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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 DICEMBRE 2024

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Patto Calabria, Sebi Romeo accusa Iole Santelli "E' il primo corposo tentativo di vincolare le risorse in un quadro di programmazione concordato e sul quale mettere in essere una comune attività di monitoraggio"

Patto Calabria, Sebi Romeo accusa Iole Santelli "E' il primo corposo tentativo di vincolare le risorse in un quadro di programmazione concordato e sul quale mettere in essere una comune attività di monitoraggio"
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Matteo Renzi, negli ultimi giorni e per ben due volte, nell’ambito della sua attività di  comunicazione, si è riferito alla Calabria: la prima per dire che la scarsa accessibilità mette a repentaglio le sue possibilità di crescita e la seconda per manifestare  il suo impegno per fare ripartire la Calabria al pari delle grandi regioni del Nord.

Due affermazioni che, a pochi giorni dalla sottoscrizione del Patto Calabria, hanno un inequivocabile significato: Matteo Renzi ha scelto la Calabria come un laboratorio di una svolta meridionalista del quale si è fatto portabandiera  e garante. Non a caso che ciò sia accaduto. Con il lavoro di un anno e la programmazione di importanti risorse per lo sviluppo, con la riacquistata credibilità della Calabria nelle sedi nazionali ed europee, la Giunta regionale ha dimostrato di avere competenze e volontà per portare avanti un progetto di concreto sviluppo della nostra regione.

Solo Iole Santelli si può attardare in una lettura strumentale delle dichiarazioni di Renzi, dimenticando i guasti delle esperienze di governo del centro destra (quando le risorse del Sud venivano dirottate dai Governi Berlusconi-Tremonti  per pagare le multe delle quote latte!).

Matteo Renzi ha sollevato il tema dell’accessibilità in Calabria come motore dello sviluppo; cioè quello dell’autostrada, della rete di RFI, del ruolo dei porti e degli aeroporti calabresi; settori con ritardi decennali spesso dovuti a governi e personaggi (come quel Pietro Ciucci, ex presidente dell’ANAS in Calabria accolto sempre con le fanfare del centro destra).

Il Patto Calabria è il primo corposo tentativo di vincolare le risorse in un quadro di programmazione concordato e sul quale mettere in  essere una comune attività di monitoraggio. Tali risorse, insieme a quelle derivante dalla riprogrammazione dei fondi CIPE, dalle approvazione del POR 2014-2020 e del Piano di Sviluppo Rurale,  dai Programmi Operativi Nazionali raggiungono la cifra di oltre 7,5 miliardi di euro ai quali andranno integrati i fondi per le infrastrutture lineari da investire attraverso Anas ed RFI.

Nei prossimi giorni, proprio perché la Giunta regionale non ha voluto accettare la supina acquiescenza ai grandi enti di stato, si aprirà presso il MIT il confronto su scelte dovranno essere condivise alla luce dell’avvenuta approvazione in Giunta della proposta di Piano Regionale dei Trasporti.

Il tempo delle chiacchiere, delle polemiche strumentali, di complicate costruzioni in politichese è finito; ora deve cominciare – anzi è già cominciata –  la fase delle realizzazioni.

Sappiamo bene che quella del Patto è una impegnativa sfida per tutti, per la Giunta regionale e per il sistema Calabria. Che la disponibilità delle risorse mette le regioni meridionali, la Calabria prima di tutto, dinanzi ad una responsabilità storica. Ma, sicuramente, è l’ultima occasione per cambiare il corso delle cose.

E’ auspicabile che il confronto programmatico, il dibattito politico, l’impegno delle istituzioni e dei partiti politici, il ruolo delle forze economiche e sociale, l’impegno culturale e delle idee si possano sviluppare su queste nuove occasioni e scenari creati dal lavoro comune dei Governi nazionale e regionale.

Sebi Romeo, capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale