“A ‘Ntinna” anteprima all’Università di Reggio Calabria Il documentario di Nino Cannatà sull’antico culto arboreo, martedì nell’aula seminari di Agraria
“A’Ntinna – La festa arborea di Martone” è il documentario del regista Nino Cannatà sull’arcaico culto arboreo che ancora oggi si pratica a Martone (RC) così come altri riti simili si svolgono in altri luoghi italiani e non solo, probabilmente da secoli. Un rito, una festa radicata nella storia e nella cultura del territorio talmente importante da essere riproposto, in forma ridotta, ancora oggi anche in Australia dai figli dei vecchi emigranti martonesi. Il documentario di Cannatà in DVD unitamente al volumetto edito da Squilibri e patrocinato tra gli altri dall’università La Sapienza di Roma, viene presentato Martedì 22 novembre 2016 alle ore 16,30 presso l’aula seminari del Dipartimento di Agraria dell’università degli Studi di Reggio Calabria. L’evento inaugura il ciclo di seminari intitolato “Andare/Restare – Comunque in movimento” organizzato dal Prof. Salvatore di Fazio che si protrarrà fino a Maggio 2017 e che vedrà la partecipazione di autori di livello anche internazionale su temi di grande interesse culturale, sociale e territoriale. “Sono contento che la prima proiezione pubblica avvenga in Calabria e preceda il tour promozionale che l’editore ed altri enti culturali ed Università hanno previsto in Italia e all’estero” sostiene Nino Cannatà. “Questo film è frutto di uno sforzo collettivo” afferma Cannatà “essendo un lavoro partecipato che ha chiamato in campo tante energie, tante collaborazioni che esprimono legami forti con questa terra. A ‘Ntinna è parte del progetto più ampio “Suoni in Aspromonte” ed è stato reso possibile dal sostegno del Comune di Martone e da tutti coloro che, con passione, hanno contribuito sia alla ricerca sul campo sia alla produzione del documentario. Documentare oggi la cultura e le tradizioni popolari, come la festa arborea di Martone significa riscoprire e diffondere un patrimonio identitario sempre più a rischio estinzione a causa del disinteresse generale. Partecipare e valorizzare al meglio i saperi e le tradizioni non è affatto un’operazione nostalgica, ma la costruzione di avamposti di crescita sociale e culturale, di accoglienza, di stimolo per il turismo turismo e le potenziali attività di sviluppo economico annesse. Un film o un documentario possono costituire il valore aggiunto del marketing territoriale e culturale per la crescita di tutte le aree del Sud Italia”.