Vito Fazzi di Lecce: la vergogna del pronto soccorso Lunghissime ore di attesa nella sala d'aspetto dell'ospedale Civile Vito Fazzi
Non è possibile che la sanità sia lasciata nelle condizioni in cui questa mattina
decine e decine di pazienti e loro familiari ci hanno segnalato, specie quando si
tratta di affrontare le emergenze quotidiane e le situazioni di primo intervento
che richiedono massima accortezza, efficienza ed organizzazione per le grandi responsabilità
assegnate agli operatori ed ai medici che in questo caso possiamo indicare quali
vittime di qualcosa che certamente “non va”, al pari dei cittadini che si trovano
costretti ad affrontare le lunghe trafile e le ore d’attesa a cui ormai siamo abituati
ad assistere anche quando sono in preda a dolori lancinanti che spesso possono essere
risolti con una banale puntura, ma che richiedono comunque una pronta anamnesi da
parte del personale sanitario.Non si tratta di fare la solita retorica, ma assistere
a scene che sembrano riportarci indietro sino al dopoguerra quando l’Italia doveva
ripartire dalla devastazione del conflitto – con le eloquenti immagini che fotografano
persone in attesa lungo una porta ad aspettare il proprio turno, la tensione che
aumenta mentre i medici e gli infermieri fanno di tutto, ma proprio di tutto per
cercare di fornire risposte, cure e smaltire la mole di persone che ingrossa vieppiù
che si va avanti nel giorno le code – fa risultare evidente che i piani di riordino
e le conseguenti chiusure di strutture di prossimità, compresi alcuni “pronto soccorso”
del territorio, hanno portato solo ad un aggravio della situazione, ad un disordine
ed una impreparazione ad accogliere l’utenza che sta pian piano degenerando, ragion
per cui occorre un intervento diretto ed immediato a porre rimedio prima che la lentezza
degli interventi, lo stress cui loro malgrado sono sottoposti il personale medico
e paramedico, porti a danni ben maggiori delle lamentele cui quotidianamente ci vengono
rivolte.Perchè se Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”
da un lato fa un plauso e ringrazia il personale ospedaliero per il lavoro svolto
a dir poco encomiabile, una professione davvero di “trincea”, non possiamo non criticare
duramente le scelte verticistiche di anni di malapolitica che a partire dal livello
nazionale, ma soprattutto regionale ci hanno portato sino a questo punto. Sulla sanità
e sulla salute, infatti, come diciamo da sempre non si può scherzare o fare scriteriate
economie senza pensare alle conseguenze cui si può giungere.