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Catanzaro, monta protesta camici bianchi del “Ciaccio” Previsto uno sciopero il prossimo 3 Maggio

Catanzaro, monta protesta camici bianchi del “Ciaccio” Previsto uno sciopero il prossimo 3 Maggio
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I camici bianchi hanno gridato la loro protesta, stamattina, davanti
all’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro, in un’assemblea in vista del
primo sciopero regionale del pubblico impiego in Calabria, il prossimo
martedì 3 maggio a Catanzaro, per dire stop ad una sanità malata, piegata, a un
personale medico e sanitario che è stato dimezzato in Calabria a partire
dal piano di rientro, con danni enormi per pazienti e operatori della
sanità. “Si è fatto palesemente bancomat sul personale – ha detto il
segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno – e di conseguenza
le liste d’attesa sono diventate lunghissime, costringendo i pazienti
calabresi ad una mobilità passiva che ingrassa le altre regioni mentre non
si riesce sempre a dare risposte adeguate da parte di medici, infermieri,
tecnici e operatori della sanità ridotti all’osso e costretti a turni di
lavoro massacranti”. E questo avviene, ha detto il dirigente regionale
della Cgil, anche in uno dei presidi sanitari che in Calabria ha sempre
saputo dare risposte adeguate all’utenza, l’ospedale Pugliese Ciaccio, da
sempre luogo di eccellenza medica. “Siamo esasperati – è stato lo sfogo di
alcune operatrici socio sanitarie che hanno partecipato alla riunione
all’ingresso dell’ospedale del capoluogo – per questo il 3 maggio
scenderemo in piazza a Catanzaro per il rinnovo dei contratti, per le
stabilizzazioni del personale e per lo sblocco del turnover in modo che si
riparta finalmente con le assunzioni di personale, così carente”. Tante le
questioni che hanno visto stamattina i camici bianchi protestare sotto le
bandiere di Cgil, Cisl e Uil, a partire dal mancato rinnovo del contratto
collettivo nazionale di lavoro, fermo dal 2009 e “presumibilmente questo
blocco sarà prorogato fino al 2019- 2020 – ha precisato il segretario Iorno
– e alle scelte scellerate del governo centrale che risparmia sul
lavoro pubblico
e in particolare su quello sanitario, si aggiunge in Calabria il dramma di
una carenza di personale a cui non si vuole porre rimedio. Al commissario
Scura – ha aggiunto il segretario della Cgil – abbiamo detto chiaramente
come bisogna fare per attivare le stabilizzazioni in sanità e lo
scorrimento delle graduatorie, ma siamo impantanati in una lentezza
burocratica che non dà risposte a lavoratori e utenza”. E’ stato poi
affrontato, durante l’assemblea, il nodo della mancata osservanza del
giusto orario di lavoro che è un problema doloroso per chi lavora nella
sanità. “C’è una direttiva europea – a parlare è sempre Alfredo Iorno –
e
la legge nazionale approvata nel 2014 che impongono l’osservanza del giusto
orario di lavoro. In Calabria non è rispettato. Anche stamattina con Cisl
e Uil siamo stati dal prefetto di Catanzaro per denunciare l’atteggiamento
elusivo e dilatorio da parte della Direzione provinciale del lavoro”. Così
come, a livello nazionale, a aggiunto, “da tempo è il sindacato che si
vuole mettere ai margini, puntando all’interlocuzione diretta tra governo e
lavoratori, e c’è chi pensa che dare 80 euro agli incapienti significa
sostituire il contratto collettivo nazionale del lavoro. No, in sanità come
nella pubblica amministrazione – ha concluso Iorno – ci sono lavoratori e
professionisti che meritano di essere gratificati sul piano salariale per
ciò che danno all’utenza e respingono insieme al sindacato quell’immagine
che vuole inficiare il lavoro pubblico mostrando solo chi non vuole fare il
proprio dovere, mentre ci sono ogni giorni migliaia di lavoratori che si
sacrificano e lavorano con impegno e dedizione, pensiamo ad esempio tra gli
altri proprio a chi lavora nella sanità, e al suo personale costretto a
turni massacranti”.