffineria di Augusta della Esso italiana, che si è piazzata all’ottantesima posizione in classifica.
Un triste primato quello di Gela ottenuto dai veleni emessi che hanno causato danni irreversibili agli operai dell’Eni, provocando decine di decessi per tumore, soprattutto ai polmoni, e la diffusione di malformazioni genetiche tra i bambini.
A nulla sembra essere servito dunque il Piano di risanamento del territorio emanato nel 1995 dal Ministero dell’Ambiente in quanto mai realizzato.
L’unica novità positiva giunge dall’accordo raggiunto tra l’Eni e il ministero per lo Sviluppo economico per la riconversione della raffineria in impianto dedicato alla produzione di bio-carburanti, rendendola di fatto “green” ovvero biologica, anche se l’inquinamento atmosferico continua a rappresentare ugualmente una grave minaccia per l’ambiente e gli abitanti della zona.