Montegiordano, presentato il Festival dieta Mediterranea L'evento, che si svolgerà il 20 e 21 giugno a Montegiordano, è stato presentato alla BJT di Trebisacce. Obiettivo: sensibilizzare a corretta alimentazione
TREBISACCE (Cs) – La Borsa Jonica del Turismo, la fiera dell’ecoturismo accessibile, del gusto e del turismo enogastronomico è anche promozione e sensibilizzazione ad una sana e corretta alimentazione. Aumentare la conoscenza sui luoghi, sul territorio, sul cibo e sui suoi effetti sulla salute, per rendere il cittadino un consumatore consapevole. Stop all’obesità, a partire dai bambini, e alle malattie derivanti dal sovrappeso. Ecco gli obiettivi.
È quanto emerso dalla conferenza stampa congiunta promossa dall’UNPLI Proloco di Montegiordano e Slow Medicine, che ha offerto l’occasione di presentare all’interno dell’evento in corso a Trebisacce, il FESTIVAL DELLA DIETA MEDITERRANEA, in programma per i prossimi SABATO 20 e DOMENICA 21 GIUGNO.
All’incontro con gli operatori della stampa, tenutosi ieri presso il padiglione convegni della BJT, sono intervenuti Mimmo BLOISE, Presidente Provinciale dell’UNPLI Cosenza, Mariangela DE VITA della Condotta Slow Food Pollino – Sibaritide – Arberia, Luciano LAUTERI, Presidente Nazionale Slow Turism e Carmela MARADEI, Presidente Proloco Montegiordano.
Slow Medicine e Slow Food – ha detto la DE VITA – propongono ciò che già Ippocrate studiava nel nostro bacino del Mediterraneo ovvero la correlazione tra cibo e salute. Generalmente associamo la Dieta Mediterranea solo alla sua piramide e ai valori nutrizionali, ma nella sua completezza influenza anima, mente e corpo. La convivialità, ad esempio, agisce sull’anima e sulla società, mentre il cibo agisce sulla mente con l’umore, la calma e i ritmi del sonno. Abbiamo ereditato la Dieta Mediterranea – ha aggiunto – che rappresenta le nostre radici eppure ai nostri figli, attraverso i prodotti dell’industria alimentare, stiamo consegnando l’appiattimento dei sapori e non stiamo trasferendo la conoscenza e la cultura ereditata da questi luoghi. Ci siamo snaturati attraverso l’occidentalizzazione nei consumi di cibo e stili di vita, ma siamo ancora in tempo a cambiare rotta tornando alla natura.
L’ambizione di Slow Medicine – ha concluso la DE VITA – è anche quella di ristabilire la relazione tra medico e paziente. Infatti non è aperta solo ai medici ma anche ai cittadini, ai pazienti e a chiunque percepisca la salute come un bene comune da tutelare insieme. La medicina di oggi è sintomatica e orientata più alla cura che alla prevenzione. Il cibo quindi diventa uno strumento di prevenzione.