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TAURIANOVA (RC), SABATO 30 NOVEMBRE 2024

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Cosenza, Mancini non divenne sindaco grazie a MSI Le polemiche su accordo, anticipatore, tra PD e Ala. Anche nel 1962, Guarasci e Mancini diedero vita al primo centrosinistra, alla Provincia di Cosenza

Cosenza, Mancini non divenne sindaco grazie a MSI Le polemiche su accordo, anticipatore, tra PD e Ala. Anche nel 1962, Guarasci e Mancini diedero vita al primo centrosinistra, alla Provincia di Cosenza
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La polemica politica è legittima ma, soprattutto quando vengono citati
leader, da tempo scomparsi, come Giacomo Mancini (1916-2002), sarebbe
auspicabile che gli organi di informazione riferissero, con equilibrio e
aderenza alla realtà, vicende, peraltro non remote, e il ruolo dei
protagonisti chiamati in causa.

Da segretario del PSI, Giacomo Mancini fu oggetto di una delle più violente
e diffamatorie campagne della stampa fascista, finanziata- come
hanno documentato Eugenio Scalfari e Giuseppe Turani, nel libro “Razza
Padrona”-dai grandi gruppi economici, pubblici e privati, che non
gradirono, eufemismo, la linea di autonomia del leader calabrese, nei
confronti della DC, del PCI e dei “poteri forti”, e contribuirono alla sua
estromissione, nel 1972, dal vertice socialista.
Nel corso della violenta e sanguinosa rivolta di Reggio Calabria, Mancini
fu indicato dai “boia chi molla !” missini, guidati da Ciccio Franco, e dai
finanziatori-soprattutto l’armatore Matacena, padre dell’ex deputato di
Forza Italia- come il “nemico numero uno” della città e la sua effigie fu
impiccata in piazza Italia.
Nel 1993, dopo la triste fine del suo partito- al cui interno era stato
l’unico, emarginato, mai silenzioso, oppositore di
Bettino Craxi- Mancini non vinse le elezioni, a Cosenza, “alleandosi con
il Msi” dei suoi accaniti nemici, come hanno scritto, ieri, alcuni organi
di stampa.
L’ex “ministro del fare e non delle chiacchiere” si rivolse, direttamente,
ai cosentini, formando una sua lista civica, “Cosenza Domani”, e superando,
nettamente, al primo turno, i candidati del notabilato locale e degli
agonizzanti partiti nazionali.
In vista del secondo turno, il candidato a Sindaco accettò, senza
contrattare nulla, il sostegno di “Lista per Cosenza”, nella
quale erano presenti alcuni giovani, che in passato avevano fatto politica,
su posizioni opposte a quelle di Fini, nel “Fronte della Gioventù”, e poi
ne erano usciti, in polemica con i dirigenti.
In pratica, a Cosenza, grazie all’intuizione dell’ex
ministro, anticipatrice dei futuri sviluppi a livello nazionale, si apri’
una nuova fase politica, dopo la triste fine dei vecchi partiti-spazzati
via da Tangentopoli e dagli errori politici dei capi- qualche mese prima
dello “sdoganamento”, operato da Berlusconi, nei confronti del MSI di Fini,
e del congresso di Fiuggi.
Dalla storia all’attualità. Ho ringraziato don Carlo Guccione (PD),
Candidato a Sindaco di Cosenza- sostenuto anche da liste civiche e da ALA
di Denis Verdini, ma non dai fratelloni Gentile (NCD)- per
aver sottolineato, con rispetto, il programma di Giacomo Mancini, nel 1993
: un patto non di potere e di spartizione delle poltrone, ma un appello ai
cittadini, fuori dai colori e dalle appartenenze politiche, per contribuire
a risollevare dalla crisi, politica e morale, e dall’affarismo, la nostra
città. Che, oltre al “Leone socialista”, in passato, è stata rappresentata,
nel governo e in Parlamento, da autorevoli personalità come il comunista
Fausto Gullo e il dc Riccardo Misasi.
Si è molto parlato, in questi giorni, del “laboratorio Cosenza”, in seguito
all’accordo tra il PD e ALA, il gruppo del senatore
Denis Verdini-sottoposto a inchieste e processi, ma non colpevole fino a
sentenza definitiva- in vista dell’elezione del Sindaco della Città.
Pochi hanno evidenziato che, più di 50 anni fa, nel capoluogo calabrese, fu
anticipato il centrosinistra-in seguito all’accordo, che venne raggiunto
tra Aldo Moro, DC, e Pietro Nenni, PSI-da cui scaturi’, nel dicembre del
1963, l’ingresso dei socialisti nella “stanza dei bottoni”, di nenniana
memoria.
Un anno e mezzo prima, il 18 aprile 1962, alla Provincia di Cosenza, grazie
all’intesa tra Giacomo Mancini (PSI) e Antonio Guarasci (DC), vide la luce
la prima giunta di centrosinistra del Mezzogiorno, la terza in Italia, dopo
quelle di Milano e Genova.
Il Presidente, il professor Guarasci, un esponente della sinistra dc,
vicino a Riccardo Misasi (1932-2000), venne eletto, nel 1970, primo
Presidente della giunta calabrese, prima di morire, nel 1974, in un tragico
incidente stradale.

Pietro Mancini, Presidente “Fondazione Giacomo Mancini