Morte professor Renzulli, il cordoglio del M5s Nesci e Parentela: "Grave perdita per i calabresi onesti"
«La scomparsa del professor Attilio Renzulli, cardiochirurgo di grande valore e profonda umanità, è una grave perdita per i calabresi onesti». Lo affermano in una nota i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, appresa la notizia della morte prematura del docente dell’Università di Catanzaro, per anni primario della Cardiochirurgia del policlinico dell’ateneo.
«Renzulli – ricordano i due parlamentari – aveva avuto importanti esperienze professionali all’estero, aveva prodotto una ricerca ampia e vera ma il sistema non gli aveva riconosciuto l’ordinariato, preferendogli figure di livello e talento ben inferiori. Era venuto in Calabria per scommessa, affascinato dall’idea di concorrere a migliorare la sanità di questa nostra terra di confine, schiacciata da accordi e silenzi vergognosi. Poi il professore aveva introdotto i dispositivi di assistenza ventricolare, accantonati dopo la sua estromissione dalla guida della Cardiochirurgia universitaria».
«Sempre ostacolato da apparati di potere, ha lottato – proseguono i due deputati – per curare i pazienti e creare una struttura cardiochirurgica, pubblica, di sicuro riferimento, affossata da una classe dirigente indegna e ingrata. Ne ricordiamo il coraggio, il senso del bene comune, l’umiltà, la parola di verità e la denuncia civile, che gli era costata cara, soprattutto per aver esposto le criticità strutturali della Cardiochirurgia universitaria, ancora oggi sprovvista di terapia intensiva e di percorso dedicati ai pazienti del reparto, nell’immobilismo voluto del dipartimento regionale Tutela della salute». «Renzulli è morto – concludono Nesci e Parentela – senza vedere giustizia per l’intera comunità calabrese. La sua battaglia per la sicurezza della Cardiochirurgia universitaria è stata silenziata da un pezzo di stampa ipocrita e asservita e da una narrazione politica falsa e deviante, grazie alla quale il merito della questione non è mai stato affrontato. La storia e l’esempio del professore restano però vivi e perpetui. Tocca alla magistratura chiarire una volta per sempre, e al più presto, fatti e responsabilità rispetto a quell’allarme, inascoltato, di Renzulli».