Unical, successo per l’ultimo libro di Nuccio Ordine "Classici per la vita" già in classifica tra i libri più venduti
A meno di dieci giorni dalla sua apparizione in libreria, il nuovo lavoro di Nuccio Ordine – Classici per la vita. Una biblioteca ideale (La nave di Teseo, 15€) – entra già in classifica: sulla «Lettura» del «Corriere della Sera» (domenica 29 maggio) figura, infatti, al diciottesimo posto tra i libri più venduti nella saggistica.
Dopo lo straordinario successo del best-seller L’utilità dell’inutile (tradotto in ventisei Paesi e recentemente adattato per il teatro da una compagnia francese che lo ha messo in scena a Parigi tra marzo e maggio), anche questo saggio del professore calabrese (che insegna letteratura italiana nell’Università della Calabria) raccoglie immediatamente l’interesse dei lettori.
Si tratta, ancora una volta, di una appassionata difesa dei classici e dell’insegnamento. Il libro raccoglie, infatti, tutte le rubriche che Nuccio Ordine ha redatto per «Sette», il prestigioso settimanale del «Corriere della Sera» diretto da Pier Luigi Vercesi, tra settembre 2015 e agosto 2016. Al centro del volume, una cinquantina di opere di grandi autori della letteratura di ogni epoca (dal mondo classico al Novecento): ogni settimana la proposta di un breve brano, accompagnata da un efficace e sintetico commento al servizio del testo.
Apparso in ottobre in Francia – con il titolo Une année avec les classiques (Les Belles Lettres) –, il saggio è stato scelto da George Steiner (uno dei più importanti critici letterari del mondo) come libro dell’anno per la celebre rivista letteraria «The Times Literary Supplement» (27 novembre 2015): «In pochi – ha scritto Steiner su TLS – sanno guidarci tra arte, letteratura e storia del pensiero con la stessa passione di Nuccio Ordine».
Anche le prime recensioni italiane testimoniano una calorosa accoglienza. Edoardo Vigna sottolinea come i testi proposti dall’autore siano «lezioni di vita semplici e assolute» e confessa che «avremmo voluto esserci anche noi ad ascoltare Ordine e le riflessioni di Niccolò Machiavelli, Jorges Louis Borges, Ludovico Ariosto, Marguerite Yourcenar» («Sette», 13 maggio). Luca Doninelli, su «il Giornale» del 28 maggio, evidenzia come «la piccola antologia, da Accetto a Zwieg passando per Machiavelli e Rabelais, è splendida e testimonia, se ve ne fosse bisogno, della grande erudizione dell’autore, ben riconosciuta in tutto il mondo». Per Doninelli, «Ordine appartiene a quella schiera di italiani – per fortuna ben più ampia di quanto le nostre cronachette vogliano farci credere – che fanno bello il nome del nostro Paese. Una schiera formata perlopiù da scienziati, ma della quale fa parte anche qualche umanista».
Annalena Benini, su «Io Donna» del 28 maggio, colloca il saggio nella sezione degli “Imperdibili”: Ordine propone una biblioteca ideale, «libri preziosi, amati e messi in fila, adesso, per la bellezza che creano, per l’importanza che hanno nelle nostre vite. Con commenti brevi e precisi, per lasciare spazio alle pagine e all’immenso piacere che provocano».
Ma anche l’introduzione – una cinquantina di pagine dense e corpose – è una preziosa riflessione sul valore dei classici e dell’insegnamento: «In un momento in cui la scuola e l’università – ci ha dichiarato Ordine – sembrano sempre più proiettate verso il mercato, mi è sembrato importante richiamare l’attenzione sull’autentica funzione dell’insegnamento e dell’apprendimento: non bisogna studiare i classici per prendere una laurea o un diploma di scuola secondaria. I classici si studiano perché ci insegnano a vivere, ci insegnano a diventare migliori, ci insegnano a capire noi stessi e il mondo che ci circonda. Chiedere a un ragazzino delle scuole medie di scegliere un mestiere è una forma di corruzione: non si studia per imparare un mestiere, non si studia per pensare ai soldi, ma si studia innanzitutto per imparare a conoscere, per diventare donne e uomini liberi, capaci di usare criticamente il proprio sapere. Poi chi avrà imparato a studiare per studiare, acquisirà un bagaglio culturale tale da permettergli di intraprendere qualsiasi professione. I migliori architetti e ingegneri europei non sono usciti dal geometra ma dai licei». «Ecco perché sono convinto – ha aggiunto Ordine – che la buona scuola non la fanno né i computer, né le lavagne collegate a internet, né i presidi manager: la buona scuola la fanno solo i buoni professori. E i governi, purtroppo, investono un miliardo nella scuola digitale dimenticando la formazione degli insegnanti: con oltre 180.000 precari, demotivati e spesso non preparati, dove sarà possibile approdare?».
All’edizione francese e a questa italiana seguiranno, per il momento, le traduzioni in castigliano, catalano, greco e bulgaro.