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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 25 NOVEMBRE 2024

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Violenza sessuale di gruppo con minorenne: emesse nove misure cautelari. In manette anche il figlio del boss Iamonte "Operazione Ricatto" condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria. Nomi e foto degli arrestati

Violenza sessuale di gruppo con minorenne: emesse nove misure cautelari. In manette anche il figlio del boss Iamonte "Operazione Ricatto" condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria. Nomi e foto degli arrestati
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Nelle prime ore di questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo (RC), su ordine della Procura della Repubblica di Reggio Calabria e della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria, hanno dato esecuzione a nove misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, emesse dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed una, da quello c/o il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria.

Le persone colpite dai provvedimenti, tutte di Melito di Porto Salvo (RC) sono:
1. IAMONTE Giovanni,di anni 30, già noto alle FF.OO.;
IAMONTE_Giovanni_cl._'86
2. BENEDETTO Daniele,di anni 21, già noto alle FF.OO.;
BENEDETTO_DAaniele_cl._'95
3. PRINCIPATO Pasquale di anni 22, positivo in BB.DD.;
PRINCIPATO_Pasquale_cl._'94
4. NUCERA Michele di anni 22, incensurato;
NUCERA_Michele_cl._'94
5. SCHIMIZZI Davide di anni 22, incensurato;
SCHIMIZZI_Davide_cl._'94
6. TRIPODI Lorenzo di anni 21, incensurato;
TRIPODI_Lorenzo_cl._'95
7. VERDUCI Antonio di anni 22, incensurato.
VERDUCI_Antonio_cl._'94
destinatari della misura cautelare della Custodia Cautelare in Carcere;
8. G.G. 18enne, che al momento dei fatti, era minorenne
destinatario della misura cautelare della Custodia Cautelare in una Comunità;
9. PITASI DOMENICO MARIO di anni 24, incensurato
destinatario della misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.(quest’ultimo risponde solo del reato di favoreggiamento personale).

Tutti, sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e di favoreggiamento personale.

L’intensa attività d’indagine, avviata dai Carabinieri dalla Compagnia melitense sin dal marzo 2015, ha permesso di acclarare come la giovane vittima, nell’estate del 2013, avesse intrecciato una relazione sentimentale con uno degli arrestati ma la fragile ed acerba personalità della ragazza veniva ben presto sopraffatta e costretta ad assecondare indistintamente a tutte le richieste del ragazzo ben più grande di lei.

La ragazza, quindi, viene costretta ad avere rapporti sessuali dapprima con colui che riteneva di amare e successivamente, in un crescendo degli orrori, con un numero sempre più ampio di suoi amici. Tra la fine del 2013 e gli inizi del 2015, gli arrestati hanno più volte abusato sessualmente, anche in gruppo, della giovane ragazza che, nei primi episodi patiti, non aveva ancora compiuto i 14 anni.
La giovane vittima, la cui vita era ormai caratterizzata da un perdurante e grave stato d’ansia che l’ha costretta anche a mutare le proprie abitudini, durante tale periodo era completamente soggiogata al gruppo, dal quale non aveva alcuna possibilità di sfuggire, poiché gravemente minacciata sia della divulgazione di alcune sue foto intime che dal fatto di rivelare le “proprie nefandezze” ai suoi genitori, nonché, implicitamente, dall’essere IAMONTE figlio di Remingo, attualmente detenuto, ritenuto capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, operante in quel contesto territoriale dove vittima e carnefici vivono.

Il gruppo si è, inoltre, reso protagonista di una vera e propria spedizione punitiva, al fine di allontanarlo e “riappropriarsi”della ragazza,con un violento pestaggio nei confronti di un giovane, con il quale la vittima aveva intrapreso una normale relazione sentimentale riuscendo per un breve periodo ad interrompere quella spirale di violenza e soprusi cui era sottoposta.

Gli arrestati, al termine delle incombenze di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Reggio Calabria, i primi 7, mentre P.D., all’epoca dei fatti minorenne, presso una Comunità nel messinese.