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TAURIANOVA (RC), VENERDì 20 SETTEMBRE 2024

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Anche in Italia cognome materno ai figli quando i genitori sono d’accordo L’ufficiale dello stato civile non potrà più opporsi alla volontà della coppia

Anche in Italia cognome materno ai figli quando i genitori sono d’accordo L’ufficiale dello stato civile non potrà più opporsi alla volontà della coppia
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Sentenza storica: stop all’attribuzione automatica del cognome paterno ai nuovi
nati quando i genitori non sono d’accordo. Lo ha stabilito oggi la Consulta accogliendo
la questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte di appello di Genova,
dichiarando l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione
del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei
genitori. Il caso in esame davanti ai giudici di Genova riguarda un bambino, nato
nel 2012, che ha cittadinanza italo-brasiliana e che, dunque, finora è stato identificato
con nomi diversi nei due Stati. Sulla decisione del giudice delle leggi, rileva Giovanni
D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha pesato con ogni probabilità
la condanna emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo a carico dell’Italia
perché l’impossibilità di derogare alla regola del patronimico è discriminatoria
verso le donne. E in precedenza si ricorda un’ordinanza della Cassazione che già
nel 2008 chiedeva di sciogliere il nodo. Nel 2006 la Consulta aveva dichiarato inammissibile
la questione sostenendo che la soluzione del problema spettasse al legislatore pur
definendo l’attribuzione automatica del cognome del padre un «retaggio di una
concezione patriarcale della famiglia». La regola del patronimico era desumibile
alcuni articoli del codice civile, da un regio decreto del 1939 e da un decreto del
presidente della Repubblica del 2000. Vittoria per i genitori del bambino che ha
cittadinanza italiana e brasiliana, per cui è identificato con un nome diverso nei
due Stati: la controversia è promossa dalla coppia assistita dall’avvocata Susanna
Schivo dopo il no dell’ufficiale di stato civile di apporre al figlio, nato nel
2012, anche il cognome della mamma. Ora l’impiegato dell’anagrafe non potrà
più rifiutarsi di fronte alla volontà dei genitori: la norma cade per la violazione
dell’uguaglianza e la pari dignità dei genitori. La decisione della Corte costituzionale
rappresenta una svolta: risale a quasi quarant’anni orsono la prima proposta in
Parlamento per poter dare ai figli il cognome della mamma, mentre risulta bloccato
da due anni l’iter alle Camere per una modifica normativa in tal senso.