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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Lunedì la nuova Giunta regionale, Oliverio pronto a sacrificare gli indagati Un avviso di garanzia equivale ad una condanna. Il Governatore sbaglia a sostenere questa linea

Lunedì la nuova Giunta regionale, Oliverio pronto a sacrificare gli indagati Un avviso di garanzia equivale ad una condanna. Il Governatore sbaglia a sostenere questa linea
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di Luigi Longo

Sono ore frenetiche nei palazzi politici che contano, a Roma e in Calabria. Lunedì Mario Oliverio nominerà la nuova giunta regionale dopo il terremoto politico giudiziario con l’arresto dell’assessore De Gaetano e dell’ex presidente del consiglio Gigi Fedele. Mario Oliverio sembra orientato a far fare un passo indietro a tutti gli indagati di rimborsopoli. Per intenderci dovrebbero lasciare il posto di assessore Carlo Guccione e Enzo Ciconte.
Mentre Ciconte ha già rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Oliverio, Guccione si sta opponendo a tale decisione. D’altronde come dargli torto, un avviso di garanzia non può diventare una condanna preventiva. L’avviso di garanzia deve rimanere uno strumento di garanzia per l’indagato. La pratica adottata sotto l’era di tangentopoli ha fatto le fortune di giustizialisti creando un mostro giuridico che ha penalizzato l’Italia è la credibilità di un paese democratico. In un paese normale ogni cittadino ha il diritto di potersi difendere fino a tre gradi di giudizio. In Italia invece uno strumento a garanzia dell’indagato si trasforma in processo mediatico ed una condanna a priori. Dunque un semplice avviso di garanzia può mettere fuori gioco qualsiasi amministratore o politico. Un meccanismo che il governatore Oliverio farebbe bene, da uomo della sinistra, a valutare bene. Paradossalmente se domani mattina un Pm si alza ed invia un avviso di garanzia a Oliverio, il governatore si dovrebbe dimettere? Non scherziamo! Suvvia se Oliverio applica la regola che un’informazione di garanzia equivale ad una condanna preventiva è un obbrobrio giuridico
da far venire la pelle d’oca!

Discorso a parte per le persone sottoposte ad arresti, in questo caso se il Pm adotta la misura della carcerazione (nella stessa inchiesta) vuol dire che la procura ed il Gip hanno valutato diverse le responsabilità di colpevolezza. Ricordiamolo, la procura di Reggio Calabria è guidata da magistrati di primo livello, ad iniziare dal suo procuratore. De Raho ed suoi uomini nella lotta alla ‘ndrangheta
ed ai colletti bianchi, stanno facendo un lavoro eccezionale. Ma ritorniamo alle manovre politiche per la formazione della giunta regionale. Se la posizione di Oliverio è quella del rinnovamento totale, Carlo Guccione si difende con le unghie e con i denti nel nome di un principio sacrosanto, un avviso di garanzia non è una condanna. A questo punto se si devono dimettere Guccione e Ciconte, stessa
sorte dovrà toccare al presidente del consiglio regionale Scalzo. Le manovre si sono sposate a Roma dove Scalzo, uomo politico vicino al premier Matteo Renzi, in questi giorni ha intensificato gli incontri romani per sondare gli umori di chi conta a nella Capitale. Se Scalzo ottiene il via libera per la sua riconferma da Renzi, indica anche un lascia passare per Guccione e Ciconte. Diversamente non si capirebbe la disparità di trattamento. Se passa la linea Oliverio, in pole position per la carica di presidente del Consiglio regionale ci sono Mimmo Battaglia e Nicola Irto. Per la giunta regionale sembra scontata la nomina dell’ex sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza (non è una novità, il suo nome circolava da tempo) e per un alto funzionario della Stato. Il resto ad oggi è tutto in alto mare.