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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Arpacal: “Continua sversamento liquami a San Ferdinando” Preoccupante la relazione dell'Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria. Comitato 7 agosto: "Quanto ancora si deve attendere per conoscere la verità?"

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Catanzaro – “In base a quanto finora riscontrato permane una situazione di criticità e vulnerabilità del sito, oggetto di immissioni imprevedibili ed illecite di rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi da parte di ignoti”. E’ quanto afferma l’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) in una nota diffusa in riferimento alle sostanze sversate illecitamente nel canalone di servizio all’area portuale posta sul confine tra i comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando, in provincia di Reggio Calabria. “Mentre è diminuita l’attenzione dei media sulla vicenda del canalone, l’Arpacal – si fa rilevare – sta continuando a svolgere le proprie attività sui luoghi dove i comitati cittadini avevano denunciato, lo scorso 7 agosto, lo sversamento illecito di sostanze inquinanti; circostanza che l’Agenzia ambientale calabrese aveva segnalato alle autorità il 12 luglio scorso e, in occasione di un sopralluogo con la Capitaneria di Porto, nel dicembre del 2015. Così, come già fatto sul finire dello scorso mese di agosto, anche per il bimestre settembre ed ottobre il Dipartimento di Reggio Calabria dell’Arpacal, diretto dalla dr.ssa Giovanna Belmusto, attraverso i servizi tematici Acque, diretto dalla dr.ssa Letteria Settineri, e Suolo e Rifiuti, diretto dalla dr.ssa Angela Cardile, ha trasmesso alle autorità competenti una relazione sulle attività svolte, comprensiva di foto e dei verbali dei sopralluoghi svolti nonchè dei rapporti di prova delle analisi eseguite sui campioni prelevati in quei luoghi. E, da ciò che si evidenzia nel corposo incartamento, continua l’emergenza perchè – scrive ancora l’agenzia – gli sversamenti abusivi proseguono”.

QUANTO ANCORA SI DEVE ATTENDERE PER LA VERITA’ SUL CANALE DEI VELENI?

“…Continua l’emergenza perché gli sversamenti abusivi proseguono.”Conclude così il comunicato stampa di Arpacal con cui, nella tarda mattinata di ieri, ha reso nota la pubblicazione sul proprio sito internet di un report sul canalone dei veleni di San Ferdinando. L’ultimo campione di acqua prelevato dai tecnici Arpacal lo scorso 17 Ottobre risulta NON CONFORME per i parametri OLI E GRASSI ANIMALI E VEGETALI, MERCURIO ED ESCHERICHIA COLI.

Tale risultato non ci sorprende; trovano infatti conferma le continue denunce e segnalazioni che il Comitato “7 Agosto” ha continuato a fare fin dal termine dei lavori di pulizia straordinaria del canalone. L’emergenza, per noi che viviamo sul territorio, non è mai finita considerato che gli sversamenti illeciti di sostanze pericolose e non pericolose sono andati avanti ininterrottamente. Per questo l’attività del Comitato non si è fermata filmando continuamente la situazione e presentando altri esposti e denunce. Quindi ribadiamo che bisognerebbe conoscere la provenienza di questi scarichi illeciti.

Alla luce di questo nuovo report di Arpacal ci chiediamo per quanto tempo ancora l’assessore Rizzo prolungherà la sua latitanza e se mai verrà avviato concretamente il procedimento volto ad individuare le responsabilità del proprietario del canale per i mancati controlli sul soggetto che lo ha in affidamento.

Rileviamo infatti che l’Assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo, dopo essersi precipitata ad agosto per placare la protesta e aver convocato una serie di tavoli tecnici, si era impegnata ad indire una conferenza di servizi per attribuire a tutti i soggetti coinvolti nella vicenda ruoli, compiti e responsabilità, oltre che a far supervisionare i lavori di conclusione di pulizia del canale tramite i tecnici del Dipartimento Ambiente, impegni mai rispettati.

Ricordiamo ancora una volta gli ingiustificati ritardi di tutti gli enti coinvolti nella vicenda, in particolare Iam e Corap ma anche del Comune di San Ferdinando limitatamente alla gara per la rimozione delle sabbie contaminate e dei fanghi che pare finalmente si stanno avviando a conclusione.

La procura di Palmi, presso cui sappiamo esservi delle indagini in corso, oggi ha ulteriori fonti di prova per chiudere il cerchio e fare in modo che tutti questi sversamenti non continuino a minacciare la salute pubblica dei cittadini e violentare il mare e il territorio di San Ferdinando.

Il comitato “7 agosto” continuerà sempre a vigilare e denunciare.