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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Come si diventa avvocato? Copiando! Antonio Giangrande svela come superare una prova dell’esame da avvocato senza aver studiato nulla

Come si diventa avvocato? Copiando! Antonio Giangrande svela come superare una prova dell’esame da avvocato senza aver studiato nulla
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Superare una prova dell’esame da avvocato senza aver studiato nulla. E’
quanto hanno dimostrato le telecamere di Studio Aperto che ha messo in onda
un filmato realizzato con telecamera nascosta da un giornalista che ha preso
il posto di un candidato assente e si è fatto “passare” il compito scritto
valido come secondo test della prova per l’iscrizione all’albo degli
avvocati. Il reportage ha messo in evidenza tutti i “vizi” tipici degli
esami di Stato in Italia. Il cronista del tg di Mediaset è entrato
tranquillamente nella sala d’esame e nessuno ha mai controllato la sua
identità. Sarebbe potuto essere un magistrato che sostituisce un parente
impreparato o un avvocato deciso ad aiutare un collega principiante. Il
reporter si è tranquillamente seduto sul banco vuoto destinato a tal
Federico C. poi – una volta cominciata la prova – si è fatto passare tutto
il compito riempiendo gli appositi moduli timbrati e firmati dalla Corte
d’Appello di Roma. Il tutto sotto l’occhio di una telecamerina che ha anche
filmato come nella vasta aula ci si passassero manuali, e suggerimenti atti
a superare la prova. Infine nel filmato di Studio Aperto si documenta anche
come nei bagni del mega-hotel che ha ospitato gli esami i candidati abbiano
potuto consultarsi sui contenuti del compito e passarsi le relative
soluzioni.

Copi alla maturità, a un esame o a un concorso o a un esame di Stato? Ecco
cosa rischi legalmente. Hai il vizietto di copiare? Lo sai che in alcuni
casi si rischia anche l’arresto? Ecco, caso per caso, cosa rischi a livello
legale quando copi. Quante volte incappate in persone che copiano agli esami
o a un concorso pubblico, o magari chissà..siete voi stessi a farlo. Quello
che forse non sapete è che copiare non è uno scherzo, ma in molte
circostanze costituisce un vero e proprio reato perseguibile a livello
penale.

Se copi vi è il reato di plagio. Secondo l’art. 1 della legge n. 475/1925
infatti: Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o
pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro
grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento
ed all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti,
presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici
e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la reclusione da
tre mesi ad un anno. La pena della reclusione non può essere inferiore a sei
mesi qualora l’intento sia conseguito.

Se poi qualche commissario ti aiuta nell’ordinamento italiano, vi è l’abuso
d’ufficio che è il reato previsto dall’art. 323 del codice penale ai sensi
del quale: 1. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il
pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello
svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o
di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse
proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti,
intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale
ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a
quattro anni. 2. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno
hanno un carattere di rilevante gravità.

Se chi ti aiuta ti obbliga o ti induce a pagare c’è la concussione. La
concussione (dal latino tardo concussio «scossa, eccitamento» dunque
«pressione indebita, estorsione») è il reato del pubblico ufficiale che,
abusando della sua qualità o delle sue funzioni, costringa (concussione
violenta) o induca (concussione implicita o fraudolenta) qualcuno a dare o
promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità anche
di natura non patrimoniale. Reato tipico dell’ordinamento giuridico penale
della Repubblica Italiana, la fattispecie concussiva non è presente nella
maggior parte degli ordinamenti europei e internazionali (al suo posto
troviamo l’estorsione aggravata). I beni tutelati dalla fattispecie sono
pubblici (buon andamento e imparzialità della Pubblica amministrazione) e
allo stesso tempo anche privati (tutela contro abusi di potere e lesioni
della libertà di autodeterminazione). Tra i delitti dei pubblici ufficiali
contro la Pubblica amministrazione, la concussione è il reato più gravemente
sanzionato. Oggi, a seguito della riforma introdotta dalla l. 6 novembre
2012, n.190, è prevista la reclusione da sei a dodici anni (anche ante
riforma era il reato contro la P.a. più sanzionato). La normativa italiana
di contrasto al fenomeno concussivo è contenuta nel codice penale e
precisamente nel Libro II, Titolo II “Dei delitti contro la pubblica
amministrazione” (art. 314-360).

Se chi ti aiuta si fa pagare è corruzione ed indica, in senso generico, la
condotta di un soggetto che, in cambio di danaro oppure di altri utilità e/o
vantaggi che non gli sono dovuti, agisce contro i propri doveri ed obblighi.
Il fenomeno ha molte implicazioni, soprattutto dal punto di vista sociale e
giuridico; uno stato nel quale prevale un sistema politico
incontrollabilmente corrotto viene definito “cleptocrazia”, cioè “governo di
ladri”, oppure “repubblica delle banane”. In Italia il concetto di
corruzione è riconducibile a diverse fattispecie criminose, disciplinate nel
Codice Penale, Libro II – Dei delitti in particolare, Titolo II – Dei
delitti contro la pubblica amministrazione.

Se poi chi ti aiuta falsifica i verbali d’esame vi è Falsità materiale
commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici , previsto dall’art. 476
C.P. Il pubblico ufficiale, che, nell’esercizio delle sue funzioni, forma,
in tutto o in parte, un atto falso o altera un atto vero, e’ punito con la
reclusione da uno a sei anni. Se la falsità concerne un atto o parte di un
atto, che faccia fede fino a querela di falso, la reclusione è da tre a
dieci anni.

Se poi chi ti aiuta, afferma in atti pubblici, che tu inabile al ruolo, sei
invece capace e meritevole, vi è Falsità ideologica commessa dal pubblico
ufficiale in atti pubblici, punito dall’art. 479 c.p.: Il pubblico
ufficiale, che, ricevendo o formando un atto nell’esercizio delle sue
funzioni, attesta falsamente che un fatto è stato da lui compiuto o è
avvenuto alla sua presenza, o attesta come da lui ricevute dichiarazioni a
lui non rese, ovvero omette o altera dichiarazioni da lui ricevute, o
comunque attesta falsamente fatti dei quali l’atto è destinato a provare la
verità, soggiace alle pene stabilite nell’articolo 476.

Se poi chi ti aiuta fa parte di una commissione di esame (formata da
avvocati od altre figure professionali specifiche al concorso o dall’esame;
magistrati; professori universitari) ed è d’accordo con i solidali vi è
un’associazione a delinquere. L’associazione per delinquere è un delitto
contro l’ordine pubblico, previsto dall’art. 416 del codice penale italiano.

Se l’organizzazione stabilita ha carattere di sistema generale, taciuto,
impunito e ritorsivo contro chi si ribella vi è l’associazione per
delinquere di stampo mafioso. Il mezzo che deve utilizzarsi per qualificare
come mafiosa un’associazione è quindi la forza intimidatrice del vincolo
associativo e della condizione di soggezione e di omertà che ne deriva.

Quel di cui si parla è all’ordine del giorno, ma tutti fanno finta di
niente.

Bari. Test per avvocati 2014-2015, trovati i soldi l’accusa: ora è di
corruzione. Blitz a Giurisprudenza. Sequestrati i computer della dirigente
Laquale, sotto inchiesta. Indagate madre e figlia: pagarono per ottenere le
tracce dell’esame, scrive Francesca Russi su Repubblica. Catanzaro. Esame di
Avvocato 2013-2014. Copiano gli esami per avvocato, annullati 120 compiti.
Nulle le prove scritte degli aspiranti avvocati del distretto di Corte
d’Appello: contenevano passaggi identici. La commissione ammette agli orali
soltanto il 40% degli oltre 1.600 candidati, scrive “La Gazzetta del Sud”.

Lecce. Esame di Avvocato 2012-2013. L’Interrogazione parlamentare del dr
Antonio Giangrande, scrittore e Presidente dell’Associazione Contro Tutte le
Mafie e di Tele Web Italia.

Al Ministro della Giustizia. — Per sapere – premesso che: alla fine di
giugno 2013 si apprendeva dalla stampa che a Lecce sarebbero solo 440 su
1258 i compiti ritenuti validi. Questo il responso della Commissione di
esame di avvocato presso la Corte d’Appello di Catania, presieduta
dall’Avvocato Antonio Vitale, addetta alla correzione degli elaborati
dell’esame di avvocato sessione 2012 tenuta presso la Corte d’Appello di
Lecce. Più di cento scritti sono finiti sul tavolo della Procura della
Repubblica con l’accusa di plagio per poi, magari, scoprire che è tutta una
bufala. Copioni a parte, sarebbe, comunque, il 65% a non superare l’esame:
troppi per definirli asini, tenuto conto che alla fase di correzione non si
dedicano oltre i 5 minuti, rispetto ai 15/20 minuti occorrenti. Troppo pochi
per esprimere giudizi fondati.

Tenuto conto che le notizie sono diffamatorie e lesive della dignità e
dell’onore non solo dei candidati accusati del plagio, ma anche di tutta la
comunità giudiziaria di Taranto, Brindisi e Lecce coinvolta nello scandalo,
si chiede di approfondire alcune questioni (in relazione alle quali
l’interrogante ritiene opportuno siano comunicati con urgenza dati certi)
per dimostrare se di estremo zelo si tratti per perseguire un malcostume
illegale o ciò non nasconda un abbaglio o addirittura altre finalità.

Per ogni sede di esame di avvocato ogni anno qual è la media degli abilitati
all’avvocatura ed a che cosa è dovuta la disparità di giudizio, tenuto conto
che i compiti corretti annualmente presso ogni sede d’esame hanno diversa
provenienza. Se per l’esame di avvocato è permesso usare codici commentati
con la giurisprudenza; Se le tracce d’esame di avvocato indicate del 2012
erano riconducibili a massime giurisprudenziali prossimi alla data d’esame e
quindi quasi impossibile reperirle dai codici recenti in uso i candidati e
se, quindi, i commissari, per l’impossibilità acclamata riconducibile ad
errori del Ministero, hanno dato l’indicazione della massima da menzionare
nei compiti scritti;

Nella sessione di esame di avvocato 2012 a che ora è stabilita la dettatura
delle tracce; presso la sede di esame di avvocato di Lecce a che ora sono
state lette le tracce; se in tal caso la conoscenza delle stesse non sia
stata conosciuta prima dell’apertura della sessione d’esame con il divieto
imposto dell’uso di strumenti elettronici; Quali sono le mansioni delle
commissioni d’esame di avvocato: correggere i compiti e/o indagare se i
compiti sono copiati e quanto tempo è dedicata ad una o all’altra funzione;

Quali sono i principi di correzione dei compiti, ed in base ai principi
dettati, quali sono le competenze tecniche dei commissari e se corrispondono
esattamente ai criteri di correzione: Chiarezza, logicità e metodologia
dell’esposizione, con corretto uso di grammatica e sintassi; Capacità di
soluzione di specifici problemi; Dimostrazione della conoscenza dei
fondamenti teorici degli istituti giuridici trattati e della capacità di
cogliere profili interdisciplinari; Padronanza delle tecniche di
persuasione. Tra i principi indicati qual è la figura professionale tra
avvocati, magistrati e professori universitari che ha la perizia
professionale adatta a correggere i compiti dal punto di vista lessicale,
grammaticale, sintattico, persuasivo ed ogni altro criterio di correzione
riconducibile alle materie letterarie, filosofiche e comunicative.

Quanti e quali sono le sottocommissioni in Italia che da sempre hanno
scoperto compiti accusati di plagio e in base a quali prove è stata
sostenuta l’accusa;

Quante e quali sono le sottocommissioni di Catania che hanno verificato il
plagio de quo e quanti sono gli elaborati accusati di plagio ed in base a
quali prove è sostenuta l’accusa.

Se le Sottocommissioni di Catania coinvolte erano composte da tutte le
componenti necessarie alla validità della sottocommissione: avvocato,
magistrato, professore.

Se tutti i compiti di tutte le sottocommissioni di esame di avvocato di
Catania (contestati, dichiarati sufficienti, e dichiarati insufficienti)
presentano segni di correzione (glosse, cancellature, segni, correzioni,
note a margine);

Quanto tempo, in base ai verbali apertura-chiusura sessione, per ogni
compito tutte le sottocommissioni di Catania (anche quelle che non hanno
scoperto le plagiature) hanno dedicato alla fase di correzione (apertura
della busta grande, lettura e correzione dell’elaborato, giudizio e
motivazione, verbalizzazione e sottoscrizione);

Quanto tempo, in base ai verbali apertura-chiusura sessione, per ogni
compito tutte le sottocommissioni di Catania (quelle che hanno scoperto le
plagiature) hanno dedicato alla fase di correzione e quanto tempo alla fase
di indagine con ricerca delle fonti di comparazione e quali sono stati i
periodi di pausa (caffè o bisogni fisiologici).

Al Ministro si chiede se si intenda valutare l’opportunità di procedere ad
un indagine imparziale ed ad un’ispezione Ministeriale presso le sedi
d’esame coinvolte per stabilire se Lecce e solo Lecce sia un nido di
copioni, oppure se la correzione era mirata, anzichè al dare retti giudizi,
solo a fare opera inquisitoria e persecutoria con eccesso di potere per
errore nei presupposti; difetto di istruttoria; illogicità,
contraddittorietà, parzialità dei giudizi.

Salerno. Copiano all’esame, indagati 12 avvocati. Inchiesta sulla prova
scritta della sessione 2011/2012, scrive Clemy De Maio su La Città di
Salerno. Salerno, l’inchiesta sull’esame divide gli avvocati. In dodici sono
indagati per avere copiato da internet. Il presidente Montera: «Si
controllino pure magistrati e notai», scrive Clemy De Maio su “La città di
Salerno”. «La Procura indaga sugli esami degli avvocati? E perché non si
verificano pure quelli per magistrati o notaio, visto che negli anni scorsi
un concorso al notariato è stato persino annullato perché qualche figlio
“illustre” conosceva già le tracce prima di entrare».

Gli aspiranti avvocati copiano i temi: 110 indagati a Potenza. L’esame di
abilitazione è stato corretto a Trento nel 2007, scrive “La Stampa”.

Campobasso. Trentotto persone sono indagate nell’ambito di un’inchiesta
sullo svolgimento dell’esame per diventare avvocato. L’esame, tenutosi nel
dicembre del 2007 in Molise, sarebbe stato “truccato”, scrive “Altro
Molise”.

Sotto inchiesta la prova scritta che si è tenuta a Catanzaro nel ’97. Avvisi
di garanzia a legali di tutta Italia. Avvocati, all’esame di Stato hanno
copiato 2.295 candidati su 2.301, scrive Gian Antonio Stella su “Il Corriere
della Sera”.

Cassazione SU: l’avvocato che favorisce i candidati durante l’esame di
abilitazione va sospeso, scrive Francesca Russo su Filo Diritto del 16
febbraio, le Sezioni Unite hanno rinviato al Consiglio nazionale forense la
decisione sulla sospensione di un avvocato per aver aiutato un candidato
durante l’esame di abilitazione. (Corte di Cassazione – Sezioni Unite
Civili, Sentenza 16 febbraio 2015, n. 3023).

UNA COSA E’ CERTA. NESSUNO DI COLORO CHE HA USUFRUITO O HA AGEVOLATO UN
CONCORSO OD UN ESAME DI STATO TRUCCATO E’ STATO MAI CONDANNATO O RADIATO. SE
POI VAI A PARLAR CON COSTORO SI DIPINGONO COME ANIME BIANCHE E TI ACCUSANO
DI MITOMANIA O PAZZIA. ADDIRITTURA ARRIVANO A DIRTI: TI RODI PER NON AVER
SUPERATO L’ESAME O IL CONCORSO!!!

Il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese,
in primo grado fu condannato a 10 mesi. L’accusa: truccò il concorso per
avvocati. Non fu sospeso. Da “La Repubblica” di Palermo del 10/01/2001:
Parla il giovane aspirante avvocato, che ha portato con sé una piccola
telecamera per filmare “palesi irregolarità”. «Ho le prove nel mio video del
concorso truccato. Ho un’altra cassetta con sette minuti di immagini, che
parlano da sole. Oggi sarò sentito dal magistrato. A lui racconterò tutto
ciò che ho visto. La giornata di un concorsista, aspirante avvocato,
comincia alle quattro e mezza del mattino. Alle sei devi esser in prima
fila. Ed è quello il momento in cui capisci come vanno le cose. Tutti lo
sanno, ma nessuno ne parla». I.D.B., 38 anni, ha voluto rompere il silenzio.
Nei giorni dell’esame scritto per l’abilitazione forense si è portato dietro
una piccola telecamera e ha documentato quelle che lui chiama “palesi
irregolarità”. E’ stato bloccato dai commissari e la cassetta con le
immagini è stata sequestrata. Ma lui non si perde d’animo: «in fondo io
cerco solo la verità». Intanto, I.D.B. rompe il silenzio con “La Repubblica”
perché dice «è importante cercare un movimento d’opinione attorno a questa
vicenda ». E ha già ricevuto la solidarietà dell’associazione Nazionale
Praticanti ed avvocati. «Vorrei dire – racconta – delle sensazioni che ho
provato tutte le volte che ho fatto questo esame. Sensazioni di impotenza
per quello che senti intorno. Ed è il segreto di Pulcinella. Eccone uno:
basta comunicare la prima frase del compito a chi di dovere. Io ho chiesto i
temi che avevo fatto nelle sessioni precedenti: non c’era una correzione,
una motivazione, solo un voto». Il primo giorno degli esami scritti il
giovane si è guardato intorno. L’indomani era già dietro la telecamera: «Ho
filmato circa sette minuti, in lungo ed in largo nel padiglione 20 della
Fiera del Mediterraneo, dove c’erano più di novecento candidati. A casa ho
rivisto più volte il filmato e ho deciso che avrei dovuto documentare
ancora. Così è stato. Il secondo filmato, quello sequestrato, dura più del
primo. A un certo punto una collega si è accorta di me e ha chiamato uno dei
commissari. Non ho avuto alcun problema, ho consegnato la cassetta. E sin
dal primo momento ho detto: Mi sono accorto di alcune irregolarità e ho
documentato. Allora mi hanno fatto accomodare in una stanza. E insistevano:
perché l’ha fatto?. Tornavo a parlare delle irregolarità. Poi mi chiedevano
chi le avesse fatte. Lo avrei detto al presidente della commissione, in
disparte. Davanti a tutti, no!» Il giovane si dice stupito per il clamore
suscitato dal suo gesto: «Non dovrebbe essere questo a sorprendere, ho avuto
solo un po’ più di coraggio degli altri». Ma cosa c’è in quelle
videocassette? L’aspirante avvocato non vuole dire di più, fa cenno ad un
commissario sorpreso in atteggiamenti confidenziali con alcuni candidati:
«Francamente non capisco perché non siano stati presi provvedimenti per il
concorso. Quei capannelli che ho ripreso sono davvero troppo da tollerare.
Altro che piccoli suggerimenti!».

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia