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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 DICEMBRE 2024

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“Calabria all’Expo: uno stand triste che ci fa arrossire” Dura critica del presidente della Confcommercio Giovanni Santoro. "Oltre ad essere miserabile mancano i prodotti caratteristici peculiari"

“Calabria all’Expo: uno stand triste che ci fa arrossire” Dura critica del presidente della Confcommercio Giovanni Santoro. "Oltre ad essere miserabile mancano i prodotti caratteristici peculiari"
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Anche la Commercio di Reggio Calabria all’edizione 2015 della conferenza nazionale organizzata quest’anno a Milano in occasione dell’esposizione universale. Un’occasione unica a cui hanno partecipato i rappresentanti delegati delle varie regioni d’Italia a cui è stato consentito di visitare l’Expo. Anche Reggio Calabria quindi presente con il presidente della Confcommercio, Giovanni Santoro e gli altri membri del direttivo provinciale.  «Nel visitare  lo stand della Calabria, che si trova tra la Liguria e le Marche, subito è saltato agli occhi il distacco dagli altri padiglioni d’Italia. La prima impressione è stata di tristezza, definirlo “miserabile” è dir poco.  Trenta metri quadri completamente abbandonati, sia dai visitatori che dalle stesse hostess. Sono andato io a cercarle e non sapeva neanche di avere all’interno del suo pseudo-stand il bergamotto! Arredato con 4 cubi di legno bianco e 5 cassette di frutta di legno dipinte malamente di bianco in cui sono state posizionate piante di origano, salvia, cipolla, basilico, prezzemolo e bergamotto. Mancavano i prodotti caratteristici peculiari: frutta, come l’annona, il  cedro, le arance, le clementine, peperoncino o salumi tipici. Un pannello in cui scorrevano foto di squarci di paesaggi senza menzionare il luogo, né tanto meno i Bronzi di Riace, oggetto nei mesi scorsi di una lunga polemica. Chi ha progettato un orrore del genere, accanto a regioni fatte a regola d’arte in cui venivano offerti prodotti tipici locali?- si chiede Santoro. Fino a ottobre quanto costerà alle casse della Regione Calabria la nostra presenza a Milano? Perché non interpellare chi queste cose le fa di mestiere invece, di fare queste figure e far arrossire dalla vergogna a chi tiene davvero alla Calabria. Come si fa a rilanciare o parlare di turismo in queste condizioni?».