La Grecia è sull’orlo del default, ma si continua a trattare Resta il nodo pensioni e stipendi. Il premier Tsipras punta su un accordo politico e oggi, al vertice di Riga, tornerà alla carica sulla ristrutturazione del debito
Di Antonio Napoli
Grecia è davvero sull’orlo del default e a confermarlo sono i deputati di Syriza annunciando che il Governo, senza nuovi aiuti, non rimborserà i 300 milioni di euro che deve al Fmi il 5 giugno. Ma pagherà invece stipendi e pensioni, perché i cittadini contano più dei creditori internazionali. Nonostante la Bce abbia aumentato di 200 milioni di euro la liquidità d’emergenza alle banche (Ela) rinviando l’eventuale stretta sull’haircut, lo ‘sconto’ sul valore dei bond greci, la situazione è talmente critica che il ministro delle finanze tedesco Schauble non esclude un fallimento e Moody’s vede “alta” la possibilità di un congelamento dei depositi bancari. Il premier Tsipras però non si scoraggia, punta su un accordo politico e oggi, a Riga, tornerà alla carica sulla ristrutturazione del debito presentando il suo piano a Merkel, Hollande e Juncker. I negoziati a livello tecnico sono ripresi dopo una pausa di qualche giorno e “le cose si muovono”, riferiscono fonti europee. I greci hanno presentato al Brussels Group proposte sui tre nodi principali: pensioni, mercato del lavoro e una semplificazione dell’Iva, con due aliquote. Quella sull’Iva sembra sia stata già criticata, quindi il Governo starebbe pensando ad una misura sostitutiva: un’imposta dello 0,1-0,2% sulle transazioni bancarie (ad eccezione dei prelievi al bancomat e dei pagamenti con carta). Secondo la Bloomberg, i creditori avrebbero aperto a un compromesso sul salario minimo che Tsirpas vuol aumentare, ma riterrebbero una riforma delle pensioni inderogabile.
Il vero negoziato è politico ed è nelle mani di Tsipras, che oggi e domani cercherà di fare leva sugli altri leader a margine del vertice sulla Eastern Partnership di Riga. Già questa sera il premier ellenico ha in programma un bilaterale con la Merkel dopo la cena dei leader. Obiettivo, un’intesa globale che metta fine all’austerity e comprenda una soluzione sul debito. Questione che i creditori non vogliono però affrontare: gli accordi del 2012 prevedono che se ne torni a parlare solo una votla che sarà concluso l’attuale programma di salvataggio. L’obiettivo di tutti è arrivare ad un accordo entro fine mese, perché il 5 giugno per la Grecia potrebbe scattare un probabile default ufficiale: “Non ci sono fondi” per rimborsare l’ “enorme” prestito del Fmi, ha detto Nikos Filis, portavoce del gruppo parlamentare di Syriza, assicurando però che il Governo pagherà stipendi e pensioni. Ma “non daremo soldi ai creditori”, avverte. Tacciono Tsipras e il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis, lasciando un punto interrogativo se non si tratti dell’ennesima mano di poker fra Atene e Berlino. Ad aumentare la tensione, Moody’s spiega che le prospettive per le banche greche sono negative, rispecchiando la crisi di liquidità. E visto che “è improbabile un allentamento delle tensioni” sugli istituti di credito ellenici nei prossimi 12-18 mesi, “è molto alta la possibilità” che venga imposto “un controllo sui trasferimenti di capitali e un congelamento dei depositi”.