Fondi gruppi consiliari, 3 archiviazioni e 3 riformulazioni Per Antonio Ciconte, Candeloro Imbalzano e Giovanni Raso la pubblica accusa dovrà riformulare le accuse mentre Alessandro Nicolò, Gianpaolo Chiappetta e Rosario Mirabelli escono definitivamente dal procedimento
REGGIO CALABRIA – Mentre il troncone principale dell’inchiesta Erga omnes sulle presunte irregolarità nella gestione dei fondi dei gruppi regionali da parte di alcuni consiglieri calabresi nel periodo 2010-2012 prosegue, il suo troncone minore stralciato da quello principale si è chiuso con tre archiviazioni e altrettante richieste alla pubblica accusa di riformulare l’imputazione per altri tre indagati.
Il giudice di Reggio Calabria Olga Tarzia chiamata a giudicare i sei consiglieri ha parzialmente rivisto le richieste dell’accusa che inizialmente aveva chiesto l’archiviazione per tutti.
Il giudice in particolare ha disposto l’archiviazione per l’allora capogruppo del Pdl Gianpaolo Chiappetta; per l’ex vice presidente del Consiglio Alessandro Nicolò, attuale capogruppo di Fi, e per Rosario Mirabelli, eletto del 2010 con Autonomia e diritti e poi passato nel gruppo misto. A loro carico il magistrato ha ritenuto non sussistenti atteggiamenti speculativi e la volontà di appropriarsi individualmente del denaro destinato ai gruppi. Lo stesso giudice ha invece disposto che il pm riformuli l’imputazione per Vincenzo Antonio Ciconte (eletto nella passata legislatura con Autonomia e diritti e poi passato al Pd e che nella nuova legislatura è stato vice presidente della Giunta di centrosinistra, dimettendosi successivamente in seguito all’inchiesta) per il quale inizialmente era stata chiesta l’archiviazione, Candeloro Imbalzano (allora consigliere per la lista Scopelliti Presidente) e Giovanni Raso che avrebbe ottenuto rimborsi «pur senza rivestire – scrive il giudice – alcun incarico professionale o politico nell’ambito del gruppo consiliare dell’Udc».
«Quale difensore di Chiappetta – ha commentato il suo legale, l’avvocato Antonio Cersosimo – esprimo viva soddisfazione per l’archiviazione disposta nei suoi confronti. Prima il pm Centin, che aveva chiesto l’archiviazione, e poi il gip Tarzia, a seguito della camera di consiglio del 23 ottobre scorso con la quale non aveva accolto la richiesta di archiviazione, hanno valutato la condotta dell’ex capogruppo Pdl ed entrambi hanno convenuto sulla correttezza della stessa e sulla trasparente gestione dei fondi utilizzati dal gruppo Pdl durante la gestione di Chiappetta».
L’avvocato Carmela Mirabelli, legale di Rosario Mirabelli sottolinea che per il suo assistito è stata accolta la richiesta di archiviazione “perché il fatto non sussiste”. «Ciò a dimostrazione della correttezza con cui l’onorevole Mirabelli ha operato – sottolinea il legale – infatti il giudice nell’ordinanza ha sottolineato che il comportamento del mio assistito risulta estraneo a meccanismi di arricchimento personale e coerente nella dimostrazione della non fittizietà degli incarichi e della congruenza della spesa».