Sanità, Varapodio e Rizziconi attaccano il silenzio dell’Asp Ribaltata dal Tar la delibera che nel 2009 aveva disposto la chiusura di cinque presìdi di Guardia medica, ora l’Asp ha l’obbligo di riattivare il servizio. Ma intanto tutto tace
di Graziano Aloi
VARAPODIO – «Abbiamo diritto ad avere un’assistenza sanitaria dignitosa e soprattutto abbiamo diritto ad avere delle risposte da chi sta facendo orecchie da mercante». Con queste parole, nella Sala consiliare del Comune di Varapodio, il sindaco Orlando Fazzolari ha aperto, ieri pomeriggio, una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche Giuseppe Di Giorgio, primo cittadino di Rizziconi, e i legali dei due Comuni.
I due amministratori, a fronte di una sentenza favorevole della magistratura, hanno deciso di denunciare ai giornalisti la mancata riapertura, da parte dell’Asp n.5, delle postazioni di Guardia Medica soppresse nel giugno del 2009. Decorso, il 22 aprile scorso, il termine dei novanta giorni che il Commissario ad Acta, dott. Guido Ugo Bertullo, aveva concesso all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria per revocare, inderogabilmente, i provvedimenti presi con la delibera n. 215 del 26 maggio 2009, niente sembra essere cambiato. Nessuna disposizione è stata fatta pervenire ai comuni interessati (Varapodio e Rizziconi ma anche Polistena, Maropati, e Gallico), che pure, secondo quanto stabilito dalla sentenza 402/14 emessa dal T.A.R., avrebbero diritto immediato ad un nuovo presidio cittadino di “continuità assistenziale”.
«Riteniamo di essere stati pesantemente danneggiati dai provvedimenti presi in passato dal Commissario Cetola – dice Fazzolari – e adesso continuano a danneggiarci, ignorandoci. È inspiegabile questo silenzio da parte dell’Asp e dei suoi dirigenti, siamo pronti a presentare, attraverso i nostri legali, un esposto alla Procura della Repubblica nel caso in cui il nostro appello verrà ancora ignorato».
Gli fa eco la dichiarazione del sindaco Di Giorgio, che afferma: «Mi auguro che la nuova governance, con in primis il nuovo direttore (Santo Gioffré, ndr) che tra l’altro è di Palmi e quindi conosce bene la difficile realtà della nostra Piana, sia sensibile a questo appello ed ottemperi alla legge nel minor tempo possibile, in caso contrario saremo costretti ad attivarci per vie legali».
I due sindaci hanno poi ribadito la loro disponibilità, come già fatto in passato, a concedere i locali comunali a titolo assolutamente gratuito, facendosi carico delle spese di adeguamento e mantenimento delle strutture, al fine di restituire un servizio essenziale per il territorio.
Un servizio che diventa indispensabile non solo per quanto riguarda l’aspetto sanitario ma anche dal punto di vista socio-economico, in virtù del nuovo regolamento per l’accesso al Pronto Soccorso che impone al cittadino il pagamento di un ticket abbastanza oneroso (da 45 a 25 euro) per le prestazioni catalogate con codice bianco, verde e giallo. Una spesa che, in molti casi, non coincide con il salario giornaliero di molti cittadini, gravando in misura significativa sulle famiglie con una fascia di reddito medio-bassa.