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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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Il Tar Lazio boccia la centrale a Saline Joniche. Soddisfatti gli ambientalisti Il Tribunale amministrativo ha evidenziato irregolarità nell'iter autorizzativo per la centrale a carbone e ha dato ragione alle associazioni in un ricorso sostenuto anche dalla Regione

Il Tar Lazio boccia la centrale a Saline Joniche. Soddisfatti gli ambientalisti Il Tribunale amministrativo ha evidenziato irregolarità nell'iter autorizzativo per la centrale a carbone e ha dato ragione alle associazioni in un ricorso sostenuto anche dalla Regione
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SALINE JONICHE (RC) – Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio boccia la centrale a carbone di Saline Joniche, nel Reggino. La decisione è stata resa nota dalle associazioni ambientaliste che avevano presentato il ricorso nel 2012 contro il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri e la valutazione d’impatto ambientale.

Alla base della decisione del Tar ci sarebbe il fatto che «l’iter autorizzativo era viziato da evidenti irregolarità e forzature». A sostenere queste tesi, in un ricorso unificato, erano state Legambiente, Greenpeace, Wwf, Lipu, e quindi la Regione insieme ad altre associazioni.

«Una grande vittoria contro un progetto sbagliato – affermano le associazioni ambientaliste – ormai fuori dal contesto energetico nazionale il ministero dello Sviluppo economico prenda atto di questa sentenza e chiuda con un “no” definitivo la conferenza dei servizi con il diniego a un progetto che ha alcun senso».

«La proposta di centrale a Saline Joniche – aggoiungono – rispondeva a una visione vecchia e ormai superata della politica energetica italiana. Un impianto del genere non solo sarebbe stato molto dannoso per il clima, per l’ambiente, per la salute e per le comunità locali ma sarebbe anche inutile».

Soddisfatto anche il presidente della Regione, Mario Oliverio, secondo il quale «La Calabria non può permettere che nelle sue città, sulle sue coste, vicino ai suoi mari si costruiscano centrali che inquinano e danneggiano il territorio e la salute dei cittadini e sono inconciliabili con le potenzialità di sviluppo dei nostri territori».