Sangue nel reliquiario della cattedrale di Umbriatico Secondo la tradizione, nel borgo crotonese, vi è conservata una spina che cinse la testa di Cristo. Il vescovo nomina una commissione per le verifiche
UMBRIATICO (CROTONE) – La comparsa di sangue rappreso all’interno di un antico reliquario che, secondo una tradizione secolare, custodirebbe, tra l’altro, una spina della corona che cinse il capo di Gesù Crocifisso.
E’ il fenomeno rarissimo che si è verificato ieri, nel giorno del Venerdì Santo, a Umbriatico, borgo collinare in provincia di Crotone.
Nella cattedrale del centro, per molti secoli sede vescovile, si conservano antiche reliquie che qui sarebbero state portate dalla Terra Santa dopo l’anno Mille dai crociati ed oggetto di devozione. Nella chiesa, infatti, sono conservati, sempre, secondo la tradizione, oltre che una sacra spina, un pezzo della Veste di Gesù, un chiodo da crocifissione, il velo della Santa Vergine, frammenti del sacro legno e della colonna della flagellazione.
Il reliquiario è stato esposto ieri nella chiesa in occasione della rarissima coincidenza tra il Venerdì Santo, giorno in cui si fa memoria della Passione di Cristo, e l’Annunciazione. In tale «congiunzione», che si è già verificata nel 2005 e nel 1932 e avrà modo di ripetersi ancora tra 141 anni, nel 2157, si manifesterebbe il sanguinamento della Santa Spina. E così è stato anche nel 2016. Il fenomeno è stato osservato, tra gli altri, da mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, arcidiocesi che attualmente comprende il territorio di Umbriatico. Il presule, incontrando i giornalisti dopo che si è diffusa la notizia, ha riferito della «formazione di un grumo di sangue che era nella parte inferiore della lunetta, certamente vicina alla spina. Ed è stata vista anche un’altra piccola concrezione di elemento sangue. Sono due reliquari messi in uno, in un altro reliquario che conteneva il velo della Vergine, il tessuto della passione ed un frammento di colonna».
Il sangue raggrumato è apparso alle 13,45, l’ora corrispondente alle 14.45 di Gerusalemme, quella in cui Gesù, secondo i testi sacri, è morto. «Il mio pensiero immediato – ha spiegato mons. Graziani che ha annunciato la nomina di una commissione che verifichi quanto accaduto – è stato che la devozione della gente non fosse turbata».