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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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La corretta alimentazione come terapia Di questo si è parlato durante l'incontro tenutosi nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme

La corretta alimentazione come terapia Di questo si è parlato durante l'incontro tenutosi nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme
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Catanzaro – Nella Sala Ferrante del Presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme si è tenuto un incontro sul tema “Ristorazione ospedaliera: dal catering alla terapia”, al quale hanno partecipato tutti i Primari/Responsabili delle Unità operative dei Presidi Ospedalieri di Lamezia Terme, Soverato e Soveria Mannelli. L’iniziativa è stata fortemente voluta dal Commissario Straordinario dell’ASP di Catanzaro, Dr. Giuseppe Perri, già Responsabile del Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione di Lamezia Terme, che ha introdotto i lavori partendo dalla considerazione che “Il cibo è la prima medicina”, come affermava Ippocrate, padre fondatore della Medicina, precisando che “Se è vero che una corretta alimentazione è fondamentale per mantenere e promuovere la salute nel soggetto sano, è altrettanto vero che nel soggetto affetto da patologia l’intervento nutrizionale ha finalità terapeutiche specifiche e/o di prevenzione delle complicanze”.
Il Dr. Pietro Menniti, Direttore Medico del Presidio ospedaliero di Soveria Mannelli, ha evidenziato la professionalità degli operatori sanitari, che, anche in periodi di profonda crisi del sistema sanitario, si prodigano a 360 gradi in azioni di miglioramento della qualità dell’assistenza al paziente, impegnandosi a valorizzare il momento della consumazione del pasto, poiché il ruolo della nutrizione non è inferiore a quello degli altri ruoli sanitari.
Il Dr. Domenico Tomaino, Direttore Medico del Presidio ospedaliero di Lamezia Terme, ha quindi evidenziato l’importanza della ristorazione ospedaliera come strumento per contrastare la malnutrizione in Ospedale. I dati della letteratura internazionale e l’esperienza italiana e regionale, infatti, evidenziano che il 40-50% dei soggetti è a rischio di malnutrizione all’ingresso in ospedale, con percentuali più elevate per i pazienti più anziani, e che durante la degenza lo stato nutrizionale peggiora in oltre un terzo dei pazienti. Pertanto, la nutrizione di un soggetto ospedalizzato va intesa come vera e propria terapia durante il ricovero ed al paziente devono essere fornite indicazioni nutrizionali da seguire anche dopo la dimissione.
Gli aspetti tecnici relativi alle attività svolte, alle caratteristiche del Dietetico e del Prontuario dietoterapico ospedaliero sono stati brillantemente illustrati dalla Dr.ssa Marina La Rocca e dalla Dietista Adriana Grandinetti. Al termine dell’incontro sono state distribuite a tutte le Unità Operative ospedaliere delle bilance con altimetro per misurare e monitorare peso ed altezza dei pazienti e calcolare l’Indice di Massa Corporea al momento del ricovero e durante la degenza. Il Coordinatore infermieristico della UO Cardiologia, Ferdinando Serratore, ha indicato le modalità per effettuare la valutazione del rischio nutrizionale, utilizzando il metodo MUST, per identificare i soggetti a rischio di malnutrizione ed attivare gli interventi nutrizionali opportuni.
Alla discussione, moderata dalla Dr.ssa Annalisa Spinelli, hanno partecipato numerosi uditori, tra i quali si segnala il contributo del Direttore dell’UO Oncologia, dr. Ettore Greco, che ha evidenziato come l’intervento nutrizionale nei pazienti oncologici sia fondamentale, insieme alla chemioterapia ed al pari della terapia di supporto, per migliorare la qualità della vita e prolungare la sopravvivenza.