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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 01 DICEMBRE 2024

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Riforma della Costituzione, un no che viene da lontano La partigiana Anna Condò all'assemblea generale del Comitato Democrazia e Costituzione di Reggio Calabria

Riforma della Costituzione, un no che viene da lontano La partigiana Anna Condò all'assemblea generale del Comitato Democrazia e Costituzione di Reggio Calabria
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Assemblea generale del Comitato Democrazia e Costituzione: la sala comincia a riempirsi, arrivano gli aderenti più attivi, ci sono saluti e pacche sulle spalle. Si riprende dopo una breve pausa di riposo nel mese più caldo e la lunga ed estenuante maratona che ci ha visti impegnati per la raccolta firme contro l’Italicum e Riforma della Costituzione. Ora ci restano due mesi pieni per far capire a quanti più cittadini possibili le ragioni del NO e portarli al voto referendario informati. E’ insieme agli affezionati che arriva a sorpresa lei: Anna Condò, la partigiana reggina recentemente decorata con medaglia al valore nel corso delle celebrazioni per il 71° anno della Festa della Liberazione. Tutti la salutiamo calorosamente e le diamo il nostro benvenuto all’assemblea. Cominciamo.
Io e lei siamo sedute una di fronte all’altra. Mai per me c’era stata occasione di averla così vicina: ogni tanto alzavo gli occhi e la trovavo a scrutarmi. Lo stesso facevo io quando lei non si accorgeva. Così capitava che mentre l’assemblea andava avanti procedendo con gli interventi, i nostri sguardi andassero a incontrarsi. Minuta nell’aspetto, con una postura composta stava con le braccia raccolte sul petto, le mani chiuse una dentro l’altra come una conchiglia. Viso chiaro, espressione distesa, bello e giovane nonostante gli anni e una vita vissuta intensamente. La guardavo furtivamente: i miei occhi su di lei, le orecchie agli interventi dei compagni. Anche lei faceva lo stesso. Di tanto in tanto chinava il capo per assentire e nel mentre, guardava i presenti uno a uno. Poi chiede la parola. Mi scuoto da questo gioco di sguardi e sono un tutt’uno su di lei, occhi e orecchie. Vengo rapita dalla sua voce: il tono è calmo ma deciso. Le parole accompagnate dai gesti della mano e gli occhi che penetrano su di noi. Pochi minuti per rivolgere all’assemblea parole importanti, esprimere concetti e consigli sull’agire per contrastare quello che lei definisce il male. “Questa Riforma della Costituzione è il Male!” esordisce. E nel pronunciare questa frase, la sua voce fin a quel momento dal piglio deciso e fermo, s’incrina. Una ruga d’espressione le scende giù dalla guancia fino a raggiungere l’angolo della bocca per fare una smorfia amara. Un guizzo negli occhi mentre continua a parlare.
“La Costituzione è la conquista frutto della lotta della Resistenza alla quale anch’io ho preso parte. E questo volerci imporre il suo stravolgimento mi fa tanto male perché è un disagio che veramente mi sta dentro, lo sento come una ferita che brucia…-nel dire questo la sua mano si posa sul petto- E’ necessario che fuori di qui ognuno capisca cosa comporterà lo stravolgimento portato dal male del SI. Tante vite sono state sacrificate per difendere dei valori e renderci cittadini liberi, fra queste anche quella di mio fratello Ruggero – nel pronunciare il nome del fratello e per rispetto ai morti, abbassa il tono- Perciò dovete andare per le strade, stare in mezzo alla gente, occorre informare e rendere consapevole più gente possibile! La consapevolezza farà crescere il NO per mantenere un’Italia Libera, Giusta e Democratica! “
Così di fronte a questa Donna e le sue importanti parole, mi passano davanti anni di Storia della nostra Democrazia: dalla conquista alla Democrazia di rappresentanza, a quella di Partecipazione, che con questa riforma diverrebbe di “appropriazione”. E’ chiaro, infatti, che se dovesse passare il Si avremmo chiaramente una restrizione degli spazi di democrazia e un governo con sembianze di autoritarismo. Flash di Storia scorrono davanti a me: le lotte e le morti partigiane per liberarci dal nazifascismo, la Liberazione, il voto alle donne e la Costituente con la loro partecipazione alla nascita della Carta, il popolo rappresentato dai suoi eletti. La democrazia rappresentata con la quale si sono conquistati tanti diritti per dare a noi Italiani una vita dignitosa. Tutto questo oggi viene messo in discussione dall’imminente Riforma Renzi-Boschi. Così mentre continuo a guardare Anna, Staffetta Partigiana, oggi novantenne ancora combattiva, le accosto la figura della Ministra delle Riforme e promotrice della demolizione di una parte fondamentale della Costituzione. L’accostamento fra le due donne non regge: sacrifici e sofferenza da una parte, benessere dall’altra. E certo c’è una grande differenza: non credo che Maria Elena Boschi e le sue colleghe ministre sappiano cosa voglia dire che l’Italia deve mantenere questa democrazia conquistata con il sangue. Che se cambiamento dev’essere è nell’applicazione dei dettami già insiti nella Carta e nel rafforzamento dei diritti che possano garantire giustizia ed equità sociale. Ma così non è. Anche le altre colleghe e colleghi non brillano certo per il loro operato e i risultati non garantiscono certezze agli italiani né si compiono passi importanti per fare uscire l’Italia dalla morsa della crisi. Il Paese non ha bisogno di Ministre che da un lato ci privano della possibilità di curarci perché la prevenzione risulterebbe superflua e dall’altro avanzano proposte umilianti e xenofobe che offendono nell’intimo più profondo noi Donne. Né ci aspettavamo di vedere smantellato il sistema scolastico, di assistere alle mortificazioni inferte alla categoria degli insegnati con la disorganizzazione nella gestione dei concorsi o di vedere affidate a un algoritmo le sorti delle famiglie. Ancor più ci ferisce profondamente la mancanza di prospettiva di futuro per le nuove generazioni costrette a emigrare e a far valere le loro competenze all’estero. Questa Italia ha bisogno che sia garantito un welfare a lunga prospettiva per giungere a un futuro di vecchiaia dignitoso, libero dallo spettro di un mutuo. Siamo invece considerati come automi che fanno il tagliando, ritirano un voucher e alla fine buoni per la rottamazione. Assistiamo a questa maniera irrispettosa di allungare i tempi per fissare la data in cui si voterà quasi a voler prendere per sfinimento i sostenitori del NO, alle dichiarazioni del premier Renzi che, invece di concentrarsi sui bisogni reali del Paese, sposta l’attenzione sul Referendum, come se si trattasse della vera priorità. E ancora, alla negazione di un confronto per dare un’informazione corretta e libera ai cittadini.
Ecco perché considero la presenza di Anna stasera importante: attraverso lei e le sue parole abbiamo avuto una dose di coraggio e speranza per lottare con maggiore determinazione immaginando un futuro migliore.
Così ha fatto lei tanti anni fa e lo fa ancora oggi con noi e per noi.
Grazie Anna Condò!
Lucrezia Praticò
Referente Comitato provinciale “Democrazia e Costituzione”
di Reggio Calabria