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TAURIANOVA (RC), VENERDì 22 NOVEMBRE 2024

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Vucic l’uomo dalla falange bimodale Il Primo Ministro serbo deve ora difendersi dagli attacchi dell'Europa

Vucic l’uomo dalla falange bimodale Il Primo Ministro serbo deve ora difendersi dagli attacchi dell'Europa
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di Maurizio Compagnone

L’Europa ha lanciato l’attacco al Premier Serbo Aleksandar Vucic e come un serpente velenoso sputa il suo veleno negli affari interni della Serbia. Unico motivo, “far capitolare la Serbia in Politica Estera”. Tanti sono gli esempi a partire dal grande gruppo industriale della FAS (Fiat Automobile Serbia)di Kragujevac che dal lavoro dal 2008 ad oltre 3000 persone, la FAS, principale gruppo industriale in Serbia a seguito della crisi ucraina e della contrarietà di porre sanzioni alla Russia,
ha visto precipitare le vendite della 500L negli USA, auto richiestissima nel 2013 e totalmente dimenticata nel 2014 nonostante le campagne promozionali messe in atto dal Gruppo Fiat,
gli introiti sono precipitati da un anno all’altro da oltre 500 mil di euro ad appena 15 mil di euro, effetto “Ucraina e mancate sanzioni alla Russia?” oppure improvvisamente lo styling della Fiat 500L non ha più appeal? Poco credibile.

L’Europa non riesce a metabolizzare il sonoro schiaffo preso nelle  elezioni di domenica in Grecia, teme che il vento si Tspiras possa tracimare nei Balcani e trovare una sponda in Vucic che ha una visione europea distante dalle posizioni di Bruxelles.
L’Europa è ad un bivio non ha ben compreso quanto sia determinante in una battaglia l’intelligenza di un uomo, il super esercito di Dario nella battaglia di Arbela fu annientato da un piccolo esercito guidato da un condottiero (Alessandro Magno) che ha sopperito con l’intelligenza, strategia e sagacia all’imponente forza armata di Dario.

Il panzerfaust partito dalla Germania non è riuscito a perforare la corazza greca e altrettanto non riuscira a perforare quella serba. La Germania non può pensare che la Serbia è terra da colonizzare e schiavizzare da grandi gruppi industriali tedeschi. Il popolo serbo è un popolo rispettoso e non dimentica chi gli è stato vicino, l’Europa non può pensare di far leva sui tanti cortigiani presenti nei Balcani, Djukanovic, Thaci, Rama, la Jahjaga per scalzare il Premier Aleksandar Vucic ostacolo alla politica espansionistica euro-atlantica nell’est Europa.

Nel pensatoio di Bruxelles si studiano i pieni per ridimensionare la posizione dominante di Vucic, una Serbia con la Presidenza all’OSCE terrorizza gli oligarchi europei che vedono compromettere i piani
espansionistici ad Oriente. La Serbia ha le idee chiare sul conflitto in Ucraina e intende sotto la sua presidenza dare un input decisivo alla risoluzione della crisi. Nella sua onniscienza l’Europa non può permettersi il lusso di essere imbrigliata dalle capacità di un Primo Ministro di un piccolo stato con
idee molto chiare, per questo ha bisogno di creare malumori e tensioni in seno al partito del Primo Ministro.

Ad arte ha inviato funzionari in Serbia per alzare il tiro sul premier Vucic, i solerti maggordomi, hanno cavalcato l’insofferenza che sta maturando tra le seconde e terze linee del Partito Progressista Serbo (SNS)di cui Vucic è leader. Questi piccoli quadri, come cavalli selvaggi scalpitano per un posto di rilievo nelle aziende pubbliche a prescindere dalle capacità.

Lo stato di tensione fa comodo a Bruxelles è il mezzo per rompere quella coesione che Vucic con difficolta e maestria ha saputo plasmare con i suoi quadri.

I puledri imbizzarriti sono gli stessi che hanno applaudito le grandi riforme innovative messe in atto dall’esecutivo governato da Vucic e che il premier, senza nascondersi, ha illustrato, sul principale canale televisivo serbo in tutte le sue linee guida, il popolo ha accettato questa dura manovra nonostante vada a ridimensionare il tenore di vita di molti cittadini, il messaggio di Vucic è stato chiaro e ben recepito dai cittadini serbi, meglio un piccolo sacrificio oggi ed un roseo futuro, piuttosto che lo statu quo e un futuro incerto. Il carisma di Vucic è infinito si addice ad un grande condottiero,
nonostante le riforme promettono per 2 anni lacrime e sangue il popolo ha capito e ha sposato in pieno le proposte del governo. Ma l’europa non demorde, punta su quadri medio bassi del partito di Vucic, per appannare la sua leadership.

Ci riusciranno i maggiordomi dell’Europa a far breccia sugli scontenti del partito di Vucic?
Al momento è difficile prevederlo, certo l’uomo è ingordo e insaziabile.

Gli attacchi lanciati a Vucic sono scientifici per non dargli il tempo della controffensiva, le tensioni non sono solo quelle interne al partito, Vucic è sotto il fuoco dei partner di coalizione e della stampa
locale che improvvisamente ha visto crescere le sue entrate economiche. E’ da capire se queste manovre oscure rinforzano la posizione del premier serbo o, al contrario, la indeboliscono. Staremo a vedere. Le feste di Natale e Capodanno appena concluso sono state fibrillanti, solo l’abilità di Vucic ha impedito che le scintille esplose tra partner politici si potessero trasformare in un incendio incontrollabile.

Non è pessibile pensare che tutto nasca per caso, troppe coincidenze fanno pensare ad una manovra oscura volta ad indebolire il Premier nei confronti del suo elettorato e dei suoi partner politici.

Quanto potrà continuare a fare il pompiere Vucic se nelle coalizioni che sostengono il suo governo continueranno a giocare con il fuoco? Quello che sta accadendo in Serbia e tenuto segreto dallo staff vicino a Vucic configura una mano esperta nel destabilizzare le istituzioni di uno Stato. Gli attacchi provenienti dal basso colpiscono random i massimi vertici delle Istituzioni si passa dal Primo Ministro Vucic al Presidente della Repubblica Tomislav Nikolic, e quando non basta si colpiscono direttamente i ministri, come nel caso della Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Zorana Mihajlovic, toccata dal fuoco incrociato.

Non posso non pensare che dietro tutto questo ci sono gli strateghi di qualche intelligence straniera, basta poco per capirlo, chi ha dato la notizia in pasto alla Stampa che Vucic avrebbe intenzione di un
imminente rimpasto di Governo e che il Partito Socialista Serbo di cui è leader il Vice Premier nonchè Ministro degli Esteri Ivica Dacic attualmente anche Presidente all’OSCE non ne avrebbe fatto parte?

La stampa locale ben satolla negli ultimi giorni da “donazioni fantasma”, ha speculato sulle notizie del rimpasto e ha attaccato il Ministro Dacic per il suo immobilismo.

Sono stati talmente convincenti che sembrava che la rottura tra i 2 partiti di coalizione di governo, fosse vicina, solo l’intelligenza di Vucic e Dacic lo ha impedito.

Vucic non è andato per il sottile ha accusato apertamente l’Europa e il Capo delegazione UE a Belgrado Michael Davenport, frequentatore assiduo del salotto dell’Ambasciatore USA a Belgrado Michael D. Kirby a “Bulevar kneza Aleksandra Karadjordjevica.”

Il Premier Vucic ha rimproverato il Capo delegazione UE Davenport di finanziare i media locali in Serbia con l’intento di far cadere il governo.
Vucic ha espressamente condannato quella Stampa finanziata con fondi europei in quanto definita libera di lavorare contro gli interessi della Serbia e del suo Governo.

Lo scoop che la Stampa aveva anticipato sul rimpasto che Vucic intendeva fare al Governo e che estrometteva i socialisti dall’esecutivo, si è sciolto come neve al sole.
Stanco di tante falsità, Vucic ha convocato il Capo Delegazione della UE a Belgrado Davenport per chiedere spiegazioni, dopo le foto di rito a porte chiuse i 2 si sono incontrati, all’uscita dal colloquio, parlava il volto di Davenport, tutto fa supporre che l’incontro è stato tutt’altro che amichevole come dichiarato sulla stampa. Solo chi non ha sale in zucca può ritenere talmente stupido il Premier Vucic, l’uomo più influente della Serbia e con relazioni di alto spessore con Cina e Russia, da impelagarsi in conflitti con gli oppositori all’interno del suo stresso partito, con i partner di coalizione, con i partner più importanti a livello internazionale e anche con i media.

Non possiamo pensare che il potere a Vucic abbia dato alla testa è uomo dal grande equilibrio e carisma e non ha bisogno di fare la prima donna. Un consiglio ai cultori del lessico europeo, le parole di Vucic sono chiare non ammettono interpretazione, Vucic, ha si detto che licenzierà i quadri politici ma come al solito la Stampa rende noto quello che fa comodo, nel discorso manca la desinenza, “licenzieremo tutti i quadri politici del SNS (Partito Progressista Serbo” di cui Vucic è leader, la frase prosegue “CHE LAVORANO MALE”, ma questo piccolo particolare è sfuggito, è servito per montare un conflitto tra i quadri di partito che i maggiordomi della UE hanno immediatamente amplificato nello stesso partito di Vucic e nelle coalizioni partner.

Chi dirigente di azienda non direbbe le stesse cose per il bene dell’azienda stessa e a tutela di chi si sacrifica per dare il meglio? Quando un condottiero è amato dal suo esercito si devono trovare pretesti per disarcionarlo, ma cara Europa non dimenticare che le radici di Vucic sono ben solide e salde e non basta il portentoso Esercito di Dario per sconfiggere Alessandro.

Maurizio Compagnone

Opinionista della Gazzetta italo brasiliana