Pentito Russo rivela: “Michele Caccamo è innocente” Secondo il collaboratore di giustizia il taurianovese arrestato nell'operazione "Deja Vù" sarebbe estraneo ai fatti che gli vengono imputati
Il collaboratore di Giustizia Antonino Russo, sentito di nuovo sulla vicenda Deja vu, come da richiesta del PM, ha ribadito oggi in aula, e con maggiore incisività, quanto già dichiarato nell’udienza di Luglio: Michele Caccamo è completamente estraneo a ogni attività delinquenziale e non c’entra nulla con l’associazione che organizzava truffe. Lui è una persona per bene.
Il collaboratore ha di più aggiunto che il complice che avevano all’interno della Ditta, di cui era amministratore Michele Caccamo, era il magazziniere Stefan Radu e che lo stesso finora ha detto bugie.
Va ricordato che Michele Caccamo sta subendo una custodia cautelare dal maggio 2013 proprio per le accuse di Radu.
La storia mantiene degli aspetti davvero strani, che meriterebbero approfondimenti, se si pensa che lo stesso Radu ha denunciato i familiari di Michele Caccamo, e la Procura ne aveva disposto l’arresto, accusandoli di aver organizzato un incontro per convincerlo a ritirare le accuse. Evento smentito da una registrazione, effettuata durante l’incontro, in cui invece il Radu si assumeva ogni responsabilità su quanto successo all’interno della Ditta di Michele Caccamo. Circostanza confermata dal TDL che all’epoca aveva disposto l’annullamento delle ordinanze di carcerazione dei familiari di Michele Caccamo.
Oggi è stata acquisita la sentenza di assoluzione degli accusati con riportata l’inattendibilità del Radu.
Il collaboratore di giustizia nella udienza di Luglio aveva dichiarato che questa operazione ai danni di Michele Caccamo avrebbe favorito la ‘ndrangheta, che ha interessi ad acquisire la struttura dello stesso, che Michele Caccamo è uno dei pochi a non essere un loro prestanome nell’aera di Gioia Tauro; che con questa operazione la ‘ndrangheta avrà la libertà di agire e che acquisteranno all’asta il complesso industriale; Elemento inquietante ancora di più se si considera che sempre il collaboratore, in altra sede, ha indicato rapporti di parentela tra il Radu e alcune famiglie mafiose del vibonese.
Nell’udienza odierna ha ancora puntato il dito contro l’accusatore di Michele Caccamo affermando con chiarezza che non sta dicendo la verità, confermando il ruolo e la collaborazione dello stesso, che avveniva a insaputa di Michele Caccamo.
In sintesi le dichiarazioni del Russo vanno a confermare l’autoaccusa, riportata sulla registrazione, di Radu ovvero “Michele non sapeva nulla, facevo tutto io”.
Il 23 febbraio l’udienza finale.