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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 02 DICEMBRE 2024

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L’ex assessore regionale Tallini rinviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per la nomina di dirigenti La contestazione dell'ipotesi di reato risale allo scorso aprile mentre il processo avrà inizio il 23 luglio davanti ai giudici del tribunale di Catanzaro

L’ex assessore regionale Tallini rinviato a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per la nomina di dirigenti La contestazione dell'ipotesi di reato risale allo scorso aprile mentre il processo avrà inizio il 23 luglio davanti ai giudici del tribunale di Catanzaro
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CATANZARO – Il giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Assunta Maiore, ha rinviato a giudizio l’ex assessore regionale al personale, Domenico Tallini, che dovrà rispondere del reato di abuso d’ufficio in relazione alla mancata revoca in autotutela di una delibera per la prosecuzione degli incarichi di due dirigenti.

La contestazione dell’ipotesi di reato risale allo scorso aprile mentre il processo avrà inizio il 23 luglio davanti ai giudici del tribunale di Catanzaro. Il giudice ha prosciolto l’ex assessore regionale, difeso dagli avvocati Enzo Ioppoli e Francesco Scalzi, per l’altro capo d’imputazione che era relativo ad una presunta delibera illegittima per favorire la prosecuzione dell’incarico dei due dirigenti.

«La decisione del Gip riconosce pienamente la legittimità e la correttezza del mio operato come assessore regionale al personale», ha dichiarato a caldo Tallini, «non posso che esprimere soddisfazione – aggiunge – per il chiaro e netto proscioglimento dal capo di imputazione principale, secondo il quale avrei fatto adottare alla Giunta regionale una deliberazione illegittima allo scopo di favorire la prosecuzione dell’incarico contro legge a due dirigenti di settore esterni alla Regione. Era questo il nodo centrale del procedimento. Il giudice ha stabilito, nella sua imparzialità, che il sottoscritto non ha proposto atti illegittimi. Non ho dubbi che nel processo che si celebrerà il prossimo 23 luglio i miei legali riusciranno a dimostrare che anche per quanto riguarda l’altro capo di imputazione, strettamente legato al primo, il mio comportamento è stato corretto e lineare. Se la deliberazione di prosecuzione degli incarichi era legittima, come ha riconosciuto il Gip, non avrebbe avuto senso proporre la revoca in autotutela dello stesso atto. Resto in serena attesa del dibattimento di luglio, confermando la mia piena e totale fiducia nell’operato della magistratura».