Gli impiegati bancari pronti a scendere in piazza Venerdì 30 gennaio, a Reggio Calabria, grande mobilitazione del mondo bancario che manifesterà con i sindacati per ridefinire i rapporti tra banche e clientela
Presso la sede della UIL di Reggio Calabria si è svolta la conferenza stampa delle OO.SS. del settore credito della provincia di Reggio Calabria. Alla presenza dei rappresentati: Franco Calabrò (Dircredito); Paolo Ginestra (FABI); Achille Mattocci (FIBA/CISL); Giuseppe De Stefano (FISAC/CGIL); Vincenzo Crupi (UILCA), sono state spiegate le motivazioni “sociali” dello sciopero generale proclamato, per l’intera giornata di Venerdì 30 Gennaio, dai sindacati che rappresentano i 300.000 bancari italiani.
Un vertenza che va oltre le pretese dei lavoratori ma investe il tessuto sociale e produttivo italiano e rischia di portare ad uno strapotere delle banche nel rapporto con la clientela.
Di seguito la nota nella quale i sindacati hanno cercato di spiegare i motivi dello sciopero:
“Oggi, come impiegati bancari, assistiamo giovani famiglie che vogliono comprare casa e necessitano di un mutuo, imprenditori che ci chiedono di finanziare i progetti di sviluppo o ci chiedono di sostenerli in un momento di difficoltà, genitori che vogliono investire i risparmi di una vota, ecc.
Lo facciamo con professionalità, etica, responsabilità, partendo dalle esigenze del cliente che riteniamo essere il nostro più grande patrimonio. Costruiamo un rapporto umano che cammina in modo parallelo con il rapporto commerciale.
Domani sarà ancora possibile???
Il nostro timore nasce dal fatto che le richieste dei banchieri (gli stessi che prendono compensi MILIONARI e che sono responsabili dell’abuso degli strumenti finanziari come derivati, cartolarizzazioni, ecc.) si possono sintetizzare nella volontà di avere piena libertà nel decidere “come, dove, quanto, quando” i bancari devono lavorare e “come e quanto” devono essere pagati”.
L’eventuale introduzione di questa deregulation avrebbe dei risvolti pesantissimi non solo per le lavoratrici e i lavoratori del settore bancario ma anche per i clienti, cittadini e imprese, che giornalmente richiedono la nostra assistenza e affidano a noi i loro risparmi, i loro progetti futuri, lo sviluppo delle loro aziende, ecc.
Con il concreto rischio e la velata minaccia di trasferimenti, demansionamenti, riduzione dello stipendio, non saremo liberi di assicurare una consulenza LIBERA, PROFESSIONALE ed ETICA.
La ricerca eccessiva di profitto da parte delle Banche contrasta con una gestione prudenziale, attenta e responsabile del rapporto con il cliente.
Vogliamo che la gente entri in una qualunque banca e non debba temere di essere “fregata” dall’impiegato al quale la Banca ha detto “o fai profitto (a prescindere da tutto) o ti trasferiamo anche a centinaia di KM di distanza”; “o fai questo o ti retrocedo nel tuo percorso di carriera”; “ o vendi o non guadagni”; “o ti inchini ai nostri comandi o ti LICENZIO”
Per evitare tutto questo, chiediamo il sostegno dell’intera opinione pubblica, delle istituzioni, del territorio.