Polistena, successo per “Zampalesta u cane Tempesta” Lo spettacolo ha richiamato grandi e piccini
di Chiara Romeo
Ieri, a Polistena grande successo per lo spettacolo “Zampalesta u cane Tempesta” che ha divertito e coinvolto grandi e piccini. Opera della sempre più crescente formazione della compagnia Dracma, che con il patrocinio del comune di Polistena, ancora una volta ha ottenuto la Residenza Teatrale presso l’Auditorium del comune polistenese. Motivo di attenzione che ha portato la collaborazione del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Calabria.
Storia avvincente che riporta all’origine dei burattini tradizionali, che Angelo Gallo con la sua idea, ha voluto donare alla Calabria e per il quale ha ricevuto un importante riconoscimento – XX edizione del Premio Otello Sarzi nella sezione “nuove figure del teatro” – rivisitando la tecnica di utilizzo del 1550, che prevede la dimensione della baracca piccolissima, con dentro al massimo due persone e con burattini molto piccoli. In questo tipo di tradizione è molto importante la pantomima, i gesti che fanno i burattini. Ogni parola cosi come le azioni, sono scandite da un tempo a ritmo crescente al cambiare della scena per evitare che il pubblico si distragga.
I personaggi sono quattro, tutti diversi: nel seguente ordine il contadino, la gallina, il cuoco ed il cane Zampalesta, protagonista di ogni scena che si riveste di un’importante morale. Il modo di educare che genera di riflesso il comportamento di ognuno di noi, in un mondo immaginario che lo stesso Angelo cerca di creare. I pupazzi di legno, come vuole la tradizione dei burattinai, tutti scolpiti a mano, sono fatti dallo stesso Angelo, seguendo le orme del suo maestro nonché il regista dell’opera, Gaspare Nasuto. Ad “animare” il tutto, le grida di gioia dei bambini, accompagnate da curiose e pertinenti osservazioni sulle disavventure quasi rocambolesche dei personaggi. Insomma 50 minuti di semplice ma sano divertimento che, come una favola, finisce col dare un importante insegnamento con la frase di chiusura: “animali ed umani prendiamoci tutti con le buone maniere perché la vita è un gioco”.
Scambiando qualche chiacchiera a tu per tu con l’autore, gli rivolgo qualche domanda:
Qual’é il messaggio che con questa opera ci si propone di diffondere, attraverso l’importanza della comunicazione linguistica?
“Uno stimolo per i bambini ma non solo, uno spettacolo per tutti dai più grandi ai più piccoli, interagendo in base al pubblico. Messaggio chiarissimo del metodo gentile a mò di morale, dove è ormai superato il metodo “forte”, ma anzi dimostrando che con le buone maniere si può ottenere molto di più. Metafore aperte alla cognizione di ogni età ovviamente.”
Quale invece la finalità a cui ci si aspira enfaticamente?
“L’obiettivo era quello di creare un prodotto originale che potesse essere riconosciuto in tutto il mondo proprio come un prodotto calabrese. In tal fronte il premio, importantissimo riconoscimento, merito di aver ripreso la tradizione dei burattini calabresi, dove ci sono dei personaggi ripresi e tutti trascritti per questo tipo di linguaggio e quindi portare in Calabria la tradizione dei burattini che incredibilmente manca. Conobbi Gaspare in un festival e parlando del progetto, scrissi il testo del cane che combinava guai in giro mentre poi alla fine il problema non era il cane, era il padrone. Un pò come succede con i bambini. Quando noi troviamo un bambino che non è educato, il problema non è del bambino ma di chi ha alle spalle ovvero i modi improntati dalla famiglia, molto importante. Parlando con Gaspare: mi ha spiegato la tradizione (portatore della maschera di pulcinella nel mondo) dei burattini, che sono nati per fare spettacolo agli adulti e non ai bambini, per strada a mò di satira quasi a stimolare l’impulso percettivo della persona”.