La politica calabrese ricorda Francesco Fortugno L'esempio dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale rivive nelle parole dei politici calabresi in occasione del decennale della sua scomparsa
FRANCESCO D’AGOSTINO (Vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria):
“Ricordare Franco Fortugno, nel decennale della sua uccisione, è un obbligo morale, politico e istituzionale che vuole e deve essere, innanzi tutto, un messaggio di vicinanza alla sua famiglia e, contemporaneamente, all’intera comunità della Locride, ai suoi problemi e alle sue speranze. La memoria di quel tragico evento non va persa, ma alimentata: la barbara uccisione di Franco Fortugno, assieme a sentimenti di fortissimo e assai profondo turbamento, ha fatto crescere in tantissimi donne e uomini di buona volontà, il bisogno di spendersi per la legalità, il bene comune e il cambiamento, Oggi, nel nome di quel Vice Presidente del Consiglio regionale ucciso davanti a Palazzo Nieddu a Locri, ribadiamo la nostra ferma condanna di ogni genere di condizionamento o ingerenza mafiosa, affermando che la libertà e la democrazia sono gli unici strumenti a cui affidarsi per perseguire gli obiettivi economici, sociali e culturali che facciano crescere la nostra terra.
Chi decise di colpire l’allora Vice Presidente del Consiglio regionale lo fece con il torbido disegno di creare sgomento e scompiglio nel cuore e nella mente di tanti calabresi onesti; quel messaggio di morte non è passato. Le reazioni e la solidarietà provenienti dalla società civile, dalle Istituzioni, dalla politica locale e nazionale, diedero a quell’accadimento un corso profondamente diverso.
Oggi il dovere di ogni cittadino di questa regione e, ancor più, di ogni politico calabrese, deve essere quello di onorare Franco Fortugno e di ricordarlo come simbolo di una terra che non vuole piegarsi a logiche mafiose ma che, anzi, da queste vuole affrancarsi completamente per crescere e vivere in una comunità libera da ogni condizionamento e fortemente responsabile del proprio futuro”.
DOMENICO BATTAGLIA (Consigliere regionale – Partito Democratico):
“La significativa partecipazione alla cerimonia commemorativa del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno è il segno tangibile del processo di cambiamento in atto nella nostra regione e di una diversa sensibilità generata anche dallo slancio e dal desiderio di riscatto dei tanti giovani che all’epoca sfilarono per le strade di Locri contro la malvagità e la tracotanza della criminalità, rendendosi protagonisti di un nuovo corso.
Ricordare oggi il Vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno ed onorarne la memoria è non solo un dovere istituzionale ma costituisce conferma di un impegno coerente da parte della massima Istituzione calabrese nel segno del rispetto delle regole e contro la cultura mafiosa.
Francesco Fortugno resta un modello di riferimento per la sua capacità di ascolto e per il modo di affrontare le questioni istituzionali più spinose e delicate, privilegiando la pacatezza e l’equilibrio anche nei momenti di più aspro confronto politico, tenendo sempre ferma come bussola del suo agire l’interesse comune.
Il nostro impegno in questa giornata di intensa emozione continua nel solco tracciato da Franco Fortugno. Occorre rafforzare il senso di appartenenza, fortificare la coesione civile e sociale contro quanti, ricorrendo alle intimidazioni e alla violenza, cercano d’imporre logiche criminali, destabilizzando ogni virtuoso intervento in favore dello sviluppo”.
FLORA SCULCO (Consigliere regionale – Calabria in Rete):
“Siamo qui oggi a tenere alta la memoria di quanto accaduto il 16 ottobre di dieci anni fa e a rafforzare simbolicamente il valore di un impegno condiviso contro la criminalità e avverso ogni tentativo di condizionamento mafioso.
La ferita, a distanza di tanto tempo non si è ancora rimarginata ed è forte il desiderio della Calabria e dei calabresi di liberarsi dall’etichetta di terra asservita ai poteri criminali e alle logiche mafiose. Non dobbiamo disperdere l’esempio che Franco Fortugno ci ha consegnato e che resta indelebile nelle nostre coscienze. Siamo chiamati ogni giorno a testimoniare la nostra ribellione alle esecrabili azioni della mafia, ai suoi continui e insidiosi tentativi di sottomettere lo Stato e tutte le sue articolazioni agli interessi criminali. Lo dobbiamo al sacrificio di Franco Fortugno ed alla sua famiglia, lo dobbiamo alla nostra coscienza e dignità e soprattutto lo dobbiamo a tutti i calabresi”.
FRANCESCO CANNIZZARO (Consigliere regionale – Casa delle Libertà):
“L’assassinio del Vicepresidente del Consiglio regionale Franco Fortugno, avvenuto dieci anni fa a Locri, ripropone alle nostre coscienze il bisogno di straordinario impegno per la crescita civile e democratica della Calabria.
Franco Fortugno, personalità mite, ma politico fermo nei principi, aveva capacità e disponibilità autentiche nell’ascoltare gli altri, a partire dagli avversari politici e i tratti signorili della sua personalità erano noti ed apprezzati da tutti. Ricordarlo a distanza di dieci anni non allontana da noi l’emozione viva della sua perdita, ma impone un rigoroso esame di coscienza a quanti operano oggi nella politica e nelle istituzioni affinchè mai nessun amministratore sia colpito in maniera così indegna e sconvolgente, una tragedia che travalica gli affetti privati e si imprime come una macchia indelebile nella vita civile della Calabria”.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO (Senatore – Partito Democratico):
“A dieci anni dalla tragica morte di Franco Fortugno, il suo insegnamento è ancora forte e vivo. Come il suo modello di uomo politico umile, disponibile, trasparente.
Uomini politici del calibro di Franco Fortugno rappresentano un ideale per i giovani, per la società civile, per le persone oneste e perbene. Così com’è stato Fortugno nella sua breve ma significativa esperienza istituzionale. Un uomo onesto, un marito esemplare, un papà attento, un politico intransigente e onesto, un amico sincero. Il suo insegnamento sarà per noi un esempio intramontabile”.
ARTURO BOVA (Consigliere regionale – Democratici Progressisti):
“L’assassinio del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno il 16 ottobre di dieci anni fa è un ricordo vivo nelle coscienze dei calabresi. L’attentato mortale ad una delle più alte cariche dell’Istituzione regionale resta una delle pagine più buie della nostra storia che non ha affievolito, anzi ha rafforzato quel diffuso desiderio di rinascita di una terra faticosamente impegnata a superare i gravi disagi economici e sociali da cui e’ perennemente vessata. Quel 16 ottobre del 2005 ha segnato un vero e proprio spartiacque nella coscienza collettiva. Il grande movimento di ribellione incarnato dai ragazzi della Locride resta uno dei migliori esempi di virtuoso protagonismo e di partecipazione attiva dei giovani ai processi di cambiamento. L’esempio e la testimonianza di Franco Fortugno ci obbligano oggi ad una costante riflessione sul valore dell’impegno, sia esso politico, sociale, economico che assicuriamo al servizio delle nostre comunità stremate da una crisi la cui morsa non accenna ad allentarsi.
Dall’esordio della mia attività politica, ho fatto della legalità il mio principale fronte di impegno, aderendo e sostenendo tutte le iniziative che vanno in questa direzione. Ritengo che oggi sia doveroso fare memoria e non disperdere il patrimonio di valori ed esperienze, confermando l’impegno della Regione dalla parte della legalità. Dobbiamo rafforzare la consapevolezza dell’importanza del mandato cui siamo stati chiamati dai calabresi, onorandolo al meglio, ed ostacolando quelle forze criminali che cercano di infiltrarsi allungando i loro tentacoli per condizionare il funzionamento delle Istituzioni e le decisioni della politica.
È solo salvando la Calabria dalla condizione di colpevole abbandono in cui langue, liberando le più grandi risorse e valorizzando le migliori intelligenze che si può intraprendere un autentico percorso di risalita. Lavoreremo senza sosta in questa direzione per assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni che in noi ripongono grandi attese”.
ROSANNA SCOPELLITI: “ONORE AD ALDO PECORA ED AI RAGAZZI CHE CON LUI HANNO RISCRITTO LA STORIA DELLA CALABRIA”
Roma, 19 ottobre 2015 – “Ricorrono oggi, simbolicamente dalla data dei
funerali del dott. Franco Fortugno, all’epoca vice presidente del Consiglio
Regionale della Calabria, i dieci anni dalla nascita del movimento
antimafie “Ammazzateci tutti”, nato per iniziativa di uno studente
universitario calabrese, Aldo Pecora, all’epoca appena diciannovenne, che
nello stesso istante in cui apprese dell’omicidio capì subito che la
Calabria non avrebbe potuto subìre in silenzio un altro delitto
politico-mafioso, e decise di scrivere su uno striscione quella famosa
frase di sfida alla ‘ndrangheta ‘E adesso ammazzateci tutti’ che da quel
giorno diventò lo slogan dei giovani calabresi che avevano deciso di
metterci la faccia nella sfida alla mafia, consapevoli che se si fossero
ribellati in migliaia i mafiosi non avrebbero potuto certo ammazzarli
tutti, come purtroppo avevano fatto con Franco Fortugno”. E’ quanto
dichiara in una nota l’On. Rosanna Scopelliti, capogruppo NCD alla
Commissione Difesa della Camera e presidente del Comitato Beni Confiscati
presso la Commissione Parlamentare Antimafia.
“Anche se sono figlia di una vittima di mafia – continua l’On. Scopelliti –
mi onoro di ascrivere a quello stesso giorno, simbolicamente, anche la mia
decisione di impegnarmi pubblicamente nella lotta per la legalità e contro
le mafie perché, come ho raccontato più volte, fu proprio vedere con i miei
occhi, in quei tristi giorni, Aldo Pecora, insieme a suo fratello
Alessandro ed un pugno di altri giovanissimi calabresi che avevano avuto
finalmente il coraggio di lanciare la loro sfida alla ‘ndrangheta a
convincermi che la Calabria non era solo la terra degli assassini di mio
padre, come purtroppo ero stata indotta a credere fino a quel giorno, ma
era invece la terra di tanti ragazzi e giovani come me che avevano deciso
di far voltare pagina, definitivamente, alla storia di questa regione
bellissima e sfortunata. Ed a dieci anni da quel giorno posso testimoniare
che, nonostante tutto, quei ragazzi sono riusciti veramente con il loro
esempio a riscrivere la Storia della Calabria. Ed il tempo gliene darà
atto”.
“ ‘Ammazzateci tutti’ – conclude la parlamentare – è il simbolo di una
Calabria diversa e possibile, e la testimonianza di vita di Aldo Pecora,
fatta di generosità e impegno disinteressato, è un esempio di cui tutti i
calabresi dovranno sempre essergli grati”.
CONSIGLIERE REGIONALE ARTURO BOVA
“L’assassinio del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno il 16 ottobre di dieci anni fa – ha affermato il consigliere regionale Arturo Bova che partecipa alle odierne iniziative commemorative – è un ricordo vivo nelle coscienze dei calabresi. L’attentato mortale ad una delle più alte cariche dell’Istituzione regionale resta una delle pagine più buie della nostra storia che non ha affievolito, anzi ha rafforzato – ha evidenziato Bova – quel diffuso desiderio di rinascita di una terra faticosamente impegnata a superare i gravi disagi economici e sociali da cui e’ perennemente vessata. Quel 16 ottobre del 2005 ha segnato un vero e proprio spartiacque nella coscienza collettiva. Il grande movimento di ribellione incarnato dai ragazzi della Locride – ha proseguito – resta uno dei migliori esempi di virtuoso protagonismo e di partecipazione attiva dei giovani ai processi di cambiamento. L’esempio e la testimonianza di Franco Fortugno – ha commentato Arturo Bova – ci obbligano oggi ad una costante riflessione sul valore dell’impegno, sia esso politico, sociale, economico che assicuriamo al servizio delle nostre comunità stremate da una crisi la cui morsa non accenna ad allentarsi”.
“Dall’esordio della mia attività politica, ho fatto della legalità il mio principale fronte di impegno, aderendo e sostenendo tutte le iniziative che vanno in questa direzione. Ritengo che oggi sia doveroso fare memoria e non disperdere il patrimonio di valori ed esperienze, confermando l’impegno della Regione dalla parte della legalità. Dobbiamo rafforzare la consapevolezza dell’importanza del mandato cui siamo stati chiamati dai calabresi, onorandolo al meglio, ed ostacolando quelle forze criminali che cercano di infiltrarsi allungando i loro tentacoli per condizionare il funzionamento delle Istituzioni e le decisioni della politica”.
Secondo Arturo Bova: “È solo salvando la Calabria dalla condizione di colpevole abbandono in cui langue, liberando le più grandi risorse e valorizzando le migliori intelligenze che si può intraprendere un autentico percorso di risalita. Lavoreremo senza sosta in questa direzione per assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni che in noi ripongono grandi attese”.
CGIL CISL UIL
Dieci anni fa l’omicidio del Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Fortugno. Una pagina nera della recente storia italiana e calabrese.
Pagina nera che scaturì indignazione e rabbia nei cittadini e in particolare dei giovani della Locride e della Calabria.
In quella occasione, ci furono tante iniziative di solidarietà da parte della società civile calabrese, che scese in piazza a manifestare contro l’accaduto e per sottolineare il disagio economico e sociale in cui viveva e vive tutt’oggi questo territorio.
Moltissimi furono gli impegni assunti in quella fase storica da parte delle istituzioni nazionali e non, che promisero a questa terra ingenti finanziamenti per completare la SS 106, modernizzare la linea ferrata, creare un polo scolastico su Locri, potenziare il sistema sanitario presente sul territorio e una maggiore presenza delle forze dell’ordine e della magistratura in Calabria.
A distanza di dieci anni constatiamo che gli impegni assunti non solo non sono stati mantenuti, ma al contrario, rileviamo un arretramento e un disimpegno complessivo rispetto ai problemi della Calabria e della Locride in particolare.
Basti pensare che nel piano pluriennale delle infrastrutture approvato da questo Governo non è previsto alcun impegno economico per il completamento della SS 106, che non vi è nulla per la realizzazione del progetto di ammodernamento della linea ferrata ionica a discapito di un taglio sistematico dei treni a lunga percorrenza e dei treni locali.
Del progetto del polo scolastico si è persa ogni traccia e la grande protesta di popolo dei giorni scorsi svoltasi a Locri mettono a nudo le inadempienze della politica e delle istituzioni rispetto al tema della salute e della sanità nella Locride e nell’intera provincia reggina.
Anche noi oggi ricordiamo a distanza di dieci anni Franco Fortugno e l’attacco criminale subito dalle istituzioni calabresi, ma di certo non possiamo non sottolineare con sofferenza che lo Stato ancora una volta non è stato in grado di dare quelle risposte necessarie a un territorio che con forza chiedeva e a tutt’oggi chiede pari dignità e diritti rispetto al resto del paese.
Oggi, avremmo preferito avere sul territorio il Ministro alle Infrastrutture Del Rio anche per informarci che all’interno della legge di stabilità varata dal Governo ci fossero le risorse per dare quelle risposte necessarie in termini infrastrutturali al territorio della Locride.
Anche la deputazione calabrese tutta, risulta latitante rispetto ai problemi di questa terra; nessun risultato concreto infatti, può essere ascritto al loro impegno.
Infine, la giornata odierna, rischia ancora una volta di trasformarsi nell’ennesima occasione persa da parte delle istituzioni per dare risposte concrete alla Locride e alla Calabria.
Questa terra non ha più bisogno di passerelle o di false promesse, ma di vedere realizzati tutti quei progetti e gli impegni assunti negli ultimi decenni.
ALESSANDRO NICOLO’, PRESIDENTE GRUPPO FORZA ITALIA
“Ricordo con emozione la figura del Vicepresidente del Consiglio regionale, il collega Francesco Fortugno, uomo serio ed onesto, nonchè professionista apprezzato, assassinato dieci anni fa a Locri. La sua fine inaspettata ha colpito profondamente la sua famiglia, ma anche i suoi amici più vicini e tutte le istituzioni calabresi.
Franco aveva declinato il suo impegno politico ed istituzionale con assoluta tolleranza e spirito di solidarietà, attento verso le fasce più deboli, si impegnava costantemente per affrontare i problemi della quotidianità della nostra regione.
Quella sua disponibilità al confronto ed alla comprensione delle ragioni degli altri, ha caratterizzato fino all’ultimo, tragico, momento i suoi tratti umani e politici.
Egli non rinunciava alla difesa dei suoi principi fondati sulla tutela dei diritti spesso negati ai cittadini calabresi e in particolare a quelli della locride che richiamava in Consiglio Regionale, tuttavia non negava all’avversario la dignità di opposte ragioni politiche.
Con la sua scomparsa, la Calabria ha perso un rappresentante istituzionale dai tratti gentili ed educati, fermo sui principi in cui credeva, ma mai indisponibile o negazionista nei confronti delle posizioni altrui.
Uno stile, quello di Franco, che ha lasciato traccia di sé e che merita di essere indicato come esempio di comportamento per quanti continuano a lavorare dentro e fuori le istituzioni per contribuire allo sviluppo civile e democratico della Calabria”.
NICOLA IRTO, PRESIDENTE CONSIGLIO REGIONALE CALABRIA
“Il barbaro assassinio di Francesco Fortugno segnò il punto più basso raggiunto dalla comunità calabrese, che prima di allora forse non aveva mai compreso quanto fosse fragile e vulnerabile.
L’uccisione di Franco, definita ‘un delitto politico-mafioso’ sia dal Procuratore nazionale antimafia del tempo, sia dai giudici del processo a carico di esecutori e organizzatori, ha rappresentato un attacco alle istituzioni di questa Regione, ma soprattutto un colpo durissimo al cuore della democrazia calabrese.
Le modalità e la scelta del giorno, del luogo, del momento in cui fu spezzata la vita del Vicepresidente non furono casuali.
Tutto venne individuato con cura, con l’obiettivo di consumare fino in fondo il disegno delittuoso e al contempo mandare un messaggio inequivocabile: quello che il cambiamento, in Calabria, non avrebbe mai attecchito e che nulla sarebbe potuto avvenire senza il “benestare” di quei poteri forti e oscuri, le cui ombre si sono sempre stagliate in lontananza, sullo sfondo di questa vicenda.
La nostra volontà di ricordare Francesco Fortugno qui, a Locri, nella sala del consiglio comunale nasce proprio dall’intenzione di mandare un messaggio altrettanto chiaro.
Il sangue di Franco non è stato versato invano e, dieci anni dopo, nulla è andato disperso dei frutti della coscienza civile, germogliata dal seme della legalità e della ribellione pacifica e spontanea allo strapotere della criminalità e del malaffare.
Questa solenne commemorazione si svolge nella sede della democrazia cittadina, con la partecipazione dei vertici della Regione– della Giunta e del Consiglio– perché vogliamo dimostrare la nostra attenzione istituzionale, reale e non di facciata, nei confronti della Locride.
Il Consiglio regionale è uscito dalla sua sede ed è venuto qui.
Ma di Locri, anche a Palazzo Campanella, ci sono tracce profonde e indelebili: la nostra aula consiliare è intitolata proprio alla memoria di Fortugno e delle vittime della ‘ndrangheta e il grande dipinto che sovrasta l’aula raffigura il primo legislatore della storia, il locrese Zaleuco, che tiene in mano la tavola delle leggi. Tra i saggi e i giusti, immortalati in quel quadro, c’è anche Franco, con lo sguardo buono, cristallino e sereno che ricordiamo noi che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo.
Questa commemorazione intende essere solenne, ma senza discostarsi da quella sobrietà e semplicità che l’uomo Fortugno incarnava e che i cittadini chiedono, oggi più che mai, alla politica.
Questa non è una passerella. E’ l’assolvimento di un nostro preciso dovere di cittadini, di donne e uomini impegnati in politica e di rappresentanti delle Istituzioni democratiche.
Ma la nostra presenza non può limitarsi a essere puramente simbolica.
Il Consiglio regionale, oggi, deve interpretare le esigenze avvertite dai cittadini di una comunità che anche negli anni seguenti al delitto Fortugno ha avvertito una presenza dello Stato e delle Istituzioni più professata che attuata, più strillata che effettiva.
I locresi hanno diritto alla sostanza e non solo alla forma; a loro è dovuta un’attenzione concreta soprattutto dopo che le luci dei riflettori si saranno spente. Questo è il compito della politica.
La Locride continua a soffrire di un’inaccettabile condizione di isolamento. E’ una marginalizzazione complessiva, una lunga e profonda distanza dai centri nevralgici delle decisioni pubbliche e dello sviluppo socio-economico.
Qui, dieci anni dopo il delitto Fortugno, si continua a rivendicare il diritto di guardare al futuro senza una compressione dei servizi essenziali, ma con una visione fondata sulla crescita, non sul ridimensionamento dell’esistente.
I trasporti, le politiche socio-sanitarie e del lavoro, la lotta al dissesto idrogeologico e all’erosione costiera, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela e promozione del patrimonio archeologico e artistico – culturale, la valorizzazione della posizione baricentrica nel Mediterraneo di questo comprensorio, che dista poche decine di chilometri da Gioia Tauro. E ancora: il sostegno alle filiere di eccellenza dell’agroalimentare, la promozione del turismo, la diffusione della banda ultra-larga e dei servizi da ‘smart cities’.
Ecco le sfide che la nostra Regione, negli anni a venire, dovrà affrontare sulla frontiera della Locride assieme a quella che è la madre di tutte le battaglie: la lotta alla criminalità organizzata.
Consentitemi di essere sincero fino alla ruvidità: fino a quando lo Stato non vincerà la sua guerra– ché di questo si tratta – contro la ‘ndrangheta, nessuno sviluppo vero in questo territorio sarà possibile.
Ma perché lo Stato vinca, perché il bene prevalga sul male, è indispensabile investire in maniera massiccia sulla sicurezza: uomini e mezzi per aiutare quanti sono già impegnati su questo fronte e, nonostante tutto, stanno continuando a ottenere risultati importanti sul versante repressivo.
Tuttavia, nulla potrà davvero cambiare senza un’azione profonda e radicale per la promozione della cultura della legalità. Solo partendo dalle giovani generazioni sarà possibile gettare le basi di un futuro diverso per la Locride, per la Città metropolitana di Reggio e per la Calabria. Qui, nel 2005, i ragazzi ebbero il coraggio di ribellarsi. Scesero nelle piazze, nelle strade, e mostrarono senza paura i loro volti partecipando a una pacifica rivoluzione contro lo strapotere dei clan e di quanti, con la ‘ndrangheta, fanno gli affari.
E’ da lì che occorre ripartire. Dall’energia e dall’entusiasmo di quei ragazzi e quelle ragazze che oggi sono uomini e donne e che spesso, purtroppo, hanno scelto la strada dell’emigrazione, sancendo la vera sconfitta della politica e delle Istituzioni.
Sei anni dopo quella dei ragazzi di Locri, sulla sponda opposta del Mediterraneo, in Tunisia e in Egitto, sbocciò un’altra Primavera, quella araba. C’è un dato storico che accomuna la mobilitazione dei nostri giovani a quella avvenuta sulla riva Sud del Mediterraneo: l’opposizione a sistemi di tirannia che soffocavano diritti e opportunità di sviluppo. La ‘ndrangheta è da considerare tale, al pari di un sanguinoso regime che sparge sangue innocente e che impedisce ogni forma di libertà e democrazia.
La nostra battaglia contro l’odioso Leviatano dell’antistato non è vinta.
Ma da qui, oggi, nel ricordo di Franco Fortugno, solennemente rinnoviamo il nostro Patto per la Locride che deve essere fondato sulla lotta alla subcultura mafiosa.
Per iniziare a scrivere il futuro dobbiamo cancellare la parola ‘ndrangheta.
Solo dopo conosceremo il significato della libertà”.
VINCENZO PASQUA (OLIVERIO PRESIDENTE)
“La nostra presenza qui oggi all’evento commemorativo del Vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, nel decennale della sua barbara uccisione – ha dichiarato il consigliere regionale Vincenzo Pasqua – vuole essere testimonianza chiara e sincera dell’impegno incrollabile della massima Istituzione calabrese nel contrasto alla criminalità e al malaffare. Quel tragico momento ha segnato per la nostra regione un punto di non ritorno richiamando ognuno di noi – ha sottolineato il consigliere – a percorrere con ancora maggiore fermezza e determinazione la strada della legalità. L’esempio di Francesco Fortugno – ha detto Vincenzo Pasqua – ci spinge a tenere costantemente alta la barra della serietà e dell’impegno contro una criminalità sempre più sprezzante e pervasiva che cerca caparbiamente di inserirsi nei meccanismi di funzionamento delle Istituzioni per governarne i processi e dettare le decisioni. E’ un dovere non solo per quanti detengono pubbliche responsabilità ma per tutti i cittadini – ha proseguito l’esponente politico – convergere nella battaglia contro ogni forma di corruzione, intimidazione e malaffare e far sprigionare tutte le energie sane in grado di originare veri percorsi di sviluppo che vedano protagoniste le nuove generazioni desiderose di costruire in Calabria un futuro non più inficiato dal condizionamento dei poteri criminali. Opereremo incessantemente in questa direzione – ha concluso Vincenzo Pasqua – certi di poter contribuire a scrivere una svolta per la nostra regione”.