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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 23 DICEMBRE 2024

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Il Garantista non garantisce i giornalisti 700mila euro di contributi, ma niente ai redattori calabresi. Parisi (Fnsi): "Una vergogna"

Il Garantista non garantisce i giornalisti 700mila euro di contributi, ma niente ai redattori calabresi. Parisi (Fnsi): "Una vergogna"
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COSENZA – *Dal danno alla beffa. Il quotidiano
Cronache del Garantista beneficia di 700mila euro di contributi pubblici
erogati dal Fondo per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, ma neppure un centesimo andrà nelle tasche dei giornalisti
calabresi, ovvero di coloro i quali, tra lacrime e sangue, hanno garantito
l’uscita del giornale venduto pressoché esclusivamente in Calabria. Un
epilogo grave, vergognoso e assurdo che non può e non deve passare sotto
silenzio*.

Il segretario generale aggiunto della *Fnsi*, *Carlo PARISI*, esprimendo
pieno sostegno e solidarietà ai giornalisti ed al Comitato di redazione,
incontrato giovedì scorso a Roma, commenta così l’ultima, paradossale,
vicenda di un giornale per il quale, purtroppo, ancor prima del debutto il
Sindacato dei giornalisti è stato facile profeta esprimendo serie riserve
in materia di sostenibilità dell’impresa.

In edicola dal 18 giugno 2014, *il Garantista* in 18 mesi di vita è
riuscito a garantire gli stipendi appena 6 volte, pertanto i giornalisti
vantano addirittura 12 mensilità e 2 tredicesime. Senza parlare dei
collaboratori, ai quali sono andati solo irrisori acconti.

Un disastro – afferma il segretario del Sindacato – per il quale a poco è
valso il contratto di solidarietà difensiva sottoscritto, il 13 febbraio
scorso, per scongiurare il licenziamento collettivo dei 23 lavoratori
dichiarati in esubero su un organico di 57.

Dopo l’abbandono del presidente della Cooperativa, *Andrea CUZZOCREA*,
presidente di *Confindustria Reggio Calabria*, nel luglio scorso è stata,
infatti, chiusa la redazione romana del quotidiano diretto da *Piero
SANSONETTI* puntando esclusivamente sul mercato calabrese per tentare di
fronteggiare la grave crisi che investe il giornale. Crisi nera che ha
spinto la *Giornalisti Indipendenti Società Cooperativa a.r.l*. a mettere
in ferie forzate, dal settembre scorso, la redazione romana e valutare il
ricorso alla cassa integrazione. Crisi che ha costretto *l’Assemblea dei
giornalisti* ad affidare al Comitato di redazione un pacchetto di dieci
giorni di sciopero, puntualmente revocati ad ogni pagamento seguito alla
proclamazione delle giornate di protesta, fatta eccezione del primo degli
ultimi due giorni, effettuato il 4 dicembre scorso e seguito dal pagamento
di una mezza mensilità.

Ad animare di volontà e coraggio i giornalisti il miraggio di un Natale
sereno in virtù della cessione del credito del contributo pubblico fatto
nei loro confronti per garantire il pagamento delle mensilità di novembre,
dicembre, tredicesima 2014 e gennaio 2015. Un miraggio, appunto, che
neppure il freddo natalizio è riuscito a tenere in piedi. Oggi, infatti, è
arrivata la doccia fredda. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha,
infatti, comunicato che a spartirsi i 700mila euro di contributi saranno
solo il centro stampa di *Umberto De Rose* (500mila euro) e i giornalisti
del defunto dorso nazionale (100mila euro).
Nell’edizione del Garantista di domani, mercoledì 23 dicembre, l’Assemblea
dei giornalisti pubblicherà in prima pagina un comunicato per spiegare il
motivo per il quale il giornale uscirà in edizione ridotta.

Neanche un euro ai giornalisti calabresi che, dalla nascita del giornale,
hanno lavorato – sottolineano i redattori – per assicurare la regolare
uscita del quotidiano in Calabria.
Alla base dello sconvolgente esito di una vicenda che – ricordano i
giornalisti – si trascina da un anno, “difetti di notifica” dei quali
avrebbe dovuto farsi carico la precedente amministrazione guidata da *Andrea
CUZZOCREA*, presidente di Confindustria Reggio. Solo per rispetto dei
lettori, siamo in edicola. Ma ci riserviamo la possibilità di incrociare le
braccia sino a quando non verrà fatta piena chiarezza su quanto accaduto e,
soprattutto, sino a quando i giornalisti calabresi non verranno saldati
delle loro spettanze di mesi e mesi di lavoro non ancora retribuito. Nel
frattempo, stiamo verificando alcuni passaggi tecnici, scandagliando ogni
documento, perché i lettori – e non solo loro – vengano pienamente resi
edotti sul grave danno che stiamo subendo.

Ma cosa sarebbero questi cosiddetti “difetti di notifica”?

Semplice – spiegano i giornalisti – la cessione del credito sarebbe stata
comunicata alla Presidenza del Consiglio tramite Pec e non tramite
ufficiale giudiziario, così come sottoscritto nell’atto notarile
dall’allora presidente della Cooperativa, rendendo nullo l’atto di cessione.

Errore, svista, superficialità o altro – conclude *Carlo PARISI* – sarà
certamente la Giustizia a dirlo, considerato che i giornalisti hanno
giustamente annunciato che adiranno le vie legali. Quel che è certo è che
il Garantista è riuscito a garantire, con denaro pubblico, solo soci e
stampatore lasciando, invece, a bocca asciutta coloro i quali continuano a
tirare la carretta. “Impresa folle e temeraria”, aveva garantito
*SANSONETTI* al debutto del giornale. E purtroppo aveva ragione.