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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 GENNAIO 2025

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“Quel pasticciaccio brutto”…. delle elezioni di Cosenza “L’uscente”. “L’entrante. “L’outsider”

“Quel pasticciaccio brutto”…. delle elezioni di Cosenza “L’uscente”. “L’entrante. “L’outsider”
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Ecco a voi l’ultima settimana e poi diamo fuoco alle polveri, per dare la parola ai cittadini di Cosenza e scegliere tra “l’uscente” Mario Occhiuto, “l’entrante” in calcio d’angolo Carlo Guccione e “l’outsider” Enzo Paolini. Come in un film misto tra Sergio Leone ed i fratelli Vanzina, non si sono risparmiati colpi bassi, in quanto se le sono date di santa ragione a fior di parole, veleni tra duelli di campioni di legalità e cambi di casacche senza pudore, passando tra il ridicolo ed il trash.
Non lo so né mi azzardo a pensarlo, se i cosentini abbiano capito qualcosa di quanto accaduto dalla caduta di Occhiuto a tutta questa “velenosa” campagna elettorale, a suon di inchieste giudiziarie e di insulti come di solito si fanno negli amori traditi o meglio, nelle infedeltà coniugali. Certamente, non saranno elezioni dal risultato scontato.
Warner disse che «Anni fa le fiabe iniziavano con “C’era una volta…”. Oggi sappiamo che iniziano tutte con “Se sarò eletto…», ecco, il se sarò eletto per Cosenza diventa un serio problema, ma chi sarà eletto? Occhiuto preso di mira da tutti, si può dire perché nella sua attività di sindaco si è fatto più nemici politici lui che di quanto normalmente una persona semplice non se li fa in tre vite consecutive. Lui, ma secondo me è un bluff mediatico, dice che vincerà al primo turno perché dalle sue uscite pubbliche sembra più un Marchese del Grillo, lui è lui e gli non sono un cazzo! Lui ha lavorato, ha fatto affari, prodotto reddito, creato impresa mentre gli altri erano solo dei “portaborse della politica”, è chiaro il riferimento al suo avversario Carlo Guccione. Se lo stesso Occhiuto dovesse perdere le elezioni, sarà proprio per questa latitante umiltà, seppur con mille problemi ed ombre su presunti debiti a cui nessuno ancora è riuscito a dare una reale spiegazione, compreso il commissario prefettizio che sta reggendo il Comune dopo la sua estromissione. Chi vivrà vedrà, ma intanto quei debiti vanno saldati e spero che, al di là di tutto, non siano le casse comunali, soprattutto per il bene dei cittadini cosentini.
In questa velenosa campagna elettorale, come ha scritto giustamente il direttore Paolo Pollichieni, “Neanche la “Carta di Treviso”, quella che tutela i minori, è stata risparmiata: al Corecom usano il calibro per vedere se lo spazio pubblicitario sfora di un millimetro. Prosciutto sugli occhi, invece, quando si parla di minori che attendono dal padre il pagamento degli alimenti dovuti. Se in Italia si va affermando la pratica della “doppia morale”, a Cosenza si fa spudoratamente ricorso alla quadrupla, al punto che mentre si chiede giustamente conto al sindaco uscente dei suoi debiti verso terzi, si promette a chi mette a disposizione gli strumenti mediatici, un condono tombale dei debiti (voluminosi) che ha accumulato nei confronti del Comune di Cosenza”.
Guccione sembra uscito da una favola di dei fratelli Grimm, di colpo, tutto d’un fiato, da Presta a Guccione il passo è stato breve e la regia romana di Marco Minniti pure, ha praticamente messo d’accordo tutti, il rospo è stato ingoiato dagli “amici, i coniugi, i manutengoli”. Hanno fatto quadrato intorno a lui, si sta cercando di salvare il salvabile e si utilizza ogni arma per sminuire e far venire di meno la credibilità di Occhiuto, facendolo passare quasi come un “sfruttatore” della cosa pubblica.
E poi c’è Paolini che ha i Gentile dalla sua parte, rivelatisi nemici giurati di Occhiuto ed i precedenti ci stanno tutti: vedi il litigio e la rottura con la figlia di Pino Gentile, ma che diventerà sicuramente, una “fidanzata” da corteggiare per la squadra (e solo per loro), di Carlo Guccione, in caso di ballottaggio (quasi certo) con Mario Occhiuto.
Questa situazione è un’insalata, o peggio un pasticcio, senza dignita, pudore e dalla “doppia morale”, gli amici hanno diritto alla presunzione di innocenza, mentre i nemici passano al capestro senza alcun giudizio. È stata una campagna elettorale dei voltagabbana e di chi predica oggi la legalità, denunciando “situazioni poco trasparenti”, però è rimasta in Giunta con Occhiuto fino alla fine e non si è dimessa prima (sic!). Ed utilizzando le parole sempre del bravo Pollichieni: “Quando però a dirlo, prima in piazza e poi davanti al magistrato, è una leggiadra signora che fino all’ultimo momento utile – vale a dire fin quando il Pd non ha raccolto le firme necessarie a mandare a casa Occhiuto e la sua giunta – è rimasta incollata alla sua poltrona di assessore ai lavori pubblici, beh qualche riserva emerge”.
Cari cosentini, un leader politico di una grossa potenza mondiale disse che “Gli uomini politici sono uguali dappertutto. Promettono di costruire un ponte anche dove non c’è un fiume”, si chiamava Nikita Kruscev. Per dire che, controllate prima il fiume e poi se ci sono ponti (e che non siano immaginari sia l’uno che l’altro).