Reggio, un incontro sugli scavi archeologici Ha relazionato il prof. Francesco Arillotta
di Caterina Sorbara
Si è tenuto l’altra sera, nel chiostro della chiesa di San Giorgio al Corso, l’incontro organizzato dall’Associazione culturale Anassilaos, inerente gli scavi archeologici di Piazza G. Garibaldi.
Ha relazionato il prof. Francesco Arillotta.
Ha presentato l’evento il prof. Pino Papasergio, responsabile del Comitato di Indirizzo dell’Associazione.
Arillotta ha innanzitutto evidenziato l’importanza dei ritrovamenti fin qui avutisi nell’area della piazza, che testimoniano la ricchezza archeologica e storica del sottosuolo della Città.
Parlando, poi, di quanto emerso nei tre sondaggi portati avanti dalla Soprintendenza Archeologica, si è soffermato particolarmente sull’edificio scoperto nello scavo n. 1.
Il prof. non è entrato nel merito della destinazione dello stesso, compito che spetta esclusivamente agli archeologi che hanno lavorato sul campo.
Utilizzando, tuttavia, il materiale fotografico acquisito dai vari siti online che si sono occupati della vicenda, ha osservato che la mancanza di tracce significative ed evidenti di crolli di strutture elevate, e la constatazione che la rustica massicciata che copre il ‘podium’ mal si adatta all’idea di un pavimento espoliato, avvicinandosi di più a un lavoro in corso d’opera interrotto, ha avanzato l’ipotesi che ci si trovi di fronte a una struttura iniziata ma non portata a termine. Arillotta si è poi soffermato sugli eventi mitici e storici che hanno coinvolto l’area, a cominciare dal passaggio di Oreste, figlio di Agamennone e di Clitennestra, e del bosco di lauri sacro ad Apollo, dove egli, dopo essersi curato dalla psoriasi di cui soffriva con le acque termali di cui la città è ricca, vi appese la spada di bronzo del matricidio, e dove i Reggini raccoglievano i rami di alloro prima di partire per Delfi.Arillotta ha ricordato che l’area oggi interessata dalla piazza ha visto, nel 415 a.C. accamparvisi l’imponente esercito ateniese guidato da Alcibiade che portava guerra a Siracusa. E nel vasto ambito dell’area fu nottetempo sepolto il corpo del martire Santo Stefano. Mentre davanti al monastero di San Nicola di Calamizzi, che lì sorgeva, si schierò, nel 1042, l’esercito bizantino di Basilio Pediadites, in procinto di andare in Sicilia contro gli Arabi. Arillotta ha concluso auspicando che nell’area degli scavi si possano condurre anche ricerche geologiche e archeo-botaniche per conoscere meglio la storia del nostro terreno e della sua utilizzazione a fini agricoli.
Senza escludere che, una volta sistemata la zona a Parco Archeologico, la si possa ornare proprio con begli alberi di alloro, riportandola al tempo che fu.