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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 14 NOVEMBRE 2024

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Assolta l’ex sindaco Carolina Girasole I giudici hanno assolto sia l'ex primo cittadino di Isola Capo Rizzuto che il marito, ma non ha retto l'intera struttura dell'accusa che travolse anche la cosca Arena

Assolta l’ex sindaco Carolina Girasole I giudici hanno assolto sia l'ex primo cittadino di Isola Capo Rizzuto che il marito, ma non ha retto l'intera struttura dell'accusa che travolse anche la cosca Arena
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CROTONE – Il Tribunale penale di Crotone oggi pomeriggio ha assolto l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole e il marito Franco Pugliese dalle accuse di voto di scambio politico-mafioso, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.

Si sgonfia, dunque, l’inchiesta che nel dicembre 2013 portò all’operazione Insula, nell’ambito della quale fu arrestata, tra gli altri, l’ex sindaco, nota fino ad allora soprattutto per il suo impegno antimafia. Sono stati assolti dall’accusa di voto di scambio anche Massimo e Pasquale Arena, figli del boss Nicola. Da quella di turbativa d’asta, inoltre, sono stati assolti l’ex assessore all’Agricoltura di Isola Domenico Battigaglia e il funzionario comunale Domenico Calabretta. Da quella di abuso d’ufficio e turbativa sono stati assolti anche Pasquale Arena e Paolo Lentini.

Per turbativa d’asta sono stati condannati a 3 anni e sei mesi ciascuno il boss Nicola Arena, il figlio Massimo e i presunti prestanome Antonio De Meco e Antonio Guarino. Dall’accusa di associazione mafiosa sono stati assolti Nicola Arena e i figli Massimo e Pasquale e Francesco Ponissa. Quest’ultimo è stato condannato a quattro anni di reclusione per un episodio di usura.

In una precedente udienza il pm Antimafia Domenico Guarascio aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati proponendo, in particolare, sei anni di reclusione ciascuno per la Girasole e il marito.

Cinque condanne, ma non per le tutte le accuse contestate, e sei assoluzioni, il bilancio finale del processo scaturito dall’inchiesta con cui la Guardia di finanza riteneva di aver fatto luce su un accordo collusivo che prevedeva anche la stesura di un bando del Comune perché gli Arena potessero commercializzare i finocchi coltivati sui terreni confiscati agli Arena.