Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 23 SETTEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Trivellazioni, Paolucci (Pd): “Controlli da Commissione Ue” Lo "Sblocca Italia" potrebbe non essere conforme con le direttive di Bruxelles

Trivellazioni, Paolucci (Pd): “Controlli da Commissione Ue” Lo "Sblocca Italia" potrebbe non essere conforme con le direttive di Bruxelles
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

“Questa mattina la Commissione europea ha risposto ad una mia
interrogazione presentata il mese scorso a proposito delle nuove
trivellazioni che si vogliono fare in Adriatico, nello Jonio e in
molte regioni italiane, soprattutto al Sud, sollevando più di un
dubbio e annunciando controlli per verificare la conformità tra i
nuovi criteri autorizzativi introdotti dallo Sblocca-Italia, e le
ultime direttive europee in materia di sicurezza ambientale nel
settore idrocarburi (2013/30) per la loro estrazione a mare e rispetto
ai nuovi e più stringenti parametri per le Valutazioni d’Impatto
Ambientale (2014/52)”, afferma il vice capodelegazione del Pd al
Parlamento europeo Massimo Paolucci.

“Sulla prima direttiva (2013/30), già recepita dal nostro Paese, la
Commissione ha annunciato il controllo di rispondenza tra questa e lo
Sblocca-Italia. Vuol dire che oggi non esistono le dovute garanzie a
riguardo. E questo, soprattutto per quanto riguarda il delicato tema
della sicurezza a mare, pone seri dubbi”, spiega.

“Ancora più dubbi persistono sulla conformità tra lo Sblocca-Italia e
i nuovi criteri per le Valutazioni di Impatto Ambientale introdotti
dalla direttiva 2014/52, che l’Italia ancora non ha recepito (ha tempo
fino a maggio del 2017). Solo allora potranno essere attuati i
controlli di conformità. Qui la faccenda è ancora più complicata
perché è palese che lo Sblocca-Italia non è conforme alla nuova
direttiva in due dei suoi pilastri: la partecipazione pubblica ai
processi decisionali e la costituzione di un’autorità in accordo con
gli Stati confinanti per il rilascio della VIA quando, come nel caso
delle trivellazioni in Adriatico, i rischi connessi alle operazioni
riguardano anche altri Paesi (Croazia, Slovenia, Montenegro e
Albania)”, aggiunge.

“Al di là dei pur rilevanti dubbi di merito, è evidente che questa
parte dello Sblocca-Italia ci riporta all’indietro in quelle che sono
le politiche energetiche e impatto ambientale. Mentre l’Unione europea
pianifica e costruisce modelli di sviluppo sempre più autonomi da
materie prime fossili e comunque non rinnovabili orientati
all’economia circolare, l’Italia va nella direzione opposta,
percorrendo, inoltre, strade poco agevoli. Tutti sappiamo che estrarre
petrolio dal nostro sottosuolo, oltre che rischioso, è molto costoso e
poco redditizio. Si cambi strada, si modifichi questa parte dello
Sblocca-Italia e si fermino le trivellazioni prima che lo faccia
l’Europa sanzionandoci”, conclude Paolucci