Zona del Reventino, AGESCI dice no al parco eolico L'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani si oppone al progetto di un parco eolico da realizzare nei comuni di Lamezia Terme, Decollatura, Platania, Motta Santa Lucia e Conflenti
L’urgenza della ricerca di nuove fonti energetiche alternative non può diventare il lasciapassare per chiunque progetti opere faraoniche che produrranno, poi, uno sconvolgimento paesaggistico ed ambientale non indifferente nel nostro territorio.
I capi dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) della “Zona del Reventino” vogliono esprimere il loro netto dissenso alla realizzazione del parco eolico del Monte Reventino.
Il Monte Reventino e tutto il territorio circostante hanno rappresentato, nella storia della nostra associazione (circa mille censiti in quest’area!) il luogo privilegiato per l’avvio ad un’educazione alla vita all’aperto per i nostri ragazzi, fino al punto che abbiamo voluto denominare la nostra zona “del Reventino”. La frequentazione di questi luoghi ha saputo far crescere in ciascuno di noi non solo l’amore e l’attaccamento alla natura, ma soprattutto un profondo rispetto per questi luoghi che ci hanno da sempre affascinati e proiettati in un mondo ricco di avventure e di scoperte che hanno segnato la nostra giovinezza.
Ripensare, ora, a luoghi come la Pietra di Fota, Capo Bove o i massi del Reventino, infestati e deturpati da una selva di pale eoliche ci ferisce profondamente e non per un fatto unicamente sentimentale, ma perché ben conosciamo il valore dell’unicità ambientale di questo territorio, della sua vegetazione e della fauna presente.
Abbiamo sempre guardato a questi monti come un luogo privilegiato dove gli abitanti si sono sempre accostati con un rispetto quasi sacro, sapendone sfruttare le potenzialità senza produrre danni devastanti.
Non possiamo, ora, accettare che gli sforzi compiuti negli anni sessanta per portare a compimento il rimboschimento della zona, facendo diventare il Reventino un importante polmone verde per il territorio, vengano ora vanificati da una speculazione camuffata da “progresso tecnologico non inquinante”, nobilitata da una denominazione del tutto impropria di “Parco” della cui ricaduta economica poco rimarrebbe per l’economia locale.
Pertanto, nell’auspicare che le amministrazioni locali ricadenti nell’area del Reventino sappiano opporsi con forza al progetto, invitiamo tutti i cittadini a non restare passivi di fronte a tale problema e a dare il proprio contributo per una soluzione per noi positiva del problema.