Criminalità nel catanzarese, la riflessione di Enzo Bruno Queste le parole del Presidente della Provincia: "Attenzione e vigilanza non bastano più, serve una sinergia e una collaborazione istituzionale"
CATANZARO – “A poche ore dall’ennesimo incendio che ha
interessato numerosi mezzi di una delle aziende di trasporti più antiche
e prestigiose della regione, arriva la notizia di un ordigno a basso
potenziale fatto esplodere, a scopo intimidatorio, davanti al cancello
di un’azienda specializzata nel commercio di prodotti elettrici di
Lamezia Terme. Un altro imprenditore colpito nel lametino, che allunga
la lista già nutrita dei titolari di importanti e oneste attività nella
città di Catanzaro, e nel circondario della nostra provincia, che hanno
subito la stessa sorte e la stessa morbosa attenzione della criminalità
organizzata. La solidarietà nei confronti della “Vitale Sud” e della
“Federico” è scontata, e forse superflua, nella consapevolezza che serve
un impegno concreto nella prevenzione e nella individuazione dei
responsabili, ma che si deve andare oltre nella difesa del diritto alla
sicurezza e alla libertà di ogni singolo individuo delle nostre
comunità”. E’ quanto afferma il presidente della Provincia di Catanzaro,
Enzo Bruno, in merito all’ennesimo atto intimidatorio che ha interessato
uno dei più importanti centri del territorio.
“Attenzione e vigilanza non bastano più, serve una sinergia e una
collaborazione istituzionale che produca atti e provvedimenti concreti
per fermare questo stillicidio di prepotenza criminale che, mettendo in
ginocchio l’attività di tante aziende locali , compromette il tessuto
economico e sociale della nostra provincia – afferma ancora il
presidente Bruno -. Il susseguirsi degli atti intimidatori che hanno
interessato Lamezia, Catanzaro, il Soveratese e gran parte dei territori
della Calabria, che vedono coinvolti imprenditori, e seguito atti
analoghi che hanno visto come protagonisti amministratori, sindacalisti
e giornalisti, disegna una escalation criminale drammatica, che
preoccupa e toglie serenità nonostante il lodevole impegno delle forze
dell’ordine e della magistratura. Non dobbiamo abbassare la guardia di
fronte ad una criminalità organizzata che non teme di agire in pieno
giorno, lavorando insieme per costruire le condizioni di un “antidoto
sociale” fatto di legalità e occupazione, solidarietà e sostegno sociale
che risponda alla deleteria rassegnazione verso cui i cittadini sono
tentati di scivolare davanti alla carenza di uomini e mezzi delle forze
dell’ordine e di strumenti finalizzati a contrastare il disagio. Le
istituzioni devono inevitabilmente fare rete, parlare e sostenere la
parte sana di una società che non rinuncia al proprio riscatto”.