Usura ed estorsione nella Sibaritide: un arresto Obbligo di firma per un altro soggetto coinvolto nell'operazione coordinata da Guardia di Finanza e Carabinieri
Una misura cautelare degli arresti domiciliari ed un obbligo di firma nei confronti di altrettanti
soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di usura, estorsione, favoreggiamento e
falsità in testamento olografo-cambiale o titoli di credito.
Ad eseguire il provvedimento restrittivo emesso dal GIP del Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura, dalle prime ore della mattina, sono stati i militari della Guardia di
Finanza di Montegiordano, coadiuvati dai Carabinieri della Compagnia di Corigliano.
L’operazione ha squarciato il velo su un giro di prestiti con tassi usurari anche del 400% annuo a persone, commerciarti ed esercenti arti e professioni varie in stato di bisogno, ai quali gli istituti di credito e società finanziarie avevano rifiutato il credito. I due destinatari della misura, parenti di terzo grado, agivano principalmente a Trebisacce e dintorni, ma anche nell’intera area della sibaritide.
Agli arresti è finito UGOLINI Francesco, di Trebisacce, in quanto ritenuto attore principale dei
reati, ritenuto dagli inquirenti, vero e proprio punto di riferimento per quelle persone
bisognose di finanziamenti. Con ruolo meno trainante, e destinatario quindi della misura, meno afflittiva, dell’obbligo di firma, è stato UGOLINI Giuseppe, anch’egli di Trebisacce, come lo zio Francesco. L’indagine è nata nel 2014 a seguito di una denuncia presentata da una vittima di usura, alla Guardia di Finanza di Montegiordano.
Le successive investigazioni eseguite anche attraverso intercettazioni telefoniche, da parte dei CC di Corigliano, numerose escussioni di probabili vittime, nonché l’esame di copiosa documentazione bancaria, postale e manoscritti sequestrai agli indagati, hanno permesso di
ricostruire in maniera capillare tutti i prestiti concessi alle vittime sui quali gravavano interessi, in alcuni casi, anche superiori al 400% annuo.
A garanzia delle somme di denaro prestate, l’usuraio pretendeva dalle vittime, il rilascio di
titoli cambiari ed assegni post-datati. Nella fase delle indagini, nei confronti degli indagati, l’A.G. inquirente aveva disposto il sequestro di conti correnti bancari, postali, polizze vita e numerosi titoli cambiari in suo possesso, per un totale complessivo di 480.000 euro.