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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Migranti: da gennaio 4.027 morti 3120 nel solo Mediterraneo

Migranti: da gennaio 4.027 morti 3120 nel solo Mediterraneo
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Da fonte di vita e culla di civiltà il Mediterraneo si sta trasformando, sempre
più in teatro di morte. Dal mese di gennaio, infatti, più di 3.020 migranti sono
deceduti nelle acque del Mare Nostrum, oltre il doppio che al culmine del 2011, anno
della primavera araba, come rilevato ieri l’Organizzazione Internazionale per le
Migrazioni. Fin dall’inizio dell’anno, l’OIM ha registrato la morte di 4.027 immigrati
irregolari nel mondo, con tre quarti – 3.120 – nel Mediterraneo. Il numero, ha aggiunto,
rappresenta un aumento del 26% rispetto ai primi sette mesi del 2015. In particolare,
quest’anno le morti nel Mediterraneo hanno raggiunto quota 3’120 dopo il ritrovamento
di oltre cento cadaveri sulla spiaggia libica di Sabratha domenica 31 luglio. Il
sindaco della città libica riferì che le vittime provenivano da Paesi africani
sub-sahariani e dalla Tunisia.. La maggior parte dei migranti che sono morti alle
porte dell’Europa – di annegamento, soffocamento, fame o freddo – sono nati in Africa
e Medio Oriente, secondo le statistiche pubblicate dall’OIM. Da qualche anno a questa
parte l’aumento del numero di morti è dipeso principalmente dalla progressione dei
morti nel Mediterraneo”, ha detto l’OIM. Tra i popoli che maggiormente sono giunti
in Italia quest’anno si registrano i siriani, il cui paese è stato devastato da
una guerra civile per più di cinque anni e mezzo, e gli eritrei, che fuggono dal
loro paese per scappare dalla brutale repressione del potere, servizio militare e
dai lavori forzati, non retribuiti e di durata illimitata. Statistiche impietose
che non si possono più tollerare, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti”, che ribadisce la convinzione della necessità di un intervento
internazionale più deciso. L’Europa e l’ONU non possono più tacere ed aspettare
che questi tragici numeri, dietro cui si celano le vite e le speranze di persone
in carne ed ossa, non s’incrementino più.