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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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“Puoi parlar male di Avetrana, ma mai dell’Islam” L’opinione del dr Antonio Giangrande, scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie

“Puoi parlar male di Avetrana, ma mai dell’Islam” L’opinione del dr Antonio Giangrande, scrittore, sociologo storico, blogger, youtuber, presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie
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L’Italia delle libertà mancate, dell’omertà e della censura. Tra Mafia e
Terrorismo Islamico, certamente nessuno deve dimenticare il terrorismo di
Stato: le morti per l’ingiustizia, come per la sanità, o per la povertà e
l’emarginazione. Ma di tutto questo non se ne deve parlare. Si deve parlare
sempre e comunque solo di Avetrana omertosa.

“Continuano le indagini dei carabinieri di Avetrana per individuare i
responsabili della brutale aggressione che questa mattina ha ridotto in fin
di vita un avetranese di 63 anni colpito alla testa con delle bottiglie di
vetro. Il violento pestaggio è avvenuto davanti al bar Mojito alla presenza
di numerosi testimoni che hanno dichiarato di non aver visto niente o di non
ricordare particolari utili. E sugli avetranesi ritorna il fantasma
dell’omertà venuto fuori durante le indagini del delitto di Sarah Scazzi, un
episodio che ha fatto parlare e fa parlare ancora l’Italia intera e che ha
visto il coinvolgimento di una quarantina di persone tra sospettati,
indagati, imputati, condannati e sognatori. Nessuna ammissione, nessun aiuto
concreto agli inquirenti e alla verità sulla morte della quindicenne uccisa
dai parenti”. Così scriveva Nazareno Dinoi il 27 marzo 2016 su “La Voce di
Manduria” in riferimento all’aggressione avvenuta a danno di Salvatore
Detommaso la mattina presto del giorno di Pasqua, ricoverato poi in prognosi
riservata. Aggressione su una via di passaggio per chi, proveniente da
Manduria, è diretto a Nardò od a Torre Colimena. A quell’ora del dì di festa
ovviamente non potevano esserci tanti avventori del bar, nè, tantomeno,
numerosi testimoni, ma parlare di omertà ad Avetrana fa notizia. Nazareno
Dinoi, come corrispondente del Corriere della Sera ha scritto sempre
articoli su Avetrana dello stesso tenore quando riferiva sul caso di Sarah
Scazzi, come tutti d’altronde. Rispetto agli altri, però, Dinoi è di
Manduria, paese a 17 chilometri da Avetrana, non certo un canonico razzista
settentrionale.

D’altro canto bisogna ricordare a questo signore, come a tutt’Italia che gli
Avetranesi parlano e non hanno paura di nessuno, nonostante le ritorsioni.
Da ricordare che il sottoscritto è un avetranese doc, e non può certo essere
tacciato di omertà, visto quello che scrive, tanto che alcuni magistrati
questa prolificità non gliela perdonano affatto. Ma esiste un altro
avetranese che paga il suo non essere omertoso: Riccardo Prisciano, tanto da
essere perseguitato per le sue idee espresse contro Islam e gay.

Certo è che l’islam è una religione, ma anche una setta: non esiste il
giusto o sbagliato, il bene o il male. Vale solo «o con me o contro di me».
E chi è contro è un infedele. Ma questo vale, a ragion del vero, anche per
il comunismo. Il comunismo è anch’esso una religione-setta. Ecco perché a
sinistra se ne dolgono quando dell’Islam o dei gay se ne parla male.

È contro l’islam e i gay, il maresciallo rischia il posto di lavoro. Ha
partecipato a una conferenza in qualità di scrittore e relatore
sull’”incostituzionalità dell’Islam”. Dopo essere stato condannato per
“islamofobia, xenofobia, omofobia”, ora il Maresciallo Prisciano rischia di
perdere il posto per un saggio giuridico, scriveva Gabriele Bertocchi,
Lunedì 07/03/2016, su “Il Giornale”. Riccardo Prisciano è un maresciallo dei
carabinieri, a luglio gli viene notificato l’avvio di un procedimento
disciplinare per “islamofobia, xenofobia, omofobia, violazioni dei doveri
attinenti al grado ed al giuramento prestato e per aver inficiato
l’apoliticità della Forza Armata”. Come racconta Infodifesa, solo un mese
dopo, mentre si trova in Puglia per un congedo parentale dovuto alle gravi
condizioni della figlia, lo raggiunge l’avviso in cui si specifica che la
data in cui avverrà il processo disciplinare. La notifica viene recapitata
solo con due giorni d’anticipo, non consentendo così a Prisciano di essere
presente alla sentenza che lo condanna a sette giorni di consegna di rigore.
Motivo di questo procedimento nei confronti del maresciallo è la sua
posizione nei confronti dell’islam. Più precisamente li viene contestata la
partecipazione a una conferenza, in cui Prisciano ha preso parte in qualità
di scrittore e relatore, sull’”incostituzionalità dell’Islam”. Un impegno
preso e svolto mentre era libero dal servizio. Come se non bastasse, ora è
stato è stato avviato un nuovo procedimento disciplinare, con le stesse
accuse, per diversi articoli scritti da Prisciano, pubblicati su un
quotidiano online, che trattano argomenti come aborto, teoria gender,
immigrazione e sovranità statale. Nel fascicolo vengono allegati anche post
e stati di Facebook del carabiniere ritraenti il patriota cecoslovacco Jan
Palach e frasi del filosofo Ernst Junger. Inoltre viene anche contestata la
prossima pubblicazione del maresciallo di un saggio giuridico intitolato
“Nazislamismo”, con prefazione di Magdi Allam. Il volume non è ancora andato
in stampa. Se dovesse essere nuovamente punito, Prisciano rischia di perdere
il posto di lavoro.

Carabiniere-scrittore contesta l’islam. Punito con sette giorni di consegna.
Vietato criticare, maresciallo accusato di islamofobia, scrive Domenico
Ferrara, Sabato 26/03/2016, su “Il Giornale”. Vietato criticare l’islam.
Guai a scriverne e a esporre la propria opinione in pubblico. Mentre
l’Europa è sconquassata dallo jihadismo, in Italia ci si preoccupa di
mettere all’indice un carabiniere colpevole di aver studiato e analizzato
magari con troppa animosità il problema del terrorismo e dei flussi
migratori. Per questo motivo, Riccardo Prisciano, maresciallo pugliese
25enne, è stato sottoposto a procedimento disciplinare e punito con sette
giorni di rigore. Il 23 maggio 2015, il militare partecipa in qualità di
scrittore a un convegno a Pisa organizzato da un movimento politico. Già,
perché Prisciano, oltre a essere un carabiniere, è anche uno scrittore,
laureato in scienze giuridiche della sicurezza all’Università di Tor Vergata
a Roma con una tesi dal titolo «Multiculturalismo e islam, problemi e
soluzioni». Esprime le proprie idee in veste di libero cittadino e non di
carabiniere. Parla dell’integralismo dell’Islam, sostiene che non esistano
musulmani moderati, afferma la necessità di interrompere i flussi migratori
tra le coste del nord Africa e l’Italia. Apriti cielo. Il 25 giugno viene
avviato il procedimento disciplinare e si richiede una visita
medico-psicologica. Il 6 agosto, mentre era in Puglia in congedo parentale
per problemi familiari, si svolge il processo in sua assenza. Risultato?
L’Arma decide di punirlo, non solo per la partecipazione al convegno, ma
anche per una serie di post su Facebook in cui esternava posizioni critiche
in materia di islam e immigrazione. Sette giorni di rigore «per islamofobia,
xenofobia, omofobia, violazioni dei doveri attinenti al grado ed al
giuramento prestato e per aver inficiato l’apoliticità della Forza Armata».
Inoltre a Prisciano vengono contestati altri addebiti per post sui social.
In caso di ulteriore condanna, non potrebbe entrare in servizio permanente.

Ma non è la prima volta che cala la scure della censura.

Islam, il giovane scrittore Riccardo Prisciano censurato da Facebook, scrive
“Imola Oggi” il 20 gennaio 2015. Il giovane poeta e scrittore Riccardo
Prisciano, censurato da Facebook, non ci sta! È l’ennesimo atto di censura
quello che Riccardo Prisciano, autore della raccolta di poesie “INSONNIA” e
del poema biblico “L’Arcangelo crociato”, riceve da Facebook: ma questa
volta non ci sta! La pagina pubblica Facebook del giovane autore è stata
bloccata (dallo stesso sito) fino al 1° febbraio 2015, ma le motivazioni
ancora non sembrano chiare …La storia ha dell’incredibile: dopo la macabra
strage consumatasi a Parigi qualche giorno fa, ad opera di terroristi
islamici, il poeta Prisciano ha pubblicato sulla sua pagina facebook alcuni
commenti, correlati da apposite immagini, che hanno scatenato l’ira dei
sostenitori del melting-pot. La scintilla che ha fatto scatenare la raffica
di segnalazioni a Facebook, sembrerebbe essere un post in cui il giovane
scrittore, citando preventivamente Oriana Fallaci, ha scritto “La paura di
camminare a schiena dritta è, oggi, la vera causa del declino della
millenaria società cristiana europea. Ricordare le proprie radici è il
principale dovere di ogni europeo (cristiano e non)”. In conclusione
l’autore, conscio dell’inesistenza di un Islam moderato, afferma ancora una
volta: “se per un Cristiano è doveroso seguire il messaggio d’amore del
Messia, per il musulmano è doveroso seguire il messaggio di morte di
Maometto”. Immediate le condivisioni del post ma anche, di contro, le
segnalazioni a Facebook. L’intento dei segnalatori sembrerebbe essere quello
di bloccare, almeno per un po’, il giovane autore che, quotidianamente,
sveglia le coscienze attraverso la sua pagina. MA RICCARDO PRISCIANO NON CI
STA! Ed ecco che con l’ultimo post spiega i motivi giuridici ed
etico-legali, secondo i quali, “L’Islam non è Costituzionale!”; una vera e
propria scintilla che presto scatenerà chissà quali reazioni.

Chi è Riccardo Prisciano, maresciallo carabinieri anti Islam, scrive il 9
marzo 2016 Silvia Cirocchi su “Blitz Quotidiano”. Maresciallo Prisciano, vi
dico io chi è. In queste ore sui social network si sente solo parlare di
lui: il Maresciallo Riccardo Prisciano. Ma chi è questo uomo? Ve lo dico io
visto che ho auto modo di conoscerlo collaborando con lui allo stesso
quotidiano online (i cui articoli gli vengono ora contestati) fino a quando
la censura dei “taglialingua” gli ha tappato la bocca. Riccardo Prisciano
non è un “semplice” Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri; onore alla
categoria, ma intendo dire che, nella sua vita, Riccardo è anche tante altre
cose. Laureato in Scienze Giuridiche presso l’Università di Roma Tor
Vergata, da sempre impegnato culturalmente ed artisticamente, ha pubblicato
la raccolta di poesie “Insonnia” ed il poema biblico “L’Arcangelo crociato”,
Prisciano è in primis un uomo che ha sempre combattuto per tutto nella sua
vita; odia il compromesso e l’ipocrisia perbenista: per lui esiste solo ciò
che è giusto e ciò che è sbagliato, “vie di mezzo” non possono esistere.
Basta leggere i suoi articoli per saggiarne la preparazione culturale,
giuridica e filosofica. Riccardo Prisciano è uomo d’azione; azione che si
estrinseca attraverso la penna, la parola ed i fatti … e per questo è stato
punito e trasferito in Sardegna a ben 800 km dalla propria figlioletta. Il
Maresciallo Prisciano aveva argomentato le proprie tesi giuridiche circa
l’incostituzionalità dell’Islam e circa l’impossibilità di credere
nell’esistenza di un islam moderato, nonché aveva espresso su Facebook la
propria contrarietà circa le unioni omosessuali e le adozioni gay. Il tutto
libero dal servizio e mai qualificandosi come carabiniere. Ebbene, in un
processo, nonostante l’assenza del Prisciano e di un suo difensore, il
maresciallo veniva condannato a 7 giorni di consegna di rigore e trasferito.
Non è finita: i nuovi Comandanti (della Sardegna) instaurano un ennesimo
procedimento disciplinare nei confronti del Maresciallo Prisciano per
condotte successive al 06 agosto 2015 (data del processo-condanna
fiorentino) sempre per “islamofobia, xenofobia, omofobia, violazioni dei
doveri attinenti al grado ed al giuramento prestato e per aver inficiato
l’apoliticità della Forza Armata”. Quest’ultimo procedimento disciplinare è
ancora più assurdo del primo: si contesta all’ispettore il fatto di aver
scritto, sempre libero dal servizio, articoli, in cui si parlava di aborto,
teoria gender, immigrazione e sovranità statale. Addirittura, si contesta il
prossimo libro del Maresciallo Prisciano – lo si contesta prima della
pubblicazione, prima di leggerlo quindi. Il Mar. Prisciano pubblicherà a
breve un saggio giuridico, il cui titolo è “Nazislamismo” e l’editore è
Solfanelli. Come si evince dagli atti, gli Ufficiali dell’Arma scrivono che
“benché si tratti di un saggio giuridico, scaturito dalla stessa tesi di
Laurea in Scienze Giuridiche del Mar. Prisciano, non è opportuno che si
parli in tali termini dell’Islam”. Sarà un caso che tutta la storia gira
attorno alla Toscana, ed a Firenze in particolare? A noi non sembra un caso,
visto che il Maresciallo Prisciano in entrambi i procedimenti si è visto
accusare “di aver leso e vilipeso l’immagine del Presidente del Consiglio
dei Ministri, del Presidente della Repubblica, del Ministro dell’Interno e
della Presidenta Boldrini.

Riccardo Prisciano: l’Islam come il nazismo, scrive Gian Giacomo William
Faillace su “Milano Post” del 14 giugno 2015. Riccardo Prisciano, scrittore
politicamente scorretto, vicino a posizioni ideologiche patriottiche e
sovraniste, ha esordito con “Insonnia”, una raccolta di poesie
romantico-decadentiste e successivamente con il poema biblico “L’Arcangelo
crociato” in cui narra, con stile dantesco a metrica libera, le vicende
dell’Arcangelo Uriel. Politicamente impegnato, Riccardo Prisciano, è in
procinto di pubblicare il suo terzo libro: con la prefazione del noto
giornalista Magdi Allam, con cui Prisciano intrattiene ottimi rapporti
amichevoli, sarà un saggio di diritto in cui tratterà l’incostituzionalità
dell’Islam. Con parole semplici effettuerà dei parallelismi tra la fede
musulmana e l’ideologia nazista, sfociando nella proposta di un disegno di
legge che annoveri il reato di apologia dell’Islam. Partendo dal tema della
“tolleranza” sul quale molti filosofi hanno scritto e disquisito, Prisciano
prende in esame la citazione del filosofo austriaco, naturalizzato
britannico, Karl Raimund Popper il quale trattò innumerevoli volte, in seno
alla sua teoria di “società aperta” le problematiche inerenti alla
tolleranza arrivando a sostenere che “La tolleranza illimitata porta alla
scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a
coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società
tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti
saranno distrutti e la tolleranza con essi” oltre ad asserire che “Dovremmo
rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli
intolleranti”. A queste teorie fecero eco anche lo scrittore tedesco Thomas
Mann il quale sostenne che “La tolleranza diventa un crimine quando si
applica al male” ed il giurista statunitense Joseph Halevi Horowitz Weiler
il quale sostenne che “Il messaggio di tolleranza verso l’altro non deve
essere tradotto in un messaggio di intolleranza verso la propria identità”;
un tema molto attuale soprattutto nella moderna “società” europea, ed
italica in prevalenza, in cui in nome della tolleranza verso la teocrazia
islamica si tende ad odiare le proprie origini culturali, storiche e
religiose. Persino Voltaire, uno dei maggiori Lumi del Settecento, nel suo
“Trattato sulla tolleranza” pur cercando di aprire la società ad una sorta
di pluralità di religioni, e perché no, ad una pluralità di dottrine
politiche, col suo grido “Esacrez l’infame” (Schiacciate l’infame) incita
quell’umanità illuminata a lottare con tutte le forze della propria ragione
e della propria morale contro il fanatismo intollerante tipico della
religione confessionale qualsiasi essa sia, incita ogni uomo di buona
volontà a lottare per la tolleranza e la giustizia. Pertanto, alla domanda
“Cosa intende per apologia dell’Islam” Prisciano, prontamente risponde:” In
considerazione di ciò che sostenne l’Ayatollah Khomeini, ossia che l’Islam è
politica altrimenti non è Islam, dobbiamo trovare gli strumenti idonei per
trattare questa dottrina violenta in quanto l’Islam non può essere
considerata una religione, nel senso “occidentale” del termine. Un Islam che
punta al potere deve essere arginato secondo quello che Popper definiva come
un dovere della democrazia. Quindi ecco il reato di apologia, in Italia, con
la legge Scelba, previsto per il Fascismo. Con tale legge si tutela la
manifestazione privata ma non pubblica di alcune correnti di pensiero. Nel
mio prossimo libro citerò questo paragone facendo dei parallelismi tra
l’ideologia nazista e la dottrina islamica; parlando di apologia non voglio
mettere al bando l’Islam: ognuno in privato potrà essere fedele alla sua
fede vietando però le sue manifestazioni pubbliche”.

Lo scrittore Riccardo Prisciano sfida Khalid Chaouki: – “Io sono pronto” …”,
scrive Riccardo Ghezzi, il 11 agosto 2015.

Riccardo Prisciano, il tuo prossimo libro in uscita ad ottobre paragona
l’Islam al Nazismo. Puoi spiegarci in breve di cosa si tratta?

«Quando si parla di terrorismo islamico, non si parla di “antico folklore”;
è, piuttosto, qualcosa di concreto e spaventosamente vicino, come hanno
dimostrato numerosi fatti di cronaca, anche in Italia. Non è comprensibile,
altresì, come, proprio le frange anticlericali che, da sempre, si sono
battute contro la Chiesa Cattolica (incriminando, quasi, le religioni di
“incatenare” l’uomo) siano, ora, così rispettose e tolleranti verso
comportamenti barbari e sanguinari, predicati in nome dell’Islam.
Incredibilmente, la stessa pubblica opinione, che si discosta
dall’osteggiare ideologie violente e razziste, non si rende conto di quanto,
l’Islam, in certi suoi aspetti, non si discosti molto da queste dottrine».

Perché allora questa difformità di trattamento?

«Anche lo scrittore tedesco Thomas Mann sosteneva che “la tolleranza diventa
un crimine quando si applica al male”, addirittura il giurista statunitense
Joseph Halevi Horowitz Weiler sostenne che “il messaggio di tolleranza verso
l’altro non deve essere tradotto in un messaggio di intolleranza verso la
propria identità”; un tema molto attuale soprattutto nella moderna “società”
europea, ed italica in prevalenza, in cui in nome della tolleranza verso la
teocrazia islamica si tende ad odiare le proprie origini culturali, storiche
e religiose. Tale totalitarismo, ammantato da pretesti religiosi ed etici e
che, dietro una parvenza di spiritualità, trasudano un’alcova ideologica tra
le più intolleranti del mondo, è di gran lunga peggiore di qualunque
totalitarismo politico. L’Islam è anche, e forse soprattutto, un’ideologia,
come ci tenne a precisare l’Ayatollah Khomeini, uno dei più autorevoli
pensatori musulmani: “L’Islam o è politica, o non è nulla!” L’Islam è
un’ideologia politica che, ancora oggi, si serve della religione come
strumento di potere; o, se volessimo intenderla come religione, non possiamo
non rilevare che tale religione, sfruttando la spiritualità umana, si pone
il preciso obiettivo d’espandere il proprio potere politico. Se,
giustamente, intendessimo l’Islam come una dottrina politica, e non già come
una mera fede religiosa, sarebbe doveroso chiedersi per quanto ancora si
potrà permettere che, nella civile e democratica Europa, si predichi l’odio
religioso, l’intolleranza e la disuguaglianza tra i sessi o tra gli
appartenenti a diverse religioni, senza andare a vietare le organizzazioni
islamiche, che si ispirano ad una dottrina di gran lunga più totalitaria e
intollerante del Nazismo stesso. Non a caso Al-Husayni fu l’assoluto
protagonista della nascita del moderno fondamentalismo islamico e della
lotta armata (’intifadah) contro gli ebrei, condotta oggi da numerose
organizzazioni terroristiche islamiche. Egli fu un visionario crudele che in
nome del nazionalismo arabo e dell’antisemitismo strinse un’alleanza tattica
con il nazismo, in forza della quale 100.000 musulmani combatterono come
volontari nelle divisioni tedesche. Fu tra i più accesi sostenitori della
Soluzione Finale, si macchiò direttamente di atti feroci quale il sabotaggio
dei negoziati tra i nazisti e gli Alleati, per la liberazione di prigionieri
tedeschi in cambio della fuga verso la Palestina di 4000 bambini ebrei,
destinati alle camere a gas. Dopo la guerra, scampato a Norimberga,
al-Husayni si divise tra l’Egitto, dove rinsaldò i rapporti con Sayyid Qutb
e Hasan al-Bannah, rispettivamente il teorico e il fondatore dei Fratelli
musulmani, e Beirut, dove pose sotto la sua ala protettiva un giovane che
negli anni successivi diventerà un protagonista della politica
mediorientale: Yasir ‘Arafat».

La prefazione sarà curata da Magdi Allam. Come è avvenuto l’incontro con
lui?

«La Stima che mi avvicina al grande Magdi Cristiano Allam è profonda. Il
nostro incontro “fatale” è stato lo scorso 7 giugno 2015, in quel di Milano,
durante un incontro-dibattito politico-culturale organizzato dal Fronte
Nazionale per l’Italia (il nuovo partito “nato dal basso” che,
democraticamente, sta andando a colmare quel vuoto elettorale equiparabile,
a detta dei sondaggi, al 60% degli aventi diritto). È stato “amore a prima
vista”: l’unità d’intenti e d’ideali è stata tale che, già dopo pochi
minuti, Magdi mi aveva già assicurato la prefazione per il mio prossimo
saggio».

Nel saggio, definisci l’Islam “Incostituzionale”. È una dichiarazione forte,
ma da quali elementi normativi è suffragata questa tua affermazione?

«Oggi, assistiamo sovente ad una visione della Costituzione italiana, come
nominata a sostegno della laicità dello Stato, incredibilmente, però, questo
accade solo in funzione anticristiana. L’Islam è anticostituzionale perché
predica concetti ed ideologie contrari ai principi costituzionali
fondamentali, in tema di rispetto per la vita ed uguaglianza tra le persone
(anticostituzionalità sostanziale); nonché per la mancanza d’Intesa tra
Stato italiano ed Islam (anticostituzionalità normativa). Ecco alcuni esempi
pratici, puramente a titolo esemplificativo, di altri articoli (oltre
all’ormai noto art.8) della Costituzione che, più nello specifico, sono in
netto contrasto con l’Islam:

– Art. 2 Cost: “… i diritti inviolabili dell’uomo …”, che sono totalmente
diversi nella religione islamica, tanto da aver creato una propria carta, la
Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo, proclamata il sabato 19
settembre 1981 presso l’UNESCO a Parigi.

– Art. 3 Cost: “pari dignità sociale … senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione”; nel Corano, invece, è sancita la superiorità
dell’uomo sulla donna e del musulmano sul non-musulmano.

– Art. 13 Cost: “La libertà personale è inviolabile, può essere limitata
solo con atto motivato dell’Autorità Giudiziaria e nei soli casi e modi
previsti dalla legge . …” ; nella Dichiarazione islamica dei diritti
dell’uomo, invece, la libertà individuale viene subordinata alla shari’a.

– Art. 27 Cost: “Non è ammessa la pena di morte …” ; nell’Islam, invece, è
imposta per apostati, adulteri ed omosessuali; tale imposizione, mai messa
in discussione da nessun organo dirigente islamico, è confermata da tutte e
quattro le scuole coraniche e, pertanto, attendibile;

– Art. 29 co. 2 Cost: “Il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi”;

– Art. 30 co. 1 Cost: “il dovere-diritto di entrambi i coniugi di educare i
figli..”;

– Art. 30 co. 3 Cost: “per la tutela dei figli naturali”.

Oltre al contrasto con dette norme fondamentali della Costituzione, vi è un
altro duplice problema, certamente, non meno rilevante, riguardante la
legittimità e la gerarchia delle fonti, in quanto la Shari’a funge da
“legge” per i mussulmani, a prescindere dalla loro nazionalità».

Oriana Fallaci, ex partigiana, ha combattuto l’Islam esattamente come
combatteva il nazifascismo. Eppure, dalla sinistra è stata considerata una
“traditrice”. Come si può spiegare l’antifascismo abbinato al filoislamismo
della sinistra?

«La grande Oriana, che nel saggio in questione chiude con le sue citazioni
ogni capitolo, è quasi da ringraziare per le grandi verità che tramandò a
noi (oggi come ieri) poveri buonisti. Mi trovo perfettamente d’accordo con
la Fallaci (e con i grandi autori citati poco fa): bisogna svegliarsi e
rendersi conto che la nostra utopia (o quella di qualcuno …) ci farà
ritrovare molto presto in una guerra dove non saremo padroni a casa nostra.
La tolleranza è la base della democrazia; tuttavia, essa non deve mai
tradursi nel buonismo relativista radical-chic, tipico della Sinistra
Italiana di oggi. Aristotele diceva che “l’apatia e la tolleranza sono le
ultime virtù di una società morente”. L’integrazione va bene, purché sia
tale, ma ad oggi mi sembra che questa volontà non si sia mai palesata.
“Integrazione” vuol dire adattarsi alle regole del Paese ospitante. Pericle
(il “Padre della Democrazia”) se fosse vissuto ai nostri giorni si sarebbe
sentito chiamare “razzista”, “xenofobo”, “omofobo” finanche “islamofobo”. La
Sinistra italiana, tanto brava a sventolar bandiere rosse in piazza a difesa
della libertà, non è capace di capire che l’Islam ne è oggi la più grande
minaccia. Questo discorso è da farsi nei confronti dei “militanti” della
Sinistra italiana; per i vertici, ci sono ben altri interessi dietro … ma
questo è un altro discorso».

Esiste un pericolo terrorismo in Italia, oltre che in Europa?

«Ovvio! I numerosi arresti, le iscrizioni nel registro degli indagati nelle
varie Procure italiane, nonché i bigliettini dell’Isis che girano sornioni e
spaventosi su facebook, parlano chiaro. Smettiamola di dire “io conosco
tizio che è mussulmano ed è una bravissima persona”: non si può (e non si
deve) ragionare sulle eccezioni, soprattutto dinanzi a simili pericoli. Se
ancora qualcuno si ostina a dire che non tutti i mussulmani sono terroristi,
certamente dovranno darmi atto che, quantomeno, tutti i terroristi sono
islamici».

Sarebbe pronto e disponibile ad un dibattito con Khalid Chaouki del PD?

Io sì … non so lui, semmai!»

Dr Antonio Giangrande